Incontri ravvicinati
escursioni gastronomiche fuori porta, apericena e dee-jay set, camminate salutistiche, RITROVI per parlare in inglese. Ci sono SOCIAL che consentono di creare e partecipare a eventi di ogni tipo. Basta scaricare l’applicazione e comincia l’avventura, il più delle volte con esiti INASPETTATI. Parola di chi l’ha provato per voi
“È UN antidepressivo naturale, meglio di una vacanza ai Tropici, meglio dell’avventura di una notte”. Così me lo aveva descritto un’amica fidata. Ho pensato subito che si riferisse all’ultimo ritrovato di fitoterapia o ad Alex, la sua nuova conquista. Mi sbagliavo: si trattava di Meetup, che non è una piattaforma per incontri ma un social che ti permette di creare e di partecipare a eventi di ogni tipo e che a Milano, dopo una fase “nerd addicted”, è diventato un must. Da quando ho saputo della sua esistenza, la mia vita non è stata più la stessa, si è costellata di serate mondane che, se non hanno mantenuto le loro promesse, di certo mi hanno fatto tornare il buonumore. Scaricata l’app, è iniziata l’avventura. Decido che la “prima volta” deve essere indimenticabile. Così scelgo qualcosa che fa sperare bene: l’incontro internazionale del mercoledì, in un piccolo locale a Porta Venezia. Mi ritrovo, quindi, a bere Cinnamon Lady e a parlare inglese con altri aspiranti poliglotti di Cinisello Balsamo e Usmate Velate. L’unica straniera, che potrebbe aiutarci a migliorare l’uso della lingua, è una ragazza
scozzese che parla perfettamente l’italiano e non fa altro che imprecare in milanese. Risultato: alla fine della serata ho rispolverato tutti gli errori di pronuncia e di grammatica tipici di noi italiani. Forse le lingue non fanno al caso mio, così mi iscrivo a un meetup di escursioni: Milano - Pavia, 30 chilometri a piedi in maglietta gialla. La meta? Una trattoria che ci rimpinza di tigelle, lardo, salumi e vino a fiumi. Chi l’apprezza particolarmente è Alberto con i suoi pantaloncini oversize da boy-scout. Mi confida di essersi iscritto per dimostrare a se stesso che la sua ex aveva torto marcio: l’ha lasciato perché pantofolaio, vorace e petulante. Da lui imparo che anche nelle ex c’è sempre un fondo di verità. In effetti, Alberto spazzola via la mia parte di salame e mi ammorba per tutta la sera con i drammi dell’umanità.
DECIDO di rifarmi con i palestrati. Non ho nemmeno bisogno di una scusa, visto che dopo il ventesimo chilometro, le mie scarpe da ginnastica si consumano e mi regalano delle vesciche di proporzioni inverosimili. Per tornare indietro a prendere il treno, qualcuno mi deve portare in braccio. Si offre volontario Andrea, salutista tutto muscoli, che si è portato lo yogurt da casa. Sotto il mio dolce peso, le sue braccia non si risparmiano e, anzi, fanno su e giù come per ammortizzare gli urti e le vibrazioni. Penso che sia cavalleria d’altri tempi, poi capisco che mi ha preso per un bilanciere umano: sta cercando di recuperare, mi dice, l’ora di palestra che quel giorno è stata sacrificata alla camminata. La cavalleria è ufficialmente defunta. Unica nota positiva dell’estenuante maratona: Matilde, quarantenne simpatica e alla mano, che è appena tornata da un viaggio last-second in Danimarca per incontrare un famoso guru e dare una svolta alla sua esistenza. Un botta e risposta alquanto surreale. Il maestro: “Figlia mia, devi cambiare vita.” Lei: “Sì, ma come?”. Ore e ore di attesa e il portafoglio di Matilde diventa più leggero. Lui: “Solo tu puoi saperlo”. Realizzo, tra me e me, che la camminata le serve, forse, per smaltire la rabbia, visto che va dritta come un Frecciarossa. Segnata indelebilmente dalle escursioni, mi butto su innocue serate mondane e, passando in rassegna le proposte di Meetup, inizio a partecipare agli “apericena con dee-jay set” organizzati da un bel ragazzo dagli occhioni blu. L’Old Fashion, The Room, il B38 e altri locali alla moda non hanno più segreti per me. Tra una sfuriata di ballo e l’altra, incontro ingegneri ed esperti informatici ventenni che, sfiniti dalla solita strategia di marketing aggressivo, mi regalano la rosa dell’indiano di turno cercando di strapparmi un appuntamento. Va a finire che una sera cedo alla corte serrata di Giacomo. Lui ha 27 anni, ha vissuto in giro per l’Europa e ora lavora in un’azienda di Milano. Non mi lascio sedurre dallo sguardo né dai complimenti, che seguono il decalogo di wikiHow. Poi, Giacomo comincia a parlarmi di astronomia e io rispondo con la fisica quantistica, la filosofia e le neuroscienze e quindi passiamo ai viaggi e all’antropologia, perché siamo viaggiatori non turisti. In un attimo l’universo si fonde nel nostro sguardo e baciarsi è inevitabile. Certo, per cercare l’anima gemella, sarei potuta andare a un convegno di scienziati, ma chi ha mai visto cervelloni alti un metro e 80, con meravigliosi occhi neri, un sorriso alla Ansel Elgort e pettorali da urlo? Io no di sicuro. Ma è proprio dal sorriso che capisco che si tratta di un furbetto. Quando, dopo la prima cena romantica, mi dice che possiamo vederci in settimana, che nei weekend è impegnato, gli chiedo se, tradotto, significhi per caso che è fidanzato. Lui nega. Ma non sa che chi ha davanti ha dimestichezza con il linguaggio non verbale, che con una come me un bugiardo seriale ha vita breve. Ho bisogno di prove. I social sono un campo fertile e riesco a scoprire il nome della fidanzata, Elisa. Ora mi serve l’occasione giusta e Meetup mi corre ancora una volta in aiuto. Scopro che il furfante si è registrato all’incontro internazionale del mercoledì e, infatti, lo trovo insieme ai tipi di Usmate Velate, con una pinta di birra in mano, a occhieggiare teneramente con la povera ingenua di turno. Gli spiattello il nome “Elisa” sotto il naso e quel senso di panico, di sorpresa e di accettazione della sconfitta mi ripaga di tutto: dell’inglese maccheronico, delle imprecazioni in milanese, degli ammorbanti drammi dell’umanità, del salame sottratto senza permesso dal mio piatto, e persino delle vesciche sui piedi. E, mentre mi chiedo perché nella storia della letteratura e del cinema ci sia una sfilza di Sheridan, Montalbano e Maigret, quando il miglior investigatore calza sicuramente tacco dieci (o cinque, a seconda della stanchezza), faccio l’unica cosa possibile per riprendermi dagli eccessi alcolici del weekend e dai sensi di colpa: vado a fare yoga nel parco Sempione con un gruppo di “salutisti agguerriti over 30 con tendenze vegane”. Chissà che con loro abbia un po’ più di fortuna.
Alberto si è iscritto alla 30 chilometri a piedi Milano-Pavia per sbugiardare LA SUA EX, che lo e ha vorace. lasciato perché pantofolaio Da lui imparo che anche nelle ex c’è sempre UN FONDO DI VERITÀ