Amica

Green card

- di Gabriella Saba

vegan ok. ADATTO AI VEGANI. Sono garanzie sufficient­i? C’è da fidarsi di una formula CRUELTY FREE? E come comportars­i con un soin senza bollino? Sempre più case cosmetiche sposano filosofie eco, ma non è facile destreggia­rsi tra REGOLE E ETICHETTE. Talvolta conviene fare indagini in prima persona

SE C’è un detto

che ben si adatta alle scelte cosmetiche dei vegani è quello che recita “se non puoi mangiarlo, non metterlo sulla pelle”. L’aspirazion­e a uno stile di vita friendly con l’ambiente è ormai acquisita e la costola vegana ne rappresent­a l’ultima e crescente tendenza, come dimostrano l’aumento percentual­e degli adepti e il raddoppio del numero delle aziende presenti all’ultimo Vegan Fest, la più importante fiera internazio­nale del vegano in Italia che si è tenuta nel settembre scorso all’interno del Salone internazio­nale del biologico e del naturale a Bologna. La filosofia vegana non si limita all’alimentare, ma si è estesa all’abbigliame­nto e alla cosmetica. I brand che hanno deciso di dedicare ai prodotti vegan almeno una linea di trucchi e soin sono sempre più numerosi, vedi la famosa boutique naturale The Beautyahol­ic’s Shop che commercial­izza la veganissim­a Juice Beauty di Gwyneth Paltrow, nota per il suo stile di vita eco e per le scelte animaliste. Ma è così semplice capire quando un prodotto è vegano? E quali sono i criteri a cui affidarsi per non sbagliare? «In generale le scritte Vegan Ok o Adatto ai Vegani sono una garanzia sufficient­e», spiega Stefano

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