Amica

L’amico delle donne

- di Benedetta Rossi

la femminilit­à dei cocktail dress di seta, l’uso funny & chic della fashion jewelry, una palpabile e gioiosa eleganza che premia le donne. Questa è sempre stata la cifra di Alber Elbaz, couturier dai modi squisiti, nato in Marocco e cresciuto in Israele, che - dopo l’esperienza con Geoffrey Beene a New York - vola a Parigi per lavorare da Guy Laroche e Yves Saint Laurent, fino a guidare come direttore creativo, per 14 anni, la Maison Lanvin. Poi, di colpo, il grande abbandono: un addio doloroso dovuto a divergenze con il principale azionista della società. Un “lutto” che Elbaz vive in silenzio stampa, senza fare dichiarazi­oni - «sono un tipo elegante io», dice - tuttavia appassiona­ndosi a scoperte innovative, visitando Paesi mai visti.

Un profilo Instagram, una vita senza più scadenze e ansie: lentamente lo smarriment­o svanisce ed Elbaz trova nuovi spunti. Un viaggio nella Silicon Valley, dove conosce i guru del tech, lo ispira. All’alba dello scoppio della pandemia, ha già in mente un progetto all’avanguardi­a per un designer come lui, famoso per il suo esclusivo aplomb parigino. Ed ecco, quest’anno, il debutto di AZ Factory, in collaboraz­ione con il gruppo Richemont: un esperiment­o di moda che mixa le più avanzate tecnologie con la sartoria, creando silhouette scolpite e look che abbraccian­o il corpo delle donne, facendole sentire amate. Un progetto inclusivo, moderno, pratico. Nel fashion film, con cui ha presentato la

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