Amica

La Lettera

Risponde Marzia Migliora

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Oche vedo spuntare una nuova macchia sulla pelle, specie sul collo, mi viene in mente Anna Magnani, che a un truccatore disse: “Lasciami tutte le rughe, ci ho messo una vita intera a farmele venire”. Certo, non risolve il problema, ma un po’ mi consola. Avete mai pensato che alla fine l’unica opera d’arte che racconta chi siamo è il nostro corpo? Passiamo tutta l’esistenza a crescerci dentro e farci i conti. Eppure non smette mai di stupirci.

le sue parole. Credo che il corpo sia mappa di ogni passo realizzato, e allo stesso tempo è memoria di percorsi non agiti. Uno strumento per stare al mondo e un tempio per “sentire” il mondo. Sono un’artista e sovente io stessa sono soggetto delle mie opere, in performanc­e, fotografie e video. Svolgo questa profession­e da più di 20 anni, la mia carriera e la mia ricerca è maturata all’unisono con la mia persona e la mia immagine. Lo specchio inganna. Lo impariamo da piccoli, nelle favole e, ciononosta­nte, da grandi riusciamo a farci raggirare ancora, perché guardandoc­i rifesse cerchiamo una figura rassicuran­te, una bella “fotografia” della proiezione ideale di noi stessi. Ma, come dice lei, il corpo non smette mai di sorprender­ci: il nuovo che sopraggiun­ge ci spiazza perché ci ha già cambiate, ma è altrettant­o vero che l’inaspettat­o può essere benvenuto nel momento in cui è la nostra identità a vincere sull’immagine. L’arte è un’esigente maestra, così come lo è la vita. Praticarla e attuarla costringe a guardarsi, ripensarsi, interrogar­si; a ogni perché corrispond­e un pensiero nuovo e forse anche un nuovo segno. Le mani sono la parte del mio corpo che amo di più, qualcuno una volta le ha definite “intelligen­ti”. Sono mani che non hanno mai avuto tregua, nodose, segnate e forti, che hanno lavorato e che non si stancano mai di gesticolar­e parlando. Le mie mani imperfette sono il mio ritratto.

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