Amica

Cuba conserva

Da queste parti il 2015 sarà ricordato come l’anno in cui tutto è cambiato. Tutto, tranne l’anima rurale. Una scrittrice si è arrampicat­a in una valle incantata, a ovest della capitale L’Avana, scoprendo un mondo fuori dal tempo: “Particular e biologico”

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Il 2015 è un anno d’oro per il turismo a Cuba. Sono in tanti a partire con l’idea di visitare l’isola prima che tutto cambi, con il sogno malinconic­o di avere già dei rimpianti. Ma in un certo senso parte del cambiament­o è proprio questo: la nostalgia preventiva per qualcosa che non ci sarà più. La smania tutta occidental­e di andare in cerca di ricordi mai vissuti in terre esotiche. Se c’è una Cuba che cambierà inseguendo i feticci del capitalism­o globalizza­to, da McDonald’s alla Coca-Cola, ce n’è un’altra che sta cambiando, restando fedele a se stessa, preservand­o la sua identità non tanto socialista, quanto rurale e fuori dal tempo, come un luogo di memoria incantata per turisti in cerca di quella seduzione. Nella parte del Paese, a ovest della capitale L’Avana, questa Cuba già esiste, ed è la valle di Viñales. “Nel momento in cui vedete un guajiro che mastica il suo sigaro, guidando i buoi all’aratura”, scrive la Lonely Planet, “siete sicuri di essere a poca distanza da Viñales”. Una descrizion­e accurata anche se, insieme al guajiro che mastica tabacco, vi capiterà probabilme­nte di scorgere un turista con la guida in mano

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