LA RICETTA DELLA COCA-COLA
Dire qualcosa di nuovo sui robot giapponesi “vintage” potrebbe sembrare un’impresa titanica. Cosa può essere ancora tirato fuori su Goldrake, Mazinga & co., che non sia già stato proposto e riproposto? È la domanda che mi sono posto quando ho immaginato il dossier di questo numero di «Anime Cult».
Credo che la risposta risieda nella struttura stessa e nell’anima della nostra rivista, nella sua “ricetta editoriale”, che abbiamo costruito numero dopo numero, e che ha permesso ad «Anime Cult» di avere un’identità ben marcata rispetto ad altre pubblicazioni del passato e del presente.
Altre volte abbiamo affrontato temi di cui si era già parlato molto ma siamo riusciti a farlo con una chiave nuova e contemporanea; sia chiaro, di ciò non me ne assumo nessun merito, anzi: io stesso ogni volta ne resto particolarmente sorpreso.
Come ideatore e direttore di questo giornale do un indirizzo generale e chiarisco quali sono i temi dei quali voglio che si parli di volta in volta. Da lettore, invece, mi ritrovo i pezzi impaginati tra le mani, prima che vadano in stampa, e ogni numero mi sorprendo del lavoro che viene fatto dai nostri bravissimi collaboratori - il cui merito principale credo sia quello di riuscire davvero a scavare nella profondità degli argomenti proposti. Ciò fa di «Anime Cult» una pubblicazione che ha una qualche affinità con le riviste universitarie. Mi piace pensare al nostro gruppo di lavoro come un piccolo laboratorio di ricerca attorno al tema “Giappone vintage”, particolarmente specializzato in alcuni aspetti.
Prima di tutto: il racconto di anime e manga attraverso gli occhi italiani. Censure, adattamenti, doppiatori, ma non solo; anche fenomeni di costume e di cronaca legati alla pubblicazione di anime e manga in Italia. Di tutti questi temi a mio avviso si è sempre parlato poco e forse un po’ superficialmente.
Secondo: materiali rarissimi (scovati chissà dove), soprattutto editoriali; in questo numero alcune pagine di «TV Sorrisi e Canzoni» di fine anni Settanta che parlano dell’arrivo dei robot in Italia, materiali pubblicitari originali del tempo, cel e immagini poco note (merito di un lavoro di ricerca iconografica al limite del maniacale). Ma anche materiale del “dietro le quinte”, come quello dell’articolo sui lavori di redazione dei manga negli anni Novanta, raccontato da Maurizio Ercole (in questo numero il secondo episodio): chi vi ha mai raccontato come si adattava un manga ai tempi delle pellicole?
Terzo: un lavoro di rilettura critica molto approfondito. Partendo dalla fine della rivista, dalla bellissima rubrica “Recensioni fuori tempo massimo” di Luca Raffaelli, arrivando agli articoli dell’arguto Silvio Andrei (che questo mese ci parla dell’”affaire” Dragon Ball, quando la povera Star Comics entrò nell’occhio del ciclone per colpa di Bulma e di Muten).
Grazie a questo mix di competenze (la nostra ricetta della Coca-Cola sono i nostri collaboratori!) siamo in grado di darvi (anche) un nuovo punto di vista sui robot di Nagai… che sono certo vi entusiasmerà.
P.S. Non fatevi scappare il bellissimo volume appena pubblicato sulle sigle degli anime! Curato da Emanuel Grossi, è pregno dei tre aspetti di cui sopra (l’italianità degli anime, materiali rarissimi e una rilettura critica del passato). In edicola, libreria e fumetteria, non può mancare per nessun motivo nella vostra collezione!