alvento

Da casa a casa

- DI COSIMO NARDONE

Tendiamo a cercare la via più breve per raggiunger­e qualcosa, ma a volte può essere piacevole aggiungere distanza. A breve dovrei trasferirm­i in una nuova casa che si trova a circa 500 metri dall'attuale; prendendo spunto dal vostro articolo su Koomot mi metto a disegnare un percorso che dall'attuale abitazione, mi porti a quella nuova, facendo un mix tra asfalto e sterrato, tra città e natura. Mi ritrovo davanti una traccia di quasi 90 chilometri che taglia Roma, costeggia il Tevere fino al mare per poi chiudersi attraverso campi agricoli. Sono le 8.30, esco da casa e mi incontro con il mio amico Giancarlo, un saluto, quattro parole sulla temperatur­a non primaveril­e e partiamo. Dopo un po' di asfalto prendiamo la ciclabile che ci porta al Parco di Monte Ciocci, luogo in cui il regista Scola diresse il film Brutti, sporchi e cattivi; uno dei punti panoramici più alti di Roma che permette allo sguardo di posarsi sulla cima dei monti al confine con l'Abruzzo. Velocement­e scendiamo e, dopo una serie di tornanti, siamo in pieno centro. Costeggiam­o le mura vaticane superiamo la Basilica di San Pietro e puntiamo verso Castel Sant'Angelo, di qui ci immettiamo sulla ciclabile che costeggia il Tevere che con il suo scorrere lento ci farà compagnia. Pedalare lungo il fiume ci mostra Roma sotto un'altra prospettiv­a, la città sembra lontana e silenziosa. Passiamo sotto ponti storici, vediamo dal basso le chiese e i palazzi del centro; superiamo l'Isola Tiberina e quasi senza rendercene conto usciamo dal centro per entrare in quartieri dal carattere popolare come Testaccio e la Magliana dove è possibile vedere anziani giocare a carte nelle aree gioco lungo la strada. Pian piano la vista si libera dai palazzi, intorno a noi solo zone alberate e distese di campi. Siamo nell'agro romano, poco dopo Tor di Valle, qui la ciclabile si trasforma in strada bianca che corre tra terreni coltivati e pascoli. Il paesaggio che ci ha accompagna­ti nei primi chilometri è lontano, sembra di aver iniziato ora un nuovo giro. Avvolti da questa nuova veduta arriviamo a Fiumicino; dove una pausa pranzo con un cartoccio di fritto e una birra è d'obbligo! Lasciamo definitiva­mente il Tevere e percorriam­o la ciclabile che corre a pochi metri dalle piste dell'aeroporto di Fiumicino, che dato il periodo sono vuote: vediamo un solo decollo. Un'istantanea che in modo forte e netto ci ricorda come questa pandemia ha colpito la nostra vita. Una larga strada bianca si presenta davanti a noi, la prendiamo ad alta velocità, canali d'irrigazion­e che si perdono all'orizzonte la tagliano diverse volte, siamo nel territorio agricolo di Maccarese, in lontananza vediamo la nostra prossima meta: l'Oasi di Castel di Guido. Mancano pochi chilometri alla fine, inizia forse la parte più dura, entriamo nell'Oasi e affrontiam­o diversi single track nascosti nei boschi con fondi stradali diversi tra loro. Con le ruote appesantit­e dal fango superiamo il borgo agricolo di Castel di Guido ed entriamo in un'altra grande area verde, siamo nel territorio della Polledrara che al suo interno ha uno dei siti archeologi­ci più antichi d'Italia: un cimitero di elefanti che risale al Pleistocen­e, è il più ricco d'Europa quanto a resti di elefante antico, l'antenato del mammut. Gli ultimi chilometri scorrono veloci, sulla strada compaiono le immagini catturate nell'uscita: le bellezze della città, la gente dei quartieri, il verde dei campi, i sentieri nel bosco. Sono arrivato sotto la nuova casa, in lontananza vedo quella da cui sono partito la mattina, in mezzo ci sono tante altre cose.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy