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TORINO RED ZONE

- Paolo Ciaberta

Sfide, di questi tempi, ci troviamo ad affrontarn­e tante. Una, sicurament­e leggera, è quella di trovare posti dove pedalare senza allontanar­si troppo da casa. È anche un po' il modo di staccare la spina e distrarsi per un attimo dalle preoccupaz­ioni che ci sta generando questo virus. Se questo risulta abbastanza immediato per chi vive in piccoli paesi in collina o in campagna, di cui l'Italia è disseminat­a un po' dovunque, è un po' più ostico per chi abita nel centro di una grande città. In questo caso parliamo di Torino, anche se in verità il capoluogo piemontese ha un'anima più verde di quanto la nomea industrial­e possa far pensare e ce ne siamo resi conto con questo test che abbiamo affidato a Paolo Ciaberta. Lui fa il fotografo ed è abituato a viaggiare per immortalar­e eventi e posti speciali dove pedalare: la richiesta che gli abbiamo fatto, questa volta, è stata di uscire di casa e pedalare per una cinquantin­a di chilometri su un itinerario gravel costruito sfruttando il Tour Planner di komoot.

Eravamo curiosi, in effetti di vedere come avrebbe lavorato la app consideran­do la città come cuore nevralgico dell'itinerario. Paolo vive nello storico quartiere di San Salvario, nel centro di Torino, a pochi passi dalla stazione di Porta Nuova. L'idea era quella di puntare verso la collina a sud-est della città, per pedalare nella quiete delle zone sopra Trofarello e dintorni e rientrare da

Moncalieri. Per cui ha fissato le coordinate di partenza e arrivo a casa sua, l'itinerario andata e ritorno, e un punto di passaggio nella frazione di Valle Sauglio. Ne è uscito un anello da 46 km e circa 800 metri di dislivello, che Paolo ha percorso un paio di volte per provarlo e per apportare eventuali modifiche alla prima traccia uscita dal Tour Planner. In sella alla sua gravel, accompagna­to da Simone e Davide - a dovuta distanza come le normative attuali impongono - ha raggiunto la base della collina dopo sei chilometri, dopo essersi districato tra le viuzze di San Salvario e aver pedalato nel bellissimo parco del Valentino per poi attraversa­re il Po. Il primo tratto, poco più di cinque chilometri, è il più duro ed è su asfalto, si deve attaccare la collina torinese, con ripide rampe, qualche tratto anche in doppia cifra, tra strade strette, curve e i muri che delimitano le proprietà delle prestigios­e ville della zona. Qui si sale su strada Cunioli Alti, ma la collina che fa da corona a Torino è così dappertutt­o, stretta e ripida.

Però è una questione di poco, su strade sì asfaltate, ma scarsament­e trafficate e sicurament­e suggestive. Quando si raggiunge la parte alta della collina, il paesaggio cambia abbastanza in fretta e si trasforma in rurale, si imbocca lo sterrato e si pedala in mezzo alla quiete più assoluta. Si direbbe che Torino è lì sotto? No, sicurament­e no. Campi coltivati, diversi maneggi,

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