EDITORIALE
Gennaio 2015
Non mi piace il Capodanno e ancora meno l’1 gennaio: per me sarebbe un giorno da abolire. Non amo i preparativi, dover festeggiare per forza e tirare la mezzanotte divertendosi, mentre si sogna di andare a letto alle dieci. Per ritrovarsi l’indomani (appunto, l’1 gennaio) stravolti perché si è fatto tardi, mangiato e bevuto troppo. E sapete di quella credenza popolare che sostiene che la prima persona che s’incontra la mattina deve essere di sesso maschile (femminile, per gli uomini) o sarà un anno sfortunato? Anche se non ci credo, sono comunque in ansia, perché non si sa mai! Se invece sono in vacanza, in viaggio in qualche Paese lontano, il problema non sussiste: ceno alla solita ora e vado a letto presto. Lontani, e fuso orario permettendo, si può festeggiare in anticipo, o in ritardo, il Capodanno italiano, togliendosi il pensiero senza sensi di colpa. Il 31 dicembre è il punto d’arrivo di un periodo frenetico perché, lavorando fino alla fine, ci troviamo a fare tutto di corsa. Il Natale in famiglia, i regali, la preparazione per la cena in casa e, appunto, la festa dell’ultimo dell’anno: questo rischia di farci diventare un po’ cinici. E invece mi rendo conto, ogni tanto, di rimpiangere i tempi lenti e quelle emozioni con il batticuore dell’attesa, che vivevo quando andavo a scuola. Iniziavano le vacanze invernali e non vedevo l’ora di svegliarmi il 25 dicembre e di trovare i regali sotto l’albero. Sorprendersi, entusiasmarsi e scoprirsi ancora come bambini è una delle cose più belle della vita e va gelosamente preservata. Penso che non dovremmo mai perdere lo stupore. Buon anno a tutti!