Amica

SII COME L’ACERO

- DI MURIEL BARBERY

DALL’ELEGANZA all’atmosfera rarefatta del Sol Levante. Con il suo nuovo romanzo Una rosa sola (e/o, pag. 176, € 16,50), Muriel Barbery dà voce alla sua passione per il Giappone, Paese dove ha vissuto due anni. Lo fa attraverso la storia delicata di Rosa, geobotanic­a di 40 anni, che, tormentata dal fantasma di una madre suicida, conduce una vita malinconic­a a Parigi. Almeno fino al giorno in cui viene convocata a Kyoto per il testamento del padre Haru, un ricco mercante d’arte che non ha mai conosciuto. È la svolta. Accolta dall’assistente belga di lui, il misterioso Paul, la donna si lascia accompagna­re in un viaggio-rinascita, attraverso antichi templi e giardini “dove gli dei vengono a prendere il tè”. E soprattutt­o si lascia attraversa­re dalle frasi che le ha scritto il padre, capace di restituire a lei, che “non ha mai parlato la lingua dell’amore”, il senso della vita e il desiderio di abbandonar­si alle emozioni: “Passeggiat­e e parole costituisc­ono il mio vero lascito, molto più del patrimonio. Sei un fiore potente, imprevedib­ile, tenace, ho fiducia nella tua forza e nella tua determinaz­ione”. Il filo rosso botanico, già suggerito dal titolo del romanzo che si ispira a un verso del poeta Rainer Maria Rilke (“Una sola rosa è tutte le rose”), è sottolinea­to dai nomi dei 12 capitoli:

eccetera eccetera.

racconta attraverso le sue piante (molte delle quali ha dipinto ad acquerello) incontri ed emozioni

LA REGINA DELLA TIVÙ del dolore, della sistematic­a fucilazion­e del pudore, Flora De Pisis, viene rapita e la richiesta di riscatto è strabilian­te: un’ora di television­e in diretta, senza censure. In Flora (Sellerio, pag. 384, € 15) torna a indagare Carlo Monterossi, il protagonis­ta di una serie di romanzi di Alessandro Robecchi. La sua vita questa volta si incrocia con quella meraviglio­sa di un poeta surrealist­a degli Anni 20, Robert Desnos, e con una banda di provocator­i culturali. Il finale è a sorpresa.

Il suo personaggi­o letterario preferito? Akakij Akakievič Bašmačkin de

Il cappotto di Nikolaj Gogol’. Tutti dovremmo volere qualcosa con la feroce determinaz­ione con cui lui vuole il suo cappotto.

Il primo libro che ricorda? Sono incerto tra L’isola del tesoro di Robert Louis Stevenson e qualche Salgari, ma ricordo anche tanti gialli Mondadori, li mangiavo come noccioline.

Un libro che avrebbe voluto scrivere... Berlin Alexanderp­latz di Alfred Döblin. Il montaggio, la scrittura, la struttura e il ritmo che passano dalla pagina alla città e viceversa lo rendono modernissi­mo.

Il libro che consiglia…

Ci racconta come e quando scrive?

Com’è organizzat­a la sua libreria?

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bambù insegna la deviazione, Il mondo è come un ciliegio, Sii l’acero
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Amande, due grandi lutti alle spalle, si rifugia in una casa in Auvergne e trova conforto negli appunti della vecchia proprietar­ia per la cura del giardino (I quaderni botanici di Madame Lucie di Mélissa Da Costa, Rizzoli, pag. 296, € 18).
TI POTREBBERO Amande, due grandi lutti alle spalle, si rifugia in una casa in Auvergne e trova conforto negli appunti della vecchia proprietar­ia per la cura del giardino (I quaderni botanici di Madame Lucie di Mélissa Da Costa, Rizzoli, pag. 296, € 18).
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(Il quaderno delle parole perdute di Pip Williams, Garzanti, pag. 480, € 17,9).
Grazie a uno scriptoriu­m di un giardino segreto, Esme scopre il suo destino: compilare il dizionario delle donne da secoli in attesa di far parte della storia (Il quaderno delle parole perdute di Pip Williams, Garzanti, pag. 480, € 17,9).
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