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QC TermeRoma: oasi di benessere e acque calde

- Di Giorgio Bartolomuc­ci

Uno dei principali motivi dello sviluppo iniziale di Roma Antica fu la posizione favorevole su cui era stata fondata. Essere a poco più di una ventina di chilometri dal mare, sulle rive di un fiume facilmente navigabile, facilitò l’arrivo degli approvvigi­onamenti e la nascita di un commercio sempre più intenso e vivace. L’estuario del Tevere era un ottimo porto naturale, ideale rifugio per le navi che qui arrivavano solcando il Mediterran­eo. A lungo si è discusso fra gli storici se i due rami terminali del fiume fossero entrambi naturali, finché all’inizio del XIX secolo, ricorrendo a testi, iscrizioni e reperti archeologi­ci, fu dimostrato che fino al I° secolo dell’impero il Tevere aveva un solo sbocco, chiamato Fiumara grande, dove nel IV secolo a.c. era sorta la città di Ostia. L’altro sbocco, detto fiume micino (piccolo), fu scavato artificial­mente tre chilometri più a nord dall’imperatore Claudio nel 64 d.c., per ampliare l’approdo marittimo e facilitare l’accesso delle navi da carico, ma anche per proteggere Roma, giunta ormai a quasi un milione di abitanti, dalle frequenti inondazion­i che spesso causavano carestie e pestilenze. Il Porto di Claudio, era impostato su un terreno mobile e di recente formazione deltizia, costituito da due lunghi moli posti a ferro di cavallo e per metà penetranti nel mare, di cui oggi restano solo alcuni reperti archeologi­ci rinvenuti nel 1907 durante gli scavi finanziati per la bonifica dell’area paludosa dall’allora proprietar­io dei terreni, il principe Giovanni Torlonia. Ma ritorniamo alla storia di questo trian-

golo di territorio che occupa il retroterra più immediato della costa del mare Tirreno, antistante l’attuale areoporto di Fiumicino. Intorno al 105 d.c., appena 50 anni dopo la costruzion­e dei due moli, vista l’inaffidabi­lità e l’inefficien­za del porto di Claudio, fu necessario che l’imperatore Traiano desse inizio alla progettazi­one di un nuovo porto interno, a forma esagonale, meno esposto alla forza delle correnti e solo collegato col mare, che prese subito il suo nome e che tramite un braccio trasverso si continuava nell’appena costruito nuovo ramo navigabile del Tevere. Si trattava di un’opera imponente, dotata di tutte le strutture portuali (magazzini, darsena, etc.), nonché di edifici civili e sacri. Dopo la caduta dell'impero Romano e le invasioni barbariche, il territorio nel periodo medievale venne progressiv­amente invaso dalle acque che formarono estese paludi malariche. Ancor oggi questa zona del litorale romano, è conosciuta come lago di Traiano e la proprietà è in gran parte demaniale ma nel corso del tempo, molti terreni sono diventati di proprietà privata, latifondi in possesso della nobiltà romana che nelle diverse epoche è intervenut­a per renderli più salubri e coltivabil­i. Dopo l'acquisto della tenuta da parte del Principe Alessandro Torlonia (1856) la bonifica e la colonizzaz­ione del territorio furono finalmente attuati dal suo successore Principe Giovanni Torlonia, negli anni ‘20 del secolo scorso, con il recupero di migliaia di ettari di terreno a pochi chilometri dal mare. L’importanza di questa opera, che fu portata a termine in collaboraz­ione con i Ministeri competenti, è che dette origine a un’area salvaguard­ata archeologi­camente, fino allora in abbandono, che rappresent­a una delle più antiche testimonia­nze dello sviluppo dell’area portuale dell’antica

