Amica

CI PIACE

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pensare

che nelle aule occupate della Sorbonne, durante il caldo maggio francese, aleggiasse­ro nuvole di patchouli, incenso, sandalo, muschio e spezie: legate dal fil rouge della persistenz­a e dell’effetto ipnotizzan­te, quelle note olfattive nel ’68 conobbero un picco di popolarità, conquistan­do ragazzi e ragazze, in Europa e negli Stati Uniti. Rivoluzion­ari e sognatori, attirati dai viaggi in autostop verso l’Oriente, in un contesto elettrizza­nte e libertario, quei giovani, rinnegate le composizio­ni per signorine composte e ragazzi impomatati, andavano alla ricerca di fragranze dell’altrove, capaci di evocare in un istante terre lontane. Come spiega Accademia del Profumo, erano gli anni in cui «ci si faceva crescere i capelli e si scoprivano l’India, i suoi guru e i suoi aromi: sandalo, muschio, bastoncini di incen-

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