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ROCKET REM CO.

- testo / Frederik Backelandt

Da quando è salito in sella a una bici da corsa tutto quello che Remco Evenepoel ha toccato si è trasformat­o in oro. Questo almeno fino al maledetto schianto durante il Giro di Lombardia del 2020. Una caduta che all'improvviso ha rallentato la rapida ascesa di colui che nel suo Paese viene considerat­o senza timore il nuovo Merckx: così viene indicato per il suo talento, così è scritto per le sue precoci vittorie, così viene raccontato per il modo in cui le ottiene.

Evenepoel, potenzialm­ente il più forte corridore del Belgio per le corse a tappe, in queste ultime settimane è tornato ad allenarsi. E visto che si rimetterà il numero sulla maglia al Giro d'Italia, proprio mentre leggerete questo numero della rivista, abbiamo voluto raccontarv­i la sua storia. Quella di un fenomeno in campo sportivo, anche prima di decidere che la sua vita sarebbe stata in sella ad una bicicletta.

Facciamo un salto nel passato, seppur breve, perché quando parliamo di Remco Evenepoel parliamo pur sempre di un ragazzo nato nel gennaio 2000.

Il flashback ci riporta alla primavera del 2018. È da poco maggiorenn­e Remco e va in bici da appena un anno. Corre tra gli junior e sbaraglia la concorrenz­a. Vince i due titoli nazionali: sia nella prova in linea che in quella a cronometro. Due trionfi arrivati con stile - lo stile Remco. Uno stile travolgent­e.

Remco è da solo per 90 dei 126 chilometri che misura la prova in linea su strada e vince con un vantaggio di quasi cinque minuti sul secondo arrivato, mentre nella cronometro individual­e è più veloce di 8 secondi rispetto al vincitore... sì, ma il vincitore della prova dedicata agli Under 23.

Evenepoel è un fenomeno, parole come macigni ma mai a sproposito quando si delinea la sua figura. Correva da poche settimane quando nel 2017 alla Bizkaiko Itzulia, una sorta di Giro dei Paesi Baschi ma per la categoria juniores, nella terza tappa vince l'arrivo in salita. Il secondo a quasi un minuto di distacco.

Poche settimane prima della vittoria al campionato belga si mette alla prova lungo il mitico Ballon d'Alsace, Vosgi francesi, per gli storici la prima vera salita mai affrontata al Tour. Aveva appena disputato - e vinto la Corsa per la Pace Juniores in Repubblica Ceca, ma riesce ugualmente a stabilire un tempo record in salita, alle spalle del solo Thibaut Pinot (secondo quanto registrato su Strava), oppure alle spalle del solo Lambrecht (suo connaziona­le tragicamen­te scomparso in corsa e di due anni più grande) secondo i dati dell'allenatore delle giovanili del Belgio, Carlo Bomans.

Tutte prove di che campione sia in divenire. Patrick Lefevere, team manager della Deceuninck-Quick Step, nel frattempo, notando Remco, aveva fatto visita a casa dei suoi genitori a Schepdaal, Brabante fiammingo. A casa, al suo ritorno, lo aspettava un contratto tra i profession­isti. Il giovane lupo si sarebbe unito al Wolfpack, nonostante un ammiccamen­to con il team Continenta­l guidato da Axel Merckx - l'Hagens Berman Axeon - e altre offerte più interessan­ti dal punto di vista economico arrivate da Sky e Mitchelton.

Be the best fuck the rest

Anche se Patrick Evenepoel, il padre di Remco, aveva corso come profession­ista, il sogno di suo figlio era quello di diventare un calciatore. E quel sogno è andato vicino ad avverarsi. È capitano delle giovanili dell'RSC Anderlecht dopo aver giocato con il PSV Eindhoven, mentre chiuderà la sua carriera con il KV Mechelen dopo essere stato anche selezionat­o più volte per le nazionali giovanili del Belgio, paese numero 1 nel ranking della Fifa. Solo dopo aver smesso di essere nelle grazie dei suoi allenatori disse basta con il calcio: fare panchina non era per lui. Voleva correre. Che fosse su una dura lingua d'asfalto o su una morbida distesa d'erba non voleva mai fermarsi. Eccelleva: il che appare quasi un eufemismo se si parla di lui.

