Giardini letterari
Papaveri gialli del Galles ed erbe selvatiche convivono con violaciocche e rose. Nella campagna inglese, vicino a casette dai tetti di paglia, fiori e piante crescono in APPARENTE DISORDINE ma in armonia. Sono i cottage garden, simbolo della libertà di espressione e trionfo dell’improvvisazione. Che, con la loro “filosofia di vita”, hanno rapito il cuore di poeti e intellettuali
È EINTIMO E ACCOGLIENTE. I suoi fiori e i suoi arbusti sembrano crescere in un’armonia selvaggia e casuale. In realtà sono il frutto della visione lungimirante di un professionsita del verde. Il cottage garden è l’archetipo del giardino inglese: circonda le case di campagna dai tetti di paglia, in origine di proprietà dei contadini. Non a caso c’erano sempre anche un frutteto, una piccola striscia di terra per gli ortaggi e le erbe aromatiche, proprio per il sostentamento della famiglia.
Questa tipologia di verde è tuttora nel cuore dei britannici. «La ricerca della bellezza e dell’utilità è radicata nella cultura inglese ed è ancora un sogno per molti», commenta Claire Masset, autrice del libro Cottage garden (L’ippocampo). «Sono abitazioni che fanno riferimento a un passato idealizzato, in cui la gente coltivava da sé fiori, frutta e verdura in graziose casette con rose e caprifogli intorno alle porte». E poi, questo stile di giardinaggio più rilassato è un antidoto ideale allo stress. I cottage garden cominciano a essere nobilitati verso la fine dell’Ottocento. «Con il Romanticismo», prosegue Masset, «poeti, artisti e intellettuali acquistano casa in luoghi rustici e isolati, per condurre una vita semplice a contatto con la natura». Molti di questi “rifugi” storici oggi sono visitabili. Eccone alcuni.
LE PASSEGGIATE DI VIRGINIA
Rivestita in legno dipinto di bianco, la Monk’s House di Rodmell, villaggio dell’East Sussex (nel sud-est dell’Inghilterra), è il cottage acquistato nel 1919 da Virginia Woolf (e dal marito Leonard). Qui scrisse alcuni dei romanzi più noti: La signora Dalloway, Orlando e Le onde. La casa di vacanza diventò la sua residenza nel 1940, quando l’abitazione londinese venne distrutta in un raid aereo.
“Qual è, secondo te, il momento più felice della vita?”, chiese un giorno a se stessa la scrittrice. “Credo che sia passeggiare nel proprio giardino, magari raccogliendo qualche fiore appassito”. Virginia contemplava, mentre Leonard seminava le varietà che amava (zinnie, dalie, rose) per infondere a quel luogo una personalità. Malgrado la quiete intima e avvolgente del posto, la scrittrice finì vittima delle sue crisi depressive e nel 1941 si suicidò. Leonard restò fino alla fine a Monk’s House, angolo verde che oggi custodisce le loro ceneri (info: nationaltrust.org.uk/monks-house).
LA NATURA DI THOMAS HARDY
Doveva fare l’architetto, ma cedette al primo amore: la scrittura. Il romanziere e poeta Thomas Hardy ebbe un legame viscerale con la terra d’origine, il Dorset (nel sud dell’Inghilterra), che nelle sue opere è presente sotto il nome di Wessex. Nella formazione, ebbe un forte ruolo il cottage di famiglia in cui era nato: una casa modesta vicina a boschi di castagni, querce, faggi e a distese di erica e ginestra, una natura eccitante per un ragazzino.
Il giardino è quello tipico: una parte fiorita, con le rose rampicanti che decorano porte e pareti mentre, in un artefatto disordine, quelle muschiate convivono eleganti con gerani, digitali e violaciocche. Non manca l’area dell’orto e del frutteto, con meli da sidro. La madre era anche apicultrice: si dice che abbia pagato gli studi del figlio con la vendita del miele. La versione del giardino fiorito che vediamo oggi risale al 1912 (anno in cui la famiglia Hardy lasciò la dimora) e fu realizzata dallo scrittore con l’amico Hermann Lea, che poi andò a vivere nel cottage (info: nationaltrust/hardys-cottage).
A LEZIONE DA BEATRIX POTTER
Era il 1902 quando Beatrix Potter pubblicò un libro illustrato per bambini che sarebbe diventato un bestseller internazionale: La storia di Peter Coniglio. Grazie ai proventi, nel 1905 acquistò la casa di campagna di Hill Top nel Lake District (a ovest, nei pressi di Leeds). Era appena scomparso il fidanzato e nell’arte green Potter trovò sollievo al suo dolore e una nuova vena creativa. La risistemazione dell’area intorno al cottage (l’orto, il frutteto, le bordure lungo il vialetto) la vide impegnata in prima persona. Non disdegnò di mettere le mani nella terra, anche se disponeva di un giardiniere.
Adorava in particolare le piante che si disseminano da sole: il giallo papavero del Galles, la digitale e l’aquilegia. Lasciava mano libera alla natura, tollerando qualche infestante. A chi conosce i suoi libri sembreranno familiari vari angoli del giardino, che evocano personaggi e luoghi raccontati dalla scrittrice e illustratrice (info: nationaltrust.org.uk/hill-top).
OSPITI DI ANNE E WILLIAM
Una delle case di campagna più visitate d’Inghilterra è quella di Anne Hathaway, omonima dell’attrice hollywoodiana ma nata a metà del Cinquecento a Shottery, nel Warwickshire (vi
cino a Birmingham). Il suo nome non sarebbe mai entrato nei libri di storia, se a 26 anni - incinta della prima figlia - non avesse sposato un diciottenne del vicino paese di Stratford-uponAvon, probabilmente in un matrimonio riparatore. Lui si chiamava William Shakespeare ed era destinato a divenire il più grande drammaturgo britannico.
Il cottage dei genitori di Anne, in stile Tudor, a partire dal XIX secolo diventò meta di pellegrinaggio turistico. Il giardino, in stato di degrado, richiedeva un intervento importante e la fondazione Shakespeare Birthplace Trust, che aveva acquisito la proprietà, incaricò negli Anni 20 la giardiniera Ellen Willmott di occuparsene. In un’aiuola, rose, garofanini, achillee ed erbacee creano a giugno un effetto cartolina, mentre nei dintorni dell’abitazione svettano le immancabili malvarose con i loro fiori vistosi di rustica bellezza, in un tappeto di violaciocche, salvia e lavanda (info: shakespeare.org.uk).