Anime Cult Speciale

UN MANGA INNOVATIVO

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Alla sua uscita, il manga Akira si dimostra innovativo in tutti i sensi, anche da un punto di vista editoriale. La serie viene pubblicata per la prima volta in Giappone nel 1982 sul quindicina­le « Young Magazine » della casa editrice Kodansha. È lo stesso Katsuhiro Otomo a scegliere la rivista, poiché si tratta di una moderna pubblicazi­one diretta a un pubblico maschile delle scuole superiori e universita­rio, attento ai nuovi trend, alla musica, alla moda. Il target di lettori che Otomo vuole raggiunger­e. Il successo è subito strepitoso, fin dalla prima puntata, e quando arriva il momento di realizzare il volume, Otomo decide di essere ancora più innovativo. Mentre generalmen­te i tankobon sono molto più piccoli delle riviste e formati da circa 200 pagine, per il suo Akira sceglie un formato quasi uguale a quello della rivista e volumi di oltre 350 pagine. Inoltre chiede che in copertina nome dell’autore e titolo siano in caratteri occidental­i, niente kanji, dando al tutto un aspetto molto esterofilo. Anche in questo caso la scelta risulta vincente. Otomo, la cui popolarità è ormai alle stelle, ha anche la forza di imporre le sue scelte all’estero. È lui a scegliere Steve Oliff quale colorista dell’edizione USA, esercitand­o sempre uno stretto controllo sulle edizioni occidental­i del proprio manga. Anche l’edizione in bianco e nero pubblicata in Italia da Panini Comics è frutto di un’attenta revisione dell’autore, che realizza personalme­nte le onomatopee in caratteri occidental­i. In Giappone, in occasione di ristampe, continua a seguire con grande cura il proprio “figlio” di carta. Per esempio nel 2003, quando la Kodansha stampa per la prima volta in Giappone la versione colorizzat­a, sceglie una veste elegante e lussuosa, con tanto di cofanetto in plastica trasparent­e.

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