In quel 2018, prima stagione completa in bicicletta, Remco Evenepoel vince ventiquatt­ro corse tra cui la classifica finale di ben cinque corse a tappe. Il tutto su trentacinq­ue giorni di gare, colleziona­ndo un ritiro e un fuori tempo massimo. Arriva al campionato del mondo di Innsbruck, in Austria, come favorito assoluto.

Alla vigilia della gara non gli manca certo la fiducia. E gonfia il petto a suon di slogan: il suo preferito? Be the best, fuck the rest. In un'intervista rivela di aver sognato segretamen­te Giro, Tour e Vuelta e, cari lettori, a quel tempo Remco ha solo diciotto anni e pochi mesi dopo, senza aver neppure preso parte alla categoria Under

23, viene buttato nella mischia verso la sua prima gara profession­istica.

Nonostante un problema in gara e dopo un prodigioso recupero, sempre nel 2018 vince la prova in linea tra gli junior al Mondiale di Innsbruck. Aveva già dimostrato le sue qualità qualche giorno prima durante la cronometro. Piange e abbraccia intensamen­te i suoi genitori, Patrick e Agna, e bacia la sua ragazza Oumaïma Rayane. Il Belgio si scioglie per lui: con Remco Evenepoel hanno trovato l'oro. I media sono lirici: persino Eddy Merckx canta le sue lodi. Consideran­do che alcuni lo hanno già proclamato il nuovo Merckx, è importante conoscere proprio il parere del più grande ciclista di tutti i tempi. «Se mi riconosco in Remco? Credo sia più forte di me» afferma il Cannibale.

«Sono contento che sia ancora vivo. Quello che succederà alla sua stagione non mi interessa. Dovrà guardare tanta television­e, d'ora in avanti. Cosa ci siamo detti? Mi ha preso la mano e mi ha chiesto scusa, gli ho detto di farsi furbo e di essere felice di stare ancora qui con noi».

Patrick Lefevere, boss Quick Step

Un debutto pazzesco

Una buona parte dei suoi nuovi compagni di squadra, non appena iniziata nel 2019 l'avventura in maglia Quick Step, si mostra scettica al primo allenament­o invernale del ragazzo. In particolar­e Philippe Gilbert, veterano, connaziona­le e tra i corridori più forti e vincenti del nuovo millennio. «Inizialmen­te avevo forti dubbi soprattutt­o alla luce di alcune dichiarazi­oni del diretto interessat­o. Ho persino pensato fosse un arrogante, ma presto mi sono convinto come questo ragazzo non fosse normale. Mi ha impression­ato».

Durante la tappa regina dell'UAE Tour, sull'impegnativ­o e ormai classico arrivo di Jebel Hafeet, Remco arriva in vetta accanto a Kwiatkowsk­i e pochi secondi alle spalle di Dumoulin, lasciandos­i dietro diversi corridori di primissimo piano. Segnale evidente di come il ragazzo sembrava digerire facilmente il suo approccio con i profession­isti. La conferma - anche qualcosa in più - arriva qualche mese dopo, durante la corsa a tappe di casa: il Baloise Belgium Tour. Nella seconda tappa scappa con Victor Campenaert­s che da poco aveva stabilito il nuovo record dell'ora. Campenaert­s, sfinito per stargli dietro, cade. A Zottegem Evenepoel arriva da solo gettando le basi per la sua prima vittoria in una corsa a tappe. Non sarebbe stata l'ultima.

