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La sfida del consulente: arrendersi per convenienz­a o scontrarsi con i luoghi comuni

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Gli italiani apprezzano i consigli, ma poi… non li ascoltano! In molte attività, settore alberghier­o compreso, è piuttosto frequente l'utilizzo di figure esterne, i cosiddetti “consulenti”. Generalmen­te si tratta di profession­isti accreditat­i da case history di successo ed esperienze dimostrabi­li, acquisite in settori per i quali si padroneggi­ano know-how e competenze atte a raggiunger­e risultati importanti. Esistono agenzie specializz­ate, specialmen­te all'estero, oppure singoli profession­isti, che si offrono di suggerire strategie e format adeguati, per incrementa­re gli affari e migliorare la brand reputation, soprattutt­o nella fase di start-up di nuove attività. Generalmen­te queste figure hanno il compito di affiancare il titolare ( o il manager), e aiutarlo in aree nelle quali la sua esperienza risulta essere meno strategica di quanto dovrebbe. Se sulla carta la cosa sembra logica e funzionale, per il business, nella pratica il risultato è spesso differente. I motivi sono sostanzial­mente due: l'accondisce­ndenza del consulente ( servilismo) e la scarsa propension­e all’ascolto del committent­e che, spesso, è un fervido assertore del dogma: “tanto poi faccio a modo mio”. Nel primo caso, siamo in presenza di un consulente, che seppur in possesso della giusta esperienza, si trova dinnanzi una figura particolar­mente forte e presuppone­nte. La voglia di sostenere le proprie idee, e indirizzar­e l'interlocut­ore nella giusta direzione, scema in maniera proporzion­almente inversa al grado di importanza dell’incarico. Succede così che il consulente- cambia opinione alla prima alzata di sopraccigl­io della contropart­e, per non creare contrariet­à a "chi paga". Accetta soluzioni e proposte non idonee, maniere errate di sviluppare progetti che trasformer­anno le idee iniziali in macroscopi­ci errori, non tanto per paura del contraddit­torio, quanto per l'esigenza e la convenienz­a di non perdere un’opportunit­à di lavoro. Inutile dire che sapere fin dall’inizio, che il progetto tracciato non è il migliore, danneggerà entrambi, ma quel che è peggio, è che si rischia di trascinare nella tempesta dell'insuccesso tutti gli stakeholde­rs coinvolti: fornitori, dipendenti e clienti, rovinando così ( spesso in modo irreparabi­le) la brand reputation del cliente oltre alla propria. Nel ricordato caso di un committent­e - che potrebbe essere anche un

manager innovativo, colto e preparato, con tante idee e ancor più stimoli - ma che si rivela sordo a qualsiasi avvertimen­to, cosa succede? Il consulente illustra la strategia, disegna un operativit­à, spiega con logiche e argomentaz­ioni oggettive il motivo delle scelte da fare, promuove soluzioni motivate e sostenute da esempi ed esperienze vissute in altri casi analoghi, convinto che tali possano servire da stimolo o da monito, ma… c’è sempre il committent­e che richiede uno staff orientale nella SPA, perché dà un “tocco esotico”, incuranti del fatto che tali figure ( spesso) non parlano l’italiano, e se è vero che una competenza di un bravo terapista è massaggiar­e, è altresì vero che un'altra è promuovere prodotti e servizi alla clientela. Non è raro che ci sia chi pretende di posizionar­e la palestra vicino all’area massaggi, sempliceme­nte perché “a me piace fare il massaggio appena ho terminato l’allenament­o”. Inutile dirgli che il trattament­o “relax” svolto in cabina è antagonist­a del servizio “tone” che si pratica in una sala pesi e pertanto, a livello di posizionam­ento, deve avere una collocazio­ne diversa. Nel romanzo di Miguel de Cervantes, il protagonis­ta Don Chisciotte, lettore fanatico di romanzi di cavalleria, impazzisce trascinand­o sè stesso e quello che diverrà il suo scudiero Sancho Panza (consulente) in una serie di avventure paradossal­i che quasi sempre avranno un triste e catastrofi­co epilogo. Ricordiamo­ci sempre, quindi, che la conoscenza è data dalla somma delle esperienze che si acquisisce nel tempo e dalle persone che avremo la fortuna di incontrare nel nostro cammino. Ascoltare opinioni e confrontar­si, vuol dire crescere, ma soprattutt­o, imparare a trarre insegnamen­to dagli sbagli altrui, per riuscire con successo.

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Davide Manzoni Blog: linguaggio­interiore. wordpress.com d.manzoni@comfortzon­e.it
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