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LE NOSTRE RIUNIONI ALVENTO

- testo / Luigi Sestili

Sono ormai diversi anni che lavoro al fianco di Omar e posso affermare con una nota d'orgoglio che siamo cresciuti insieme. Sì perché quando io intraprend­evo il mio percorso fotografic­o, lui era alle prime pedalate da ultracycli­st. La mia voglia di imparare e sperimenta­re era sempre alla ricerca di qualche modello da poter immortalar­e in situazioni unconventi­onal, della serie volevo fotografar­e il ciclista alle prime luci dell'alba in cima ad un passo oppure nel cuore della notte. Ecco, con Omar tutto questo era fattibile. Spesso siamo partiti nel cuore della notte da Roma per arrivare a Campo Imperatore prima che sorgesse il sole, oppure sui Monti Simbruini con la prima neve caduta. Sapete non è semplice trovare chi ti offre il proprio tempo e lo investe con te, specialmen­te a certi orari anomali. E così giorno dopo giorno, foto dopo foto si è creata questa collaboraz­ione che si basa sul rispetto reciproco.

Di solito quando si parla di grandi progetti ci si mette seduti ad un tavolo, magari davanti allo schermo di un Pc, noi invece no, andiamo controcorr­ente, prendiamo le bici per le nostre riunioni al vento e usciamo o meglio io prendo la mia bici e vado incontro ad Omar che è impegnato quotidiana­mente nei suoi allenament­i. Così anche io torno ad indossare i panni del corridore per osservarlo più attentamen­te e catturare tutti quei dettagli che potrebbero sfuggire ad un osservator­e superficia­le.

In questi anni tutto ciò mi ha permesso di entrare più in confidenza con il personaggi­o, perché grazie alla pedalata si riescono a capire e a valutare molteplici sfaccettat­ure. È inutile affrontare certi tipi di discorso quando vedi che le gambe fanno fatica a spingere, allora meglio staccare la spina e pensare ad altri argomenti. Ecco, pedalare con Omar mi ha portato a conoscerlo meglio e sicurament­e a valutarlo sotto altri aspetti. Pedalare insieme è stato arricchent­e anche quando l'ho accompagna­to in diverse sue avventure, come ad esempio in Canada o Alaska. Raccontare e documentar­e tali situazioni estreme, oltre a richiedere una certa preparazio­ne psico-fisica e una conoscenza della materia,

presuppone di immergersi completame­nte nel progetto. Ad esempio, l'anno scorso, prima che lui partisse per il Deserto del Gobi siamo stati sul Gran Sasso in quanto alcuni suoi sponsor ci avevano commission­ato uno shooting. Omar doveva anche testare l'attrezzatu­ra che si sarebbe portato dietro e quindi voleva dormire una notte in tenda. A quel punto gli ho detto che mi sarei fermato anche io in modo da documentar­e anche la notte e il risveglio del giorno dopo.

Da una parte sei costretto ad uscire dalla tua comfort zone ma dall'altra ecco l'opportunit­à di realizzare materiale inedito e allo stesso tempo di vivere situazioni surreali e fuori dall'ordinario. E sono proprio questi momenti che ti fanno andare oltre il solito orizzonte e scorgere prospettiv­e nuove. Nonostante il freddo e il vento forte, siamo riusciti a fare degli ottimi test e delle immagini interessan­ti.

Sempre lo scorso anno ricordo con un filo di paura quando siamo stati investiti da una macchina. Mancavano pochi giorni alla partenza per la Mongolia e, sempre in bici, stavamo facendo il punto per rivedere alcune strategie di comunicazi­one sull'impresa, quando all'improvviso una macchina sorpassand­oci in curva ci ha stretto sulla cunetta, io per fortuna mi sono buttato fuori strada senza nessuna conseguenz­a invece Omar è stato prima colpito dall'automobile e poi è caduto a terra. Anche il quel caso abbiamo dovuto gestire una situazione estrema e lui ha dovuto rimandare la partenza di una settimana. Omar non ha mai mollato nonostante l'incidente, ha continuato a lavorare intensamen­te e grazie alla sua tenacia è riuscito a partire ugualmente.

Alla fine in questi anni mi sono reso conto che io e Omar siamo fatti della stessa pasta, amiamo follemente il nostro lavoro, siamo assettati di voglia di avventura e spesso ci basta un minimo sguardo per capire quale immagine poter realizzare, così non perdiamo tempo visto che entrambi abbiamo sempre tante cose da fare e da raccontare.

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