Da quel momento in poi la fiducia nei propri mezzi e anche il suo fisico non avrebbero più smesso di crescere. L'esplosione definitiva arriva nemmeno due mesi dopo, alla Clásica di San Sebastián, la più importante corsa di un giorno spagnola, la prima importante corsa di un giorno alla quale Remco partecipa.

Il mattino della gara scrive al suo migliore amico: Oggi è il giorno, e così sarà. A venti chilometri dall'arrivo scappa con Skujinš. Sulla salita finale il lettone della Trek lo lascia andare: Remco fugge in solitaria fino al traguardo. A 19 anni e 190 giorni è il più giovane vincitore di sempre di una prova del World Tour. La stampa di tutto il mondo si esalta: Questo Remco farà rinascere il ciclismo.

Nel frattempo, continua a sviluppare le sue capacità a cronometro. Vista la sua mentalità, la disciplina che richiede la perfezione assoluta gli calza a pennello.

Nei campionati europei a cronometro vince davanti a un certo Kasper Asgreen - il Fiandre 2021 vi dice qualcosa? Al Mondiale in programma a fine stagione nello Yorkshire è secondo dietro Dennis ma davanti a Ganna. Eppure, basta vedere la sua faccia sul podio, Remco è deluso. Il suo obiettivo è fare meglio nel 2020: questo è Evenepoel. Non si concede un secondo di riposo e ogni occasione è propizia per migliorars­i e alzare l'asticella. Dopo una stagione da gran debuttante viene eletto sportivo belga dell'anno, a fine 2019, con oltre il doppio dei voti presi da Campenaert­s. Al terzo posto chiuderà van Aert.

San Sebastian, 3 agosto 2019

Il mattino della gara scrive al suo migliore amico: Oggi è il giorno, e così sarà. A venti chilometri dall'arrivo scappa con Skujinš. Sulla salita finale il lettone della Trek lo lascia andare: Remco fugge in solitaria fino al traguardo. A 19 anni e 190 giorni è il più giovane vincitore di sempre di una prova del World Tour.

Cannibale?

Nel 2020 la Deceuninck-Quick Step pianifica il suo debutto in un Grande Giro. Sotto l'occhio vigile del suo allenatore, Koen Pelgrim, Remco si prepara per il Giro d'Italia. Eppure, non tutto va come prestabili­to. Il destino è uno scarabocch­io a volte indecifrab­ile. Inizialmen­te la strada è in discesa: Remco fa tutto ciò che ci si aspetta ormai da lui. Tutto quello che lui si aspetta da sé stesso: vincere. Alla Vuelta a San Juan, in Argentina, vince, ma non solo: ruba il cuore degli argentini durante la cerimonia di premiazion­e facendo sfoggio, per ringraziar­e tutti sul podio, del suo miglior spagnolo.

Due tappe e classifica finale in Portogallo alla Volta ao Algarve dove riesce persino a battere a cronometro il campione del mondo Rohan Dennis. Così giovane, ma già con una serie di puntini in disavanzo da mettere sulle i. Quella contro l'australian­o era una rivincita che Remco assaporava dal Mondiale di pochi mesi prima. Dopo la pausa forzata dovuta allo scoppio della pandemia, Remco torna in strada alla Vuelta a Burgos. Indovinate un po'? Vince. Al Giro di Polonia conquista la quarta tappa (e la classifica finale) dopo un impression­ante assolo durato 50 chilometri e fatto per onorare Fabio Jakobsen, vittima di un tremendo incidente nella prima frazione. Remco Evenepoel mostra i tratti del cannibale: quando parte per una corsa, vince. O almeno questa è l'impression­e, fino al Giro di Lombardia, dove si presenta sulla linea di partenza come uno dei favoriti.

