Caffè corretto
Ne sanno qualcosa i protagonisti di una diatriba finita persino sui banchi dell’Unesco. Pronta a inserire il caffè nella Lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità, l’ONU si è trovata a fronteggiare un’accesa contesa sulla sua corretta dicitura: l’espresso tradizionale è “italiano” o “napoletano”? La decisione è stata rimandata alla sessione del 2022.
Dai banchi dell’Unesco ai banconi di profumerie e farmacie, la disputa cambia location, portata e significato, ma non scompare. Anche in ambito cosmetico, infatti, il caffè, o meglio la caffeina contenuta nei semi ha schiere di sostenitori e detrattori. E chiama a una scelta che, soprattutto in estate, è difficile rimandare. Proviamo a spiegare il perché. La caffeina è un ingrediente chiave nel trattamento degli inestetismi cutanei della cellulite e, per la sua indiscussa capacità lipolitica e bruciagrassi, è un elemento importante per i prodotti studiati per supportare le diete dimagranti. Ma - ed ecco il ma - è stata a lungo demonizzata da chi soffre, per esempio, di problemi tiroidei.
«Sicuramente la caffeina è una molecola biocompatibile che influisce sugli ormoni tiroidei (T3 e T4), ma, se non esiste un limite di legge al suo impiego cosmetico, ci sarà pure una ragione», sottolinea Reginetta Trenti, responsabile marketing scientifico di BioNike, azienda cosmeceutica made in Italy nel cui portafoglio compaiono più prodotti per combattere buccia d’arancia e accumuli adiposi. «Come sempre», aggiunge l’esperta,
Sfidano gli accumuli adiposi con caffeina pura Attack Serum Body Strategist di (150 ml, € 60, in istituto) e Booster Anticellulite Cell Plus Alta Definizione di (200 ml, € 32). La battaglia prosegue con ReduxCELL Intensive Drink di (10 flaconi da 30 ml, € 29,90, in farmacia). A concentrazione contenuta, Pep Bruciagrassi Zero di (60 pillole, € 32).