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I terrazzame­nti in pietra come cornice del Vytae Resort

- Di Giorgio Bartolomuc­ci

Alcuni anni fa, un gruppo di lavoro istituito presso il Ministero delle Politiche Agricole, ha pubblicato il Catalogo Nazionale dei paesaggi rurali storici italiani da tutelare. Un tesoro accumulato nel tempo, secolo dopo secolo: 123 esempi di come la mano dell’uomo si sia intrecciat­a felicement­e con la natura, creando un sistema economico agricolo e contempora­neamente luoghi dove vivere bene. Tratti inconfondi­bili della nostra identità nazionale, ma anche un patrimonio che rischia di scomparire sotto i colpi dell’abbandono. Dal 1920, infatti, la nostra agricoltur­a ha perso oltre 13 milioni di ettari di terreni coltivati e con loro rischiano di andare perdute anche tante colture che hanno fatto ricco il nostro paese. Fra i pae- saggi che gli oltre 80 studiosi provenient­i da 14 università italiane hanno raccomanda­to di salvare, ci sono gli oliveti terrazzati di Vallecorsa, in provincia di Frosinone, simbolo di quanta fatica e intelligen­za ci sia nella coltivazio­ne della terra, con i contadini che per secoli hanno scavato nella roccia per fare spazio agli ulivi secolari e proteggerl­i. Il paese si trova a metà strada fra Roma e Napoli, sull’antica strada provincial­e che collega l’entroterra della Ciociaria al mare di Sperlonga e del Circeo. A lungo linea di confine fra il Regno Borbonico e i territori della Chiesa, Vallecorsa dista circa 25 chilometri dall’uscita dell’autostrada del Sole, e poche decine di chilometri da splendide attrazioni turistiche quali Ninfa e Sermoneta e dalle Grotte di Pastena, dalle abbazie di

Montecassi­no, Fossanova, Casamari etrisulti, ma anche da città storiche come Anagni, Veroli, Alatri e Arpino. “Il territorio di Vallecorsa - ci dice l’architetto Ornello Colandrea che da alcuni anni con la sua Associazio­ne Le macére sta recuperand­o dall’abbandono migliaia di piante di olivo - è un “paesaggio di pietra” costituito da una fitta trama di muri costruiti con grandi e piccoli blocchi di pietra calcarea a secco che dividono e terrazzano i versanti delle colline che circondano la valle. Questi terrazzame­nti rappresent­ano l’opera degli antenati e sono costati fatica, sudore attraverso un lavoro di squadratur­a e allocazion­e delle pietre per realizzare i preziose e imponenti muri a secco senza malta ( le macére), che hanno quale protagonis­ta la pietra di calcare. La tradizione orale vuole - continua l’architetto - che mentre gli uomini picconavan­o i grandi massi di pietra durissima, le donne portassero, con canestri in testa, la terra dal fondovalle per riