SSSHHH STO SCRIVENDO
Questa frase sibilante, rivolta ai figli, potrebbe suonare come l’espressione di una madre snaturata. Ma fa da pendant a quel “tu hai tanto tempo libero” che molte autrici con prole si sentono rivolgere, come se per loro pubblicare libri fosse solo un pas
Stai ancora solo scrivendo?”. Con questa frase, che dà titolo a un suo saggio, Anne Tyler racconta di quando è andata a prendere a scuola una delle figlie e un padre le abbia chiesto se stesse ancora solo scrivendo o se si fosse trovata un lavoro. La vita domestica con un bambino e la persona che si ama ma anche con il resto del mondo e l’egocentrismo, la dedizione e la solitudine che la scrittura richiede, sono un incastro molto complesso per le scrittrici donne e madri. Il riconoscimento del proprio impegno, essere visti in quello che si sta affrontando, è un altro tema ancora. “Le donne scrittrici che hanno cresciuto dei figli probabilmente quando hanno finito l’impresa hanno un cervello con una forma completamente diversa, con cui hanno imparato a gestire tutto e separare il tutto”, dice sempre Tyler. Per me essere una scrittrice e una madre oltre che una donna, e quindi in relazioni anche di convivenza, è dunque un tema. I libri che ho scritto dopo l’arrivo di mio figlio sono stati strappati al tempo che fuggiva, ai pasti da preparare, agli accompagnamenti e ai doveri di madre. Il tempo della mia scrittura è diventato, per tutti, sempre più invisibile. Dopo l’arrivo di mio figlio ho quindi dovuto inventare una nuova routine, trovare una nuova velocità, scegliere progetti diversi che si adattassero a tutti noi. In fondo però, anche prima di mio figlio, ogni libro è stato strappato alle aspettative di un uomo, di altre persone, al giudizio generale sul mio impiegare il tempo e, molto spesso, anche all’assenza di rispetto per una scelta indipendente e diversa che è così difficile da capire se non se la si prova. Tra la routine della domesticità e la routine della scrittura c’è sempre una sorta di lotta vaga ma incombente, che è del resto presente continuamente nella storia della letteratura così murata di donne scrittrici che hanno fatto della domesticità la loro narrazione e insieme la loro dannazione e ispirazione. Ricordo un’intervista ad Alice Munro sulla
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