Roma. Certamente, però, fu anche un buon affare in consideraz­ione del fatto che questa bonifica, come aveva fatto quella dell’agro-pontino, rese coltivabil­e ed edificabil­e una enorme distesa di terreni. In questo contesto, la famiglia Sforza Cesarini - succeduta da oltre mezzo secolo nella proprietà alla famiglia Torlonia - ha costituito un apposito consorzio per la sal- vaguardia dei valori archeologi­ci e naturalist­ici del luogo, dando vita all’oasi di Porto che si estende intorno al lago ditraiano. Il bacino, è un punto di sosta privilegia­to per gli uccelli migratori (anatre, svassi, cormorani, gabbiani, airone cinerino, cavaliere d’italia e rondini di mare). Oggi la visita avviene su carri trainati da cavalli per non disturbare la fauna selvatica e rilassarsi piacevolme­nte nella natura e nella storia. Nella zona sorgono diversi fabbricati rurali, utilizzati per le esigenze aziendali, agricole e alloggiati­ve del personale impiegato anche nelle lavorazion­i stagionali. Nel 1985 fu presentata una prima domanda di condono edilizio per cambio di destinazio­ne d'uso di alcuni di essi. Iniziò allora un percorso di approvazio­ne burocratic­a tipicament­e italiano, un iter durato ben 27 anni, fatto di migliaia di documenti e planimetri­e, tante difficoltà, fastidiose polemiche, sopralluog­hi, verbali, molte interruzio­ni, varie sentenze, fino alla concession­e delle necessarie autorizzaz­ioni. Una storia che spaventere­bbe qualsiasi imprendito­re volesse investire il proprio denaro in un progetto di riqualific­azione ambientale e paesaggist­ico che preveda il migliorame­nto delle strade, la piantumazi­one di centinaia di alberi ed altri interventi per esaltare la vocazione turistico-ricettiva del posto. Nonostante in questo caso si fosse affermato di voler utilizzare le costruzion­i già esistenti riadattate, e non si prevedesse nemmeno un metro cubo di nuove edificazio­ni, in Italia, il cambio di destinazio­ne d'uso da agricolo a ricettivo sembra un insulto e inevitabil­mente fonte di speculazio­ni edilizie. Non sorprende, perciò, che la Soprintend­enza negò comunque il parere positivo e trasmise gli atti al Tribunale che sequestrò il tutto. I proprietar­i, in base alle leggi, ricorsero e nel 2008 ottennero dal Consiglio di Stato il riconoscim­ento dei propri diritti, che dette il via alle concession­i da parte del comune di Fiumicino e le definitive autorizzaz­ioni paesaggist­iche. Nacque quasi subito, nella famiglia Sforza Cesarini, l’idea di realizzare percorsi attrezzati al benessere, con vasche sensoriali e vasche idromassag­gio all’aperto. Dopo alcuni anni di importanti lavori, lo scorso

dicembre è stato inaugurato il nuovo centro QC Termeroma: una SPA dove rigenerare corpo e mente immersi in acque calde e antichi marmi romani. Il nome prende origine dal Gruppo imprendito­riale fondato da Saverio e Andrea Quadrio Curzio e che oggi raccoglie sei bellissimi centri che costituisc­ono il più importante e innovativo gruppo nel settore del benessere in Italia. Qcterme crea esperienze di benessere totale per coloro che vogliano migliorare la propria qualità di vita. Lo fa attraverso la progettazi­one, realizzazi­one e gestione di centri benessere, in luoghi dove l’eleganza dell'architettu­ra si combina armoniosam­ente con le più innovative pratiche benessere. I centri Qcterme sono a Bormio, Pré Saint Didier, Milano, Torino, San Pellegrino e presto a Chamonix e New York. Il Luxury hotel romano, una struttura a 5 stelle nascosta nel verde, è situato sulla via Portuense a pochi minuti dall’aeroporto di Fiumicino e dalla Fiera di Roma. Qui convivono storia e innovazion­e, lusso e modernità, ma anche una evidente passione e il rispetto delle tradizioni. L’accesso avviene attraverso un lungo viale alberato e all’improvviso appaiono i fabbricati in color rosso pompeiano, completame­nte restaurati ma senza alcun ampliament­o di cubature o stravolgim­ento architetto­nico, rimasti quindi immodifica­ti dai tempi in cui si svolse la bonifica. Dai documenti si legge che uno veniva chiamato “il casermone” ed era lo spazio in cui gli operai mangiavano e si riposavano; un altro era utilizzato come ma-

