ALL’OMBRA DEI GIGANTI
Produrre e commercializzare biciclette di altissima gamma, senza compromessi sulla qualità, ai piedi delle grandi salite delle Alpi del Sud. Questa è la sfida del team di Officine Mattio.
Lemma è una borgata sparsa nelle Alpi del Monviso: mille metri di quota, una decina di persone che ci vivono tutto l'anno. Per arrivarci bisogna salire, non è banale, ma non è una di quelle ascese da leggenda del ciclismo.
Hanno la stessa visione: creare un sogno, realizzando biciclette da sogno.
Un giro duro e veloce per chi vive tra Cuneo e Saluzzo. Su quella strada Giovanni Monge Roffarello ha costruito il sogno di Officine Mattio. Una vita, la sua, dedicata alla due ruote, prima da corridore - ero bravino, ma oltre il Piemonte non sono mai riuscito a farmi vedere - poi da dirigente, allenatore, fino a diventare una della anime della Cicli Mattio. Il primo a credere che da Piasco si potesse vendere in tutto il mondo grazie a internet, forse tra i primi in Italia a commercializzare le biciclette online, ben quindici anni fa. Ma voleva qualcosa di più, creare una bicicletta sua, che avesse due cardini essenziali: eccellenza e made in Italy. Che si potesse vedere dove e come fosse costruita. Così sulla salita di Lemma testava i primi prototipi, immaginava nuovi scenari nella sua vita. Ci pensava anche di notte: invece di dormire, si inventava il nome del suo progetto Officine Mattio. E a cascata nasceva anche il logo, dove la O richiama la ruota e la M il Monviso, il Re di Pietra, la montagna simbolo del Saluzzese, ma un po' di tutta la Provincia Granda e, perché no, di tutto il Piemonte, visto che la sua sagoma inconfondibile la vedi dappertutto.
La prima bicicletta prodotta e venduta non poteva che chiamarsi Lemma. Il resto è storia recente: Giovanni trova i suoi compagni di viaggio, Davide Lauro, organizzatore della granfondo La Fausto Coppi, Ricardo Pichetta, un ex-pro che continua a gareggiare per passione, Roberto Barra, il mago della verniciatura, Luca Bertero, da sempre in viaggio con la bicicletta. E così nasce Officine Mattio.
Ma come sono le biciclette OM? Sono belle, ma dire che sono solo belle sarebbe banale. «Se voglio una camicia vera, me la faccio fare su misura da un sarto, non ne compro una standard, anche se di marca». Ecco, allora l'aggettivo giusto è unica.
Non solo quelle in realtà, perché nel progetto c'è anche una linea di abbigliamento e un tour operator dedicato ai viaggi a due ruote. Chi sceglie una OM, insomma, sposa un'idea a trecentosessanta gradi. Il quartier generale a Cuneo, la lavorazione del carbonio tra Genova e Saluzzo, quella dell'acciaio a Padova, la verniciatura ancora nel Saluzzese. E tutti i componenti scelti per completare la bicicletta rigorosamente fatti in Italia. Non solo grande professionalità, ma anche una questione di etica del prodotto.
«Perché davvero tutto, dalla progettazione alla realizzazione avviene in Italia e se qualche appassionato volesse seguire a che punto è la sua bicicletta lo potrebbe fare. Anzi a breve lo farà, visto che il prossimo passo sarà quello di dare a chi acquista una nostra bicicletta la possibilità di seguire il processo di produzione. Ti dico di più, saremo noi ad avvertirlo dei diversi step della lavorazione».
Non sono facili, nel senso che non sono la prima bicicletta, ma sono perfette per chi sulla strada ci va da tempo, vuole prestazioni, tecnica, personalità. E vuole soprattutto il massimo dell'artigianalità italiana. Ma attenzione, intesa in modo moderno, come deve essere un'azienda di biciclette che vuole emergere e consolidarsi nel mercato internazionale. Una Officine Mattio la potrete trovare a New York, come a Bogotà o Amsterdam.
«La nostra filosofia è sempre stata quella di invitare i nostri potenziali dealer qui in sede, far vedere che sappiamo di cosa si parla, pedalare con loro, fare toccare loro la filiera produttiva. E alla fine la maggioranza di loro diventa un nostro rivenditore, che valorizzerà al massimo il prodotto nel proprio negozio, che aiuta il suo cliente a capire che dietro quella cifra spesa c'è davvero una cura maniacale, fatta tutta in Italia».
«Perché, non dimentichiamocelo mai, il brand made in Italy è ancora vincente in tutto il mondo».
Si diceva, fatta su misura: provate allora a giocare un po' con la fantasia e andate sul sito alla voce configuratore e potrete trovare il telaio, il materiale, i componenti, i colori, o meglio le combinazioni di colori che possono arrivare a milioni (sì, avete letto bene), addirittura una grafica personalizzata. Customizzazione al massimo livello. «Che è poi lo stesso processo che fanno i nostri dealer: creare con il cliente il modello su misura, ma con i consigli giusti, avendo visto dal vivo come lavoriamo. Il rapporto tra le persone, tra un cliente e un'azienda credo che sia ancora alla base di un progetto di successo». Officine Mattio è giovane, ma a Cuneo hanno le idee ben chiare sul futuro: aumentare la produzione, creare nuovi modelli, anche per esigenze diverse (in cantiere ci sono gravel ed e-bike con motori meno invadenti), ma sempre con la barra dritta in direzione dell'eccellenza. «In catalogo c'è solo una selezione accurata di tantissimi prototipi testati e poi sviluppati. Ci arrivano e ci arriveranno solo modelli di target alto, il resto non ci interessa. Un mostro riconoscibile: chi in gruppo vede una OM deve sapere che quello è il massimo del made in Italy, non solo una bella bicicletta italiana. Non possiamo permetterci di scendere di livello».