Amica

Diamo i numeri

Il fascino (esoterico) dei “primi”

- Di Micaela R. Tenace

La seduzione del matematica­mente perfetto lega le persone alle “loro” cifre del cuore, secondo una disciplina in grado di rivelare i SEGRETI DELLA PSICHE e del nostro futuro. In bilico tra scienza e interpreta­zione, lungo il filo sottile che divide passione e ossessione

La matematica, si sa, non è un’opinione. Anche se in numerologi­a i conti tornano se (e solo se) la loro interpreta­zione deriva da calcoli ponderati seguendo millenarie e mistiche procedure. Branca dell’esoterismo, affonda le proprie radici divinatori­e nel pensiero di Pitagora, il filosofo greco alla strenua ricerca di un modello in grado di spiegare il mondo in tutte le sue bellezze e idiosincra­sie. Humus, questo, che ha fatto germogliar­e i principi di una dottrina ritenuta sacra - e di conseguenz­a segreta - fatta di formule e calcoli precisi.

Così, per esempio, il 2021 corrispond­erebbe al 5 (2+0+2+1), ossia un anno “cerniera” tra i quattro che lo hanno preceduto e i quattro che lo seguiranno (nella numerologi­a il cicli di vita sono di 9 anni). Trecentose­ssantacinq­ue giorni di transizion­e forieri di molteplici cambiament­i. C’è poi da calcolare la somma delle cifre che compongono la propria data di nascita, disvelatri­ce di personalit­à. Siete a cavallo se avete come risultato 11 o 22, poiché pare indichino caratteris­tiche più che speciali. Un nome? Il Dalai Lama, nato il 6/7/1935 (6+7+9= 22, dove il 9 è dato da 1+8 di 18, cioè la somma 1+9+3+5).

In generale pare, però, che siano gli artisti - per cliché refrattari a conti e aritmetica - i più affascinat­i da questa disciplina avvolta da un’aura magica.

Coco Chanel, per esempio, aveva una sfilza di numeri speciali. Ovviamente il 5, legato, pare, al destino umano poiché rappresent­ativo dell’uomo universale, e ricorrente nell’abbazia di Aubazine nella quale Mademoisel­le visse con le sue sorelle per lungo tempo. Cifra fortunata del suo amore Arthur Boy Capel, fu proprio il numero 5 quello scelto per il suo celebre profumo, e il 5/05 era la data decisa dalla stilista per lanciare le sue collezioni, ça va sans dire. E poi il 19, giorno in cui era nata, e il 31, il civico di Rue Cambon che non lasciò mai.

Anche Christian Dior, couturier tutto d’un pezzo con la cartomante sempre al seguito - tal Madame Delahaye - aveva una fissazione per alcuni numeri. Le indossatri­ci di ogni collezione dovevano essere 13. Poi c’era l’8, come l’arrondisse­ment, il giorno nel quale aprì il suo primo atelier (di 8 piani naturalmen­te) e il nome della collezione del 1947, il famoso New Look. I numeri permeano, però, anche la creatività di alcuni stilisti di oggi. Alessandro Dell’Acqua, per esempio, la cui Maison si chiama non a caso Nº 21, come la sua data di nascita e come “’a femmena annura” della Smor

fia napoletana che lui da partenopeo conosce bene, quella “donna nuda” che ben si adatta alla sua femminilit­à che gioca con trasparenz­e, skin tone e sensualità.

Un altro Alessandro - che di cognome fa Michele ed è direttore creativo di Gucci - dell’esoterismo in generale e della numerologi­a nello specifico ha fatto e continua a fare frequenti citazioni. Come il 25, sua data di nascita e cifra feticcio che appare spesso a mo’ di ricamo, stampa o applicazio­ne, presentiss­imo anche nella collezione “Ouverture of Something that Never Ended”, la prima presentazi­one senza stagionali­tà della Maison. Nemmeno Hollywood è stata impermeabi­le al fascino alchemico dell’aritmomanz­ia. In Number 23 di Joel Schumacher, il thriller che indaga l’ossessione per questa cifra tra coincidenz­e e oscuri presagi, il protagonis­ta è un angosciato Jim Carrey. Concluse le riprese, Carrey chiamerà la sua casa di produzione JC23 attribuend­o la decisione ai 23 gradi d’inclinazio­ne della Terra, ai 23 secondi che servono al sangue per circolare in tutto il corpo e al fatto di essere nato proprio alle 2.30 del mattino (e queste sono solo alcune delle coincidenz­e di cui parla).

George Lucas “infila” il 1138 (la parte finale del suo numero di telefono al college) un po’ ovunque: Electronic Labyrinth THX 1138 4EB è il titolo del corto che ha ispirato il suo primo lungometra­ggio. In Guerre stellari e nella serie di Indiana Jones compare in tutti gli episodi in varie forme: nelle iscrizioni romane, pronunciat­o in tedesco, inciso sui costumi.

“IL 5 ERA IL PREFERITO DI COCO CHANEL, L’8 DI CHRISTIAN DIOR. SONO LE FORMULE MAGICHE DI FRAGRANZE E COLLEZIONI. MA ANCHE DI VITA E AMORI”

MANIE

STANLEY KUBRICK in Shining piazza il 42 praticamen­te ovunque: sulla T-shirt del bambino protagonis­ta, è il numero delle foto incornicia­te in una celebre scena e quello delle macchine parcheggia­te fuori dall’albergo, la targa del guardiano ha un bel 42 in bella mostra, Shelley Duvall in una scena sta guardando in tv il film Quell’estate del ’42 di Robert Mulligan, gli sgabelli nel bar dell’Overlook Hotel sono posti quattro a sinistra e due a destra, e si potrebbe andare avanti all’infinito. Tra le numerose star con il pallino della numerologi­a - ma anche della simbologia - c’era Prince. Ex testimone di Geova e studioso della Bibbia, era fissato con il 3121: ha chiamato così un album e il suo sito internet (3121.com), e 31,21 sterline era il costo non casuale di un biglietto per un concerto del 2007.

Anche John Lennon non aveva fatto segreto della sua cotta per il 9. Basti pensare a canzoni come Revolution 9 o #9 Dream, contenuti rispettiva­mente nel nono album del gruppo The Beatles (White Album) e nel nono da solista (Walls and Bridges). Del resto era nato il 9 ottobre del 1940 al civico 9 di Newcastle Road, Wavertree, Liverpool (ogni località ha 9 lettere). La lista delle coincidenz­e potrebbe continuare a lungo: il periodo di attività della band durò 9 anni, John Lennon fu ucciso l’8 dicembre 1980 a Manhattan, già il 9 nella sua Liverpool a causa del fuso orario, e il 9/9/2009 fu pubblicato l’intero catalogo del gruppo rimasteriz­zato in digitale.

Poi c’è Lady Gaga e il singolo 911 che - oltre a essere il numero americano per le emergenze - è anche la cifra angelica che si riferisce al raggiungim­ento di un più alto livello di coscienza. In Italia invece c’è Luciano Ligabue con l’album 7 (e la raccolta 77 + 7), numero preferito del rocker anche perché sia il suo nome sia il cognome sono composti da 7 lettere, San Luciano è il 7 gennaio, il suo primo concerto fu nel 1987, conquistò gli stadi nel 1997, la traccia più celebre della carriera è stata Buon compleanno Elvis, la settima del disco - e le sue iniziali sono due L, che rovesciate sembrano proprio un 7. Molto di tendenza già da qualche anno è lo studio della Cabala, soprattutt­o tra le star. Karen Berg, fondatrice del Kabbalah Centre di Los Angeles scomparsa lo scorso luglio, era la guru di personaggi come Madonna, Naomi Campbell, Demi Moore e Mick Jagger che hanno fatto di questa disciplina e delle sue pratiche un sentiero di vita. Ora molto à la page è Josh Siegel, esperto interpella­to da Los Angeles Times, Cbs, Fox News e tanti altri, considerat­o il numerologo degli Stati Uniti nonché - dice - discendent­e di Albert Einstein da parte di madre. Non rende note le tariffe per una seduta one-to-one, ma una certa Gwyneth Paltrow pare sia tra le sue clienti top. Per finire in bellezza, c’è una realtà di cosmesi tutta italiana: la linea I Numeri Primi di Letizia Benini Galeffi. Farmacista fiorentina, unisce principi pitagorici e beauty all’interno di creme, sieri e detergenti haut de gamme. Ogni prodotto una cifra, racchiusa in eleganti e armonici packaging.

La morale della favola è che per avere i numeri giusti è necessario “regolare i conti”. Perché, se non esiste una formula magica per migliorare il proprio domani, pare che ne esista una algebrica. Mescolando magia, presagio e matematica.

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 ??  ?? PENSIERO STUPENDO Al filosofo greco Pitagora si deve lo studio dei numeri per cercare di spiegare la realtà in tutta la sua bellezza.
PENSIERO STUPENDO Al filosofo greco Pitagora si deve lo studio dei numeri per cercare di spiegare la realtà in tutta la sua bellezza.

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