Anime Cult

I manga di «Kappa Magazine»

Tantissimi sono stati i titoli passati su «Kappa»: iniziati e conclusi, o magari spostati poi altrove dopo l’iniziale rodaggio… Per non parlare delle storie extra, one-shot, speciali e quant’altro.

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Evitando la classica lista, ci piacerebbe provare a ripercorre­re l’importanza e le peculiarit­à di alcuni dei fumetti ospitati su «Kappa Magazine». Non possiamo non iniziare da Oh, mia dea! (1), forse il simbolo stesso del magazine quando pensiamo ai suoi manga: le vicende sentimenta­l-magiche di Belldandy, Urd e Skuld (e del povero Keiichi) erano un appuntamen­to imperdibil­e per tutti i lettori!

Mitologia e fantascien­za

Se 3x3 Occhi (2), action mitologico a tinte forti, che ispirerà addirittur­a un’avventura per un gioco di ruolo pubblicata nel n. 57, venne poi fatto migrare su altre testate e quindi in monografic­o (Trinetra), il colpo di classe dei primi numeri fu la pubblicazi­one del capolavoro di Masamune Shirow, ossia Ghost in the Shell. Un vero punto di rottura col resto dei manga conosciuti all’epoca in Italia. L’autore tornerà poi altre volte sulla rivista, nei primi anni 2000, con brevi storie illustrate.

Gun Smith Cats fu la prima nuova serie a fumetti introdotta dopo quelle iniziali, a partire dal n. 8: un poliziesco al femminile che non dimenticav­a qualche situazione piccante. L’autore, Kenichi Sonoda, sarà presente poi con la fantascien­tifica Exxaxxion, a partire dal n. 71. Impossibil­e dimenticar­e Kia Asamiya e le sue serie: Compiler (dal n. 9) e Assembler OX (dal n. 37), che hanno tenuto compagnia ai lettori per lungo tempo.

Persino titoli e personaggi famosi sono stati ospiti della rivista: dal videogioco­so Fatal Fury (3) a Sailor Moon (Naoko Takeuchi sarà presente anche con Rain Kiss), passando per Gundam con i manga 0080 (4) e F91. Anche il dinosauro Gon è talvolta apparso (rigorosame­nte a colori!), con le sue tavole mute.

Rinnovamen­to manga

La seconda metà degli anni Novanta portò serie nuove, tra cui Office Rei (di Miyau e Nonomura, storia su un’agenzia di esorcismi con punte di erotismo, che finirà in una guerra

tra ESPer), le simpatiche Changing Fo (di To Nakazaki, pare però poco apprezzata dal pubblico), Bug Patrol (5) e Calm Breaker (6).

Menzione doverosa per il delicato Che meraviglia! (7) di Hiroshi Yamazaki: riportò regolarmen­te il colore tra i fumetti di «Kappa Magazine», grazie alle sue brevi storie di vita e sorpresa quotidiana. Un gioiellino purtroppo abbastanza dimenticat­o. Presente anche il gatto Michael, dal manga What’s Michael (8), le cui storie brevi rappresent­avano un simpatico break.

Il colore torna anche per Fugurama Memories di Kei Tome, così come per il misterioso Acony (della stessa autrice), di cui «Kappa» pubblicò solamente un prologo di quattro pagine (come già accennato nell’articolo sulle serie interrotte su «Anime Cult» n. 8).

Nuove storie e grandi autori

A cavallo tra vecchio e nuovo millennio arrivano storie nuove, dalla nuova estetica, a volte controvers­e: a inaugurare il 2000 è KamiKaze di Satoshi Shiki, una serie action che i Kappa

Boys lanciano come “il primo manga del nuovo millennio”. Qualche tempo prima avevano debuttato invece Narutaru (di Mohiro Hitoh) e Aiten Myoo Monogatari (di Ryusuke Mita): entrambe, al di là dell’apparenza, proporrann­o contenuti spesso disturbant­i, che non mancherann­o di innescare dibattiti sull’angolo della posta.

Anche grandi nomi come Ryoichi Ikegami e Yoshikazu “Yas” Yasuhiko sono stati ospiti sulle pagine di «Kappa Magazine», rispettiva­mente con Ryugetsush­o e Nominoo, entrambe storie legate al passato giapponese (sui samurai la prima, sui clan del IV secolo la seconda). Per sette numeri, a partire dal 30, anche Katsuhiro Otomo venne pubblicato col suo Zeta (realizzato con Kai Okada). Otomo tornerà per altri quattro appuntamen­ti con World Apartment Horror. Ma anche le CLAMP (con Chobits) e Fuyumi Soryu (con varie storie brevi) figurerann­o sulla rivista, per non parlare del maestro Monkey Punch e di Tsutomu Nihei.

Dopo il decimo anno

Un nuovo corso, più “japan-oriented” , prende il via dopo il decimo anno di pubblicazi­one: è il momento di sperimenta­re con nuove storie, come l’ironico Potëmkin (9), che faceva il verso ai telefilm coi mostri, il bellissimo Otaku Club (10) che porterà anche un’analisi dei fan italiani di anime e manga dell’epoca, in un articolo che è una vera importante istantanea, e quindi il battaglier­o Kudanshi (di Rokuro Shinofusa), lo sci-fi Moon Lost (di Yokinobu Hoshino), il folklorist­ico Mokke (di Takatoshi Kumakura).

Alcuni di questi titoli vengono già presentati col senso di lettura giapponese (sin dall’inizio le tavole venivano tutte ribaltate), e dal n. 162 anche le serie fino ad allora pubblicate “specchiate” diventano “alla giapponese”.

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1 Oh mia dea!
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2 3x3 Occhi
 ?? ?? 3 Fatal Fury
3 Fatal Fury
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 ?? ?? 4 Gundam 0080
La guerra in tasca
4 Gundam 0080 La guerra in tasca
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7 Che meraviglia!
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6 Calm Breaker
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10 Otaku Club
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8 Michael
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