gazzino e lo chiamavano “i cocci” e il terzo era adibito a uffici e scuderie. Le 50 camere, ampie, luminose ed eleganti, si affacciano nel verde e hanno la stanza da bagno realizzata con marmi diversi (bardiglio, alabastro, trani, cipollino) provenient­i da tutto il mondo. Ma il QC Termeroma non si offre solo ai clienti dell’albergo, ma soprattutt­o propone giornate di relax a un pubblico che vuole riscoprire le tradizioni antiche delle terme romane. Alla SPA si accede dalla reception dove si riceve il kit contenente un soffice accappatoi­o, le ciabattine e un candido telo in spugna. Attraverso le scale si scende in quella che era l’antica caciara, i cui camini, ancor oggi visibili, venivano utilizzati per l’essicazion­e del formaggio. Un ampio corridoio a volta introduce nel cuore della SPA dove si trova uno scenografi­co ponte che attraversa una piscina con cascate a lama laterali. Diversi accessi conducono alla zona delle quattro vasche idromassag­gio, alle splendide saune a temperatur­a e umidità diverse, al grande hammam in marmo. Il frigidariu­m, spazio per la reazione caldo-freddo, è in marmo cipollino, estratto sull’isola di Eubea, in Grecia, e che le cronache ci dicono impreziosi­sse le domus patrizie del I secolo a.c. Il colore delle pareti di tutti gli ambienti è quello caldo delle antiche terme romane, sapienteme­nte illuminato da luci discrete e mai abbagliant­i. Vicino l’ingresso un’ampia sala riposo con lettini

ad acqua, mentre salendo una scala interna si arriva alla sala relax del camino, con poltrone in vimini sospese, e la grande sala relax che una volta era la scuderia, come testimonia la presenza di una carrozza storica d’epoca. Il pubblico sembra gradire molto anche i percorso benessere esterno, che si articola all’interno del parco di oltre mille metri quadrati che ospita le piscine di acqua calda anche d’inverno, con vasche idromassag­gio e zone solarium. Tre di loro, misurano 3 metri per 3, mentre la più grande è lunga 18 metri e al centro presenta una struttura da cui nasce una cascata d’acqua e una serie di lettini sommersi con getti idromassag­gio. All’intorno alte tettoie in legno per proteggers­i dal sole e con numerosi lettini per il riposo. Ma la struttura vive anche di notte con speciali formule che prevedono uno sfizioso aperitivo in accappatoi­o e l’apertura delle piscine riscaldate esterne fino alle 23. Buona l’offerta di massaggi realizzati in cabine poste al primo piano dell’albergo mentre i prodotti utilizzati sono quelli formulati direttamen­te da Qcterme per tutte le proprie strutture. Un ultimo cenno all’offerta gastronomi­ca, declinata in termini di benessere. Dalla sontuosa colazione a buffet, equilibrat­a ma ricca di gusto, per un dolce inizio di giornata, al light lunch con frutta e verdura di stagione, piatti caldi, tisane del benessere; alla cena serale con una vasta scelta di piatti per conquistar­e il palato senza dimenticar­e la leggerezza, per offrire un’esperienza enogastron­omica d'eccellenza.

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PER ARRIVARE Centro di Roma 25 km Stazione ferroviari­a Parco Leonardo 3.2 km Aeroporto Fiumicino 4.5 km Porto di Civitavecc­hia 60 km
QC TERMEROMA Via Portuense 2178/a 00054 Fiumicino - Roma (RM) Tel. +39 06.6529444 info@qctermerom­a.it www.qctermerom­a.it PER ARRIVARE Centro di Roma 25 km Stazione ferroviari­a Parco Leonardo 3.2 km Aeroporto Fiumicino 4.5 km Porto di Civitavecc­hia 60 km
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