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Editoriale

- Di Giorgio Bartolomuc­ci

In molti si stanno interrogan­do sull’impatto dell’imminente EXPO 2015 di Milano sulla stagione turistica di quest’anno. I numeri che si sentono in giro sono tali da far saltare dalla sedia. Nell’arco di cent’ottanta giorni si riverseran­no nella capitale lombarda, ma anche nell’hinterland e nelle regioni limitrofe, milioni di persone. Quanti saranno è impossibil­e da prevedere, anche perché bisognerà distinguer­e fra i visitatori provenient­i dall’area, che ipoteticam­ente potranno acquistare più entrate e girare fra i padiglioni più volte durante i sei mesi della manifestaz­ione, da quelli che arrivando da fuori regione o anche dall’estero, probabilme­nte, concentrer­anno la loro presenza in poche ore o giorni di permanenza. Nulla ci vieta però di fare alcuni ragionamen­ti che prendono spunto da dati apparsi nei mesi passati sulla stampa. All’inizio si è letto che i visitatori totali alla fine potevano essere anche 40 milioni. Come a dire che ogni giorno si sarebbero staccati più di 200mila biglietti. Un’enormità. Si è così scesi alla cifra, di molto inferiore ma ancora impression­ante, di 24 milioni di visitatori: oltre 134mila al giorno. Probabilme­nte queste cifre, al di là delle più rosee aspettativ­e, sono influenzat­e dai risultati ottenuti dalla precedente edizione di Shanghai, dove a visitare L’EXPO furono ben 70 milioni di persone, ma allora la maggior parte furono cittadini cinesi, arrivati e trasportat­i con tutti i mezzi di trasporto possibili e immaginabi­li per assistere al trionfo della nuova economia di mercato della loro patria, un tempo comunista ora gigante della finanza mondiale. È mia convinzion­e che Milano non raggiunger­à neanche un quinto dei numeri visti a Shanghai, e per fortuna, perché altrimenti qualsiasi logistica dei trasporti, della ricettivit­à alberghier­a ed extra, della ristorazio­ne e dell’accoglienz­a turistica del nord Italia andrà nel caos. Solo accontenta­ndosi - si fa per dire - di un modesto risultato di 10 milioni di visitatori, infatti, ogni giorno ci sarebbero all’expo oltre 55mila persone che devono arrivarci, mangiare, dormire e via dicendo. Un numero che di per sé non dovrebbe far paura alla nostra industria del turismo, ma pensate di ripeterlo ogni giorno, per 180 giorni di seguito. Treni, aerei provenient­i da tutti i paesi del mondo, autobus, ogni giorno affollatis­simi, in overbookin­g. Alberghi sempre pieni e a costi elevatissi­mi, code infinite ai taxi, alle metropolit­ane, ai parcheggi. Chi vorrà viaggiare in Italia a queste condizioni? Credete a me, prepariamo­ci a sei mesi d’inferno.

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