VITA INTERIORE
Il cammino verso la felicità parte dalle nostre zone oscure. Una giovane ricercatrice tedesca si è avventurata nell’intestino per pubblicare un bestseller mondiale
La scrittura femminile è spesso accusata di essere ombelicale. A sfatare il mito ci ha pensato Giulia Enders, classe 1990, che ha venduto un milione di copie abbandonando il proprio ombelico per dedicarsi all’intestino altrui. In senso letterale. Con il libro L’intestino felice (in vetta alle classifiche tedesche per mesi e in uscita in 30 Paesi, tra cui l’Italia dove lo pubblica la Sonzogno) Enders ha deciso di mettere a frutto gli studi in medicina per scrivere un divertente trattato divulgativo sull’apparato digerente. Il tutto corredato dalle illustrazioni - più creative che didascaliche - di sua sorella Jill. La missione è rendere la scienza accattivante e ridare dignità al cosiddetto basso ventre, perché il cammino verso la felicità parte proprio da quelle zone oscure. Non è un caso, spiega Enders, che gli antidepressivi agiscano sul cervello come sull’intestino, le cui cellule producono il 95 per cento della serotonina del corpo. Se, insomma, fosse la nostra pancia - ci chiede - “a necessitare del lettino dell’analista” invece che la nostra testa? Un dubbio più che legittimo, anche se la brutta sensazione di avere buttato soldi e anni in analisi potrebbe aggravare lo stato depressivo. Nel suo manuale verso un