Cattivi Propositi
Di Maria Laura Rodotà
uesta pagina è dedicata a F. che non voleva fare il bagno. Perché è una pagina di settembre, del mese in cui si torna a scuola o comunque, anni o decenni dopo, ci si sente “come se”. E si deve ricominciare; e bisognerebbe cominciare ad avere coraggio. Il coraggio c’è, in genere, notoriamente chi non ce l’ha non se lo può dare (cit.). Ma decenni - non anni - di condizionamenti culturali su come essere una femmina italiana ammodo lo hanno sopito. Quando va bene. Ma tornando a F., si era in tre femmine scappate dalla città per un fine settimana. Si era andate a cena, un bianco in tre, antipasti e secondi di pesce. Si era tornate verso casa e verso un mare calmissimo, c’erano almeno 30 gradi e brezza zero, e due femmine su tre si sono, va be’, ci siamo buttate in acqua. La terza, F., sotto molti aspetti la migliore di tutte noi, di sicuro la più socialmente utile in atto e soprattutto in potenza, è rimasta a guardarci seduta su un muretto. Perché una brava ragazzina cresciuta nel Belpaese non fa il bagno dopo mangiato. Così non ha rischiato, secondo lei, una congestione. Così, al solito, congestiona il suo carattere, i suoi talenti, la sua capacità di godersi la vita, anche. Succede di continuo. Succede quando la giovane donna mobbizzata - è tornata dalla maternità e l’hanno messa in una scrivania faccia al muro lontana dai colleghi - ti dice: “Ma per carità, ti pare che pianto un casino, sei pazza a dirmi di rivolgermi ai rappresentanti sindacali. Pare brutto. Insomma, se non mi lamento e non gli creo problemi tra un po’ mi danno un qualche incarico interessante, magari”. O magari no. Succede quando la signora grandicella esasperata dai figli, se le dici: “Ma non li puoi mandare a quel paese? Non puoi spiegargli che la famiglia è una comunità e tutti devono dare il loro contributo? Non puoi minacciare di buttarli fuori di casa per non fare diventare casa tua una fabbrica di bamboccioni?”, ti risponde: “Ma dai, sono troppo piccolini (hanno in media 20-22 anni, ndr), hanno ancora bisogno di vivere con noi” e “Ma dai, attraversano un momento difficile (lo attraversano dalla terza media, ndr) e hanno bisogno di un ambiente tranquillo” e “Ma dai, anche lo psicoterapeuta si arrabbiava con me quando li sgridavo, mi diceva di non pressarli, di lasciargli i loro spazi, di lasciargli fare le loro scelte” (i figli in questione scelgono solo i pub, ndr). Ma dai, ma ci credono veramente? Ormai sì. Hanno iniziato, quando erano piccolissime, a conculcarle nonne e zie. Poi, qualche maestra/suora/ baby-sitter/prelato inopportuno. Poi, amiche giudiziose e maschi protervi. Poi, capi e colleghi dalla multiforme misoginia. Poi, tutto l’ambaradàn della maternità con le conseguenti infinite colpevolizzazioni. Morale, non sono forse diventate eunuchi femmina (cit. Betty Friedan); ma sono rimaste bambine femmine, e pure di una volta. Di prima del femminismo, prima della rivoluzione giovanile degli Anni 60, prima della Summer of Love. E sono rimaste incastrate nella Summer of the No Bagno Dopo Pranzo. E restano a guardare chi si tuffa, con invidia moderata e qualche preoccupazione. Chi si tuffa non fa niente di speciale, prova a vivere, però. Però. Come si fa a rendere le non-bagniste meno timorose? Non insultandole. È per non venire insultate, anche, che si comportano così. Non buttandole in acqua. Sono state educate a spaventarsi, ne usciranno confermate nelle loro peggiori fobie. Forse, fingendo di assecondare la loro indole femminilmente condizionata: convincendole a compiere un piccolo passo per volta, congratularsi quando lo fanno, invitarle a notare quando ci si stia divertendo/ ci si stia affermando/ si stia vincendo contro qualcuno/ si stiano guadagnando soldi. Anche. Perché svantaggio grave dell’indole non-bagnista è l’incapacità di trattare i propri compensi, non è femminile, non si verrà amate; la capacità di contrattare, che ci sarebbe, serve solo per affliggere dei poveri ambulanti da spiaggia. Gli unici che le guardano come donne alfa, poi, sono sempre lì con loro, non sanno che fare, in acqua entrano poco.