Nei giorni che precedono la partenza, Remco e la squadra studiano scrupolosa­mente il percorso, in particolar­e la discesa subito dopo il ripido Muro di Sormano. Dopo aver fatto una gara perfetta, davanti nel primo gruppo senza spendere troppe energie, la fortuna improvvisa­mente gira. Proprio durante la discesa, il patatrac. La television­e italiana mostra l'immagine di una bici Specialize­d in piedi, appoggiata in maniera ordinata a un muro. E allo stesso tempo notiamo che Evenepoel non è più presente nel gruppo. Si è schiantato contro il muretto di un ponte ed è precipitat­o nel burrone. Evenepoel viene portato in ospedale con la frattura del bacino, diversi ematomi ed escoriazio­ni. Finisce la sua stagione, niente Giro d'Italia 2020: Remco è devastato. La sua attenzione si sposta al 2021, al Giro del 2021, ma il suo ritorno in gara sarà l'ennesima sfida perché arriverà a quasi nove mesi da quel drammatico volo.

Grinta

Anche se il supporto dello staff che lo segue è stato sempre all'avanguardi­a, durante il periodo di convalesce­nza Evenepoel si supera fino a esagerare. Inizialmen­te sembra sulla via buona del rilancio, ma poi durante una conferenza stampa ammette che ci sono state delle complicazi­oni sulla strada del recupero e che non sale più in bici da diverse settimane.

I medici spingevano per una ripresa lenta, per gradi, mentre Remco dimostrava tutti i tratti di un ragazzo della sua età: impaziente, con voglia di strafare. Si fa sopraffare dalla troppa grinta. Vuole tutto e subito. Troppo in fretta. È una critica che gli viene mossa spesso, un suo atteggiame­nto che talvolta si rivela un boomerang. Per il futuro sarà imperativo raffreddar­e i bollenti spiriti.

A causa della fretta le sue ambizioni vengono oggi attenuate. Il Giro resta sì il suo obiettivo personale, ma la vittoria non è più all'ordine del giorno. Sarà una corsa fatta per rimettersi in sesto, senza pressioni. L'obiettivo numero uno diventeran­no i Giochi di Tokyo, sia la prova su strada che la cronometro. Durante quest'ultima se la dovrà vedere con Ganna, Dennis e con il compagno di nazionale van Aert, altro gioiello incastonat­o nella corona belga.

Nel frattempo, la Deceuninck-Quick Step continua a puntare sul suo giovane corridore che di recente ha anche firmato per altri cinque anni con la squadra belga. Patrick Lefevere ha fiducia in quel diamante grezzo tanto da pensare di rinforzare la rosa per le gare a tappe, fatto in controtend­enza con la storia del team belga, notoriamen­te orientato alle corse di un giorno. Una mossa attuata proprio per supportare Remco, in funzione di quello che potrà essere il suo futuro prossimo. Che non sarà solo il prossimo Giro, ma sarà un progetto di crescita ulteriore volto a stupire, come fatto fino a oggi. Perché questo è Remco Evenepoel, un razzo arrivato per far rinascere il ciclismo.

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© Bettini Photo
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© Sigfrid Eggers
 ??  ?? Cambio vita Da promessa del calcio belga, anche titolare in nazionale Under 16 (ricordiamo­ci che il Belgio è al primo posto nel ranking FIFA) a vincitore nel World Tour nel ciclismo . © Maurizio Lagana / Getty Images
Cambio vita Da promessa del calcio belga, anche titolare in nazionale Under 16 (ricordiamo­ci che il Belgio è al primo posto nel ranking FIFA) a vincitore nel World Tour nel ciclismo . © Maurizio Lagana / Getty Images
 ??  ?? L’ultima salita Remco all'attacco sul Muro di Sormano allo scorso Lombardia. Poco dopo, il terribile schianto in discesa. © Paolo Penni Martelli
L’ultima salita Remco all'attacco sul Muro di Sormano allo scorso Lombardia. Poco dopo, il terribile schianto in discesa. © Paolo Penni Martelli
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Vuelta a San Juan Alcune immagini della trasferta in Argentina, in cui oltre a vincere la classifica generale, Remco si è fatto apprezzare dalla gente del posto e dai compagni di squadra. © Sigfrid Eggers
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