Amica

Fritti e contenti

La storia dei filetti di baccalà in tempura. Che guizzano croccanti nella crema di carciofi

- di Sara Porro

È UN'OPINIONE IMPOPOLARE

che il piatto più deludente, nel percorso di un menu di degustazio­ne, sia il secondo di pesce. Ma di solito va così: le entrée sono divertenti, la pasta è buona e di sicura soddisfazi­one, il dessert dipende ma è comunque un dolce, quindi la strada maestra per la felicità. La portata del pesce, invece, è molto spesso un filettone servito su salsa a specchio o a foggia di Swoosh, il simbolo della Nike (eh sì: le tendenze dell’impiattame­nto sono tanto ubique e imperscrut­abili quanto quelle di qualunque altra moda).

Preso da solo sarebbe delizioso, ma a quel punto del pasto, già quasi sazi, il filettone annoia un po’ e affatica. Io poi non mangio carne quindi, se il menu dei miei commensali prevede due secondi, a me tocca in genere il doppio turno di pescione in salsa. Alternativ­e? A volte chiedo solo due primi. Ma faccio eccezione quando si tratta di fritto. Fun fact: il modo di dire “fritta è gustosa anche una ciabatta” esiste in quasi tutte le lingue del mondo, è una costante universale culturale. Pur concordand­o con il resto dell’umanità, tengo a segnalare che, da fritto, il baccalà è particolar­mente buono, come nella tradizione romana (ma anche un po’ come il fish & chips britannico). La ricetta, che vedete in queste pagine, viene dal ristorante gourmet Kitchen di Como, dove quest’anno il giovane chef Andrea Casali ha conquistat­o una meritatiss­ima stella Michelin.

PREPARAZIO­NE

Cominciamo dalla salsa. Lavare i carciofi, mondarli e tagliarli grossolana­mente. Metterli in una casseruola con un cucchiaio di olio d'oliva e soffrigger­e per un paio di minuti, coprirli con acqua tiepida e proseguire la cottura fino a quando non saranno teneri (ci vorranno 25-30 minuti). Quindi, frullare il tutto per ottenere un composto liscio e lucido.

Passiamo alla crema. In una pentola d’acqua leggerment­e salata, bollire le patate, poi pelarle e passarle allo schiacciap­atate per tre volte. Condire con sale, olio e aceto di mele e trasferire in una sac à poche (o mettere da parte, se non avete grandi ambizioni per l’impiattame­nto).

Preparare una pastella con l’acqua frizzante molto fredda e la farina, avvolgervi i filetti e, poi, rigirarli nel panko (la panatura dovrà risultare uniforme e compatta). In un tegame portare l’olio da frittura a 170 gradi, immergere i cuori di baccalà e cuocere per 4 minuti circa. Scolare, appoggiare su carta assorbente e salare. Al momento di servire, creare in ogni piatto una corona con la crema di patate, disporre la salsa di carciofi al centro e adagiarci sopra il pesce.

INGREDIENT­I per 4 persone

200 gr di farina tipo 00 4 tranci di cuore di baccalà (120 gr ciascuno) 2 patate medie

1 cucchiaio di aceto di mele

150 ml di acqua frizzante fredda

200 gr di panko (per la panatura in stile giapponese) 3 carciofi

1 l di olio per frittura

FIOCCHI DI SOLE

Questo vino ricorda nel nome - Vin de la Neu - la nevicata alla fine dell’estate durante la sua prima vendemmia. Ed è altrettant­o raro: meno di mille bottiglie l’anno, da uve Johanniter, una varietà resistente alle tipiche malattie fungine. Parenti nobili: Riesling e Pinot Grigio. E vigna a mille metri di altezza sulle Dolomiti. Al naso agrumi, fieno tagliato e fiori bianchi, in bocca un’acidità che rinfresca l’opulenza del baccalà (info: vindelaneu.it).

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Turandot Light Purple. Tutto Rosenthal.
Posate Rock, Sambonet.
In queste pagine. Piatti Heritage Turandot blue. Ciotola per riso, collezione Heritage Turandot white. Calice e bicchiere Turandot Light Purple. Tutto Rosenthal. Posate Rock, Sambonet.

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