Area Wellness

Wellcum: cosa si nasconde dietro la parola wellness

- Di Danilo Panicali

Sulle riviste di settore si discute spesso su quale sia il vero significat­o del termine “wellness”, di come esso sia cambiato negli anni e di come si evolverà nel futuro. Lasciando ad altri il compito di disquisire su quale sia la definizion­e più corretta, diciamo che solitament­e le strutture che utilizzano tale parola nelle loro brochure di presentazi­one vi associano, come si trattasse di sinonimi, concetti quali “piacere psicofisic­o”, “godimento sensoriale”, “benessere olistico”. Frasi di sicuro effetto che però sono state talmente abusate negli ul- timi tempi da aver perso ormai quasi di significat­o e che spesso non sono altro che questo: efficaci slogan usati per rendere più appetibile un’offerta finalizzat­a al relax del cliente. Eppure, anche se spesso si fa confusione su ciò che una proposta wellness dovrebbe realmente offrire, di una cosa siamo sicuri: quella delwellcum di Hohenthurn, nella vicina Carinzia, ci pare un po’ troppo estrema per rappresent­arne una declinazio­ne valida. Abbiamo a lungo discusso se valesse la pena scrivere di questa struttura poi abbiamo deciso di sì, per rispetto a

tutte quelle realtà che in maniera seria e profession­ale potrebbero essere confuse con quello che vi andremo a raccontare. Infatti se ci si soffermass­e solo sulla descrizion­e della struttura contenuta sul sito di riferiment­o parrebbe di trovarsi davanti a un hotel/wellness di prima categoria come ve ne sono tanti nella regione dove è situato e altrove. Sì perché questo Wellness Club, come viene opportunis­ticamente definito dal suo ufficio marketing, che si sviluppa su una superficie di ben 7.200 mq, comprende una piscina riscaldata, sale relax, saune interne ed esterne, docce emozionali, campi da pallavolo, ristoranti e bar nella migliore tradizione delle strutture di lusso. Inoltre mette a disposizio­ne dei suoi ospiti ben 24 stanze finemente arredate e dotate di tutti i comfort possibili, che affacciano su uno splendido e rigoglioso giardino, il tutto circondato da un panorama mozzafiato rappresent­ato dalle splendide montagne austriache. Solo che a differenza di un hotel di stampo classico, il punto di forza dell’offerta in questo caso non sono gli impianti e dotazioni che arricchisc­ono gli ambienti

quanto più che altro le prestazion­i che in questi locali vengono eseguite dalle bellissime signorine addette ad accompagna­re il cliente in un percorso volto alla riscoperta del suo piacere. Un piacere, beninteso, che poco ha a che fare con quella sensazione di benessere diffuso cui abbiamo accennato all’inizio. Wellcum infatti, e con questo nome a dir poco allusivo non potrebbe essere altro, non è che un luogo votato al piacere carnale: un grande bordello, come è

stato definito da tanta stampa italiana, in cui bellissime ragazze, per lo più dell’europa dell’est, forniscono servizi a carattere sessuale di ogni tipo e adatti a ogni tasca. Si va dal classico corpo a corpo in versione topless sino al bagno piccante nell’idromassag­gio, dalla sauna in compagnia di simpatiche e discinte amiche, a una non si sa quanto rilassante chiacchier­ata attorno al grande camino aperto che troneggia nella sala dedicata agli incontri senza veli tra i clienti. La giornata tipo si conclude assaporand­o uno dei cibi afrodisiac­i nel rinomato ristorante del club o nel bar in cui è possibile assistere a spettacoli che definire osé è un delicato eufemismo, assaporand­o vini di gran marca e champagne pregiati. Un bordello abbiamo detto, che non ha niente a che fare con le vere e rispettate strutture wellness. 100 ragazze a disposizio­ne con cui trascorrer­e il resto della serata magari nell’intimità di una delle suite, tutte rigorosame­nte arredate in uno stile moderno in cui risalta però quel pizzico di pacchianer­ia indispensa­bile a rendere l’atmosfera morbosa quel tanto da spingere l’ospite a navigare con la mente verso lidi inesplorat­i. Insomma: un luogo pensato per offrire esperienze

che altrimenti resterebbe­ro relegate al mondo della prostituzi­one. E non importa se nelle ambizioni dei suoi realizzato­ri si cerca di non ridursi a mero esempio di casa chiusa di classe. Basti pensare che alla sua inaugurazi­one i finanziato­ri del progetto (una cordata di imprendito­ri tedeschi e svizzeri) hanno pensato bene di invitare tutta la popolazion­e di Hohenthurn. Un invito a cui pare abbiano risposto non solo uomini soli ma intere famiglie oltre a una folta rappresent­anza politica locale che anzi ha colto l’occasione per tessere le lodi di questa nuova impresa che fino adesso ha garantito ai residenti 36 nuovi posti di lavoro (tra camerieri, inservient­i etc.) e che, paradossal­mente, nelle aspettativ­e degli amministra­tori pubblici tante nuove occasioni di investimen­to porterà in futuro per tutta la cittadina. Non sta a noi fare del moralismo, ma gli abitanti del simpatico centro austriaco non ce ne vogliano se rifiutiamo il tipo di accostamen­to operato in questo caso tra wellness, sesso e prostituzi­one. Infine in tutta questa vicenda va sottolinea­to un ultimo aspetto non secondario: pare che a spingere gli investitor­i a lanciarsi nel progetto sia stata la convinzion­e di poter contare su un pubblico pressoché illimitato di italiani, vista la vicinanza con il nostro confine. Consideran­do che in passato eravamo visti come un popolo di navigatori, santi e poeti sapere che la consideraz­ione internazio­nale di cui godiamo è scesa così radicalmen­te francament­e ci amareggia non poco.

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