Felicità, spalanca le tue braccia
Immaginate un uomo così insopportabile da essere tale persino a se stesso: “Mi chiamo Cesare Annunziata, ho 77 anni, per 72 e 111 giorni ho gettato nel cesso la mia vita”. Vedovo, dopo aver abbondantemente tradito e umiliato la moglie, è padre di due figli: un maschio (“Omosessuale. Lui lo sa. Io lo so. Eppure non me l’ha mai confessato”), e una femmina, palesemente infelice nel suo tentativo di matrimonio borghese. Insomma, un personaggio perfetto per un romanzo in prima persona che vorrebbe essere cinico. Il condizionale è d’obbligo perché, a sorpresa, Lorenzo Marone fa scoprire i sentimenti al suo Cesare. A cambiare le carte in tavola, una situazione di violenza e qualche altro colpo di scena in un’esistenza che il protagonista vorrebbe plumbea come la Napoli che fa da sfondo a questa storia. E alla fine ci si appassiona alla lotta di “chi combatte ogni giorno per essere felice”.