Piaceri effimeri
di Sara Porro
INSIEME ALLA BRUTALITÀ dei video di workout disponibili su YouTube (mi sono costati un ginocchio), durante il lockdown un po’ tutti abbiamo scoperto la pasta ripiena, una preparazione che in casa non erano rimasti in molti a fare. Ed è un peccato perché, con il pesto, è in cima al podio degli alimenti per i quali la distanza tra la versione casalinga e quella industriale è più abissale: ogni volta che mangio dei ravioli in busta, mi chiedo il perché (con il pesto lo so: è per risparmiare sui pinoli). Metto le mani avanti: la pasta fresca non è difficile da fare, ma richiede precisione e attitudine. Si passa la mattina a modellare come fosse creta e dopo pranzo ci sono i piatti da lavare. Pazienza: è l’occasione per esercitare il piacere dell’effimero, lo fanno anche i giapponesi con la fioritura dei ciliegi. Questa ricetta golosa viene da Capri e, come la celebre torta con cioccolato e mandorle, non ha bisogno di altro nome oltre al potente brand dell’isola campana: si chiamano semplicemente “ravioli capresi”. I più buoni e i più tondi - da far invidia a Giotto - li fa Luigi Lionetti, chef del ristorante Monzù (una stella Michelin) all’interno dell’hotel Punta Tragara di Capri. L’ideale accompagnamento sarebbe il panorama dei Faraglioni, chiaro, ma il piatto è fantastico anche sul balcone di casa, con vista bidoni della differenziata.