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AFRICA, LA NUOVA ITALIA?

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Simone Cipriani, fondatore e direttore di Ethical Fashion Initiative, programma dell’Internatio­nal Trade Centre, agenzia dell’Onu con sede a Ginevra, ne è convinto. Lavora con l’Africa da anni: mette in contatto marchi internazio­nali e artigiani locali, ofrendo così a questi ultimi la possibilit­à di sottrarsi alla povertà. Secondo Cipriani, quando si parla di moda, il continente ha forti somiglianz­e con il nostro Paese. Anche in Africa l’artigianat­o è molto difuso. E ci sono diversi sarti di alto livello, o meglio couturier. Elementi che ora in Italia sono ridimensio­nati. La loro realtà non è strutturat­a in distretti, che sono invece una nostra specifcità; mentre gli artigiani appartengo­no al settore informale, che non ha niente di simile in Italia.

La moda africana conquister­à la scena internazio­nale?

È già parte del palcosceni­co globale. Gli stilisti sono conosciuti più di quanto si pensi, e lavorano in alcuni casi su scala mondiale, grazie alla grande disponibil­ità africana.

C’è una contaminaz­ione di estetica africana nella moda occidental­e?

Attraverso la nostra rete abbiamo realizzato molti prodotti per grandi frme. Oggi vediamo tecniche africane nelle vetrine di mezzo mondo. È merito anche nostro e dei partner che hanno lavorato con noi: Vivienne Westwood, Stella Jean (sopra, una sua stofa realizzata in Burkina Faso), Karen Walker, Sass & Bide, Stella McCartney, e tanti altri.

Un brand africano che, secondo lei, conquister­à il globo?

Sophie Zinga: ha tutto il potenziale.

E uno mondiale che vorrebbe coinvolger­e?

Mi piacerebbe molto Hermès, perché da sempre sostiene gli artigiani.

Tra i concorrent­i dei Future Fashion Awards 2015, tenutisi a Londra lo scorso maggio, nella categoria per il migliore uso del supporto mobile per la moda, ha vinto Grabble, applicazio­ne che permette di fare acquisti immediati e passionali. Gli outft vengono presentati su schermo e possono essere apprezzati o rifutati sforando sempliceme­nte a destra o a sinistra - nello stesso modo con cui in Tinder, l’app per incontrare persone, si mostra interesse o disinteres­se per il proflo di un partner. Per questa tipologia di selezione veloce e istintiva, Grabble viene defnita anche la Tinder della moda. Una volta scelti i look preferiti, si possono acquistare o salvare nel proprio “armadio”. Quando il prezzo di un capo scende per sconti o promozioni, l’app avvisa con una notifca. Un po’ come se suonasse un alert quando il tipo che ti interessa si è sfdanzato. Quanto tempo risparmiat­o e quante unioni felici. Con la borsa del cuore, almeno (info: www.grabble.com).

Ti amo, ti sforo, ti compro

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