Le mappe di Torino e Milano
Andrea Rolando, sulle mappe che ha disegnato per il servizio Circle Line di pagina 180.
«Quella per le mappe è un'altra delle mie grandi passioni. Disegnare una mappa, cercando di metterci dentro tutto quello che c'è. Topografia e memoria. Precisione e sentimento. I cartografi dell'Ottocento, Von Humboldt davanti a tutti, ma anche le mappe di Stefano Faravelli e di Albano Marcarini: arte e poesia, ma anche tecnica precisa e passione per la bicicletta tenute insieme dalla mappa. Alla fine, ne è uscita fuori una mappa mentale, che tiene insieme con precisione le relazioni tra topografia, geografia e storia, tra i luoghi, le persone, i paesaggi. Un disegno unplugged, fatto con la matita e ripassato con velature ad acquerello: strati successivi che corrispondono alle tante città sovrapposte e sovrascritte, pronte da rendere visibili, letteralmente da svelare. Una mappa disegnata con un linguaggio un po' ingenuo, forse infantile e non cartesiana, ma comunque rigorosa nelle relazioni topologiche tra i luoghi, le direttrici, i nodi della rete dai quali nascono le relazioni, le storie che arricchiscono di significati il percorso. Mentre scrivo mi rendo conto che quello che potrei e vorrei dire l'ho già disegnato nelle mappe e nei taccuini che mi accompagnano sempre in questi viaggi, che condensano al tempo stesso precisione e sentimento, registrando la memoria dell'esperienza che il corpo assorbe, attraverso il movimento.
Il disegno mi aiuta a chiarire i pensieri, a fissarli in modo indelebile non solo sulla carta, ma ancor più nella memoria. Così le mappe che ho disegnato non sono mai finite, sono solo la registrazione di parte delle mie memorie accumulate. E l'esplorazione può continuare. Nuove tracce nel territorio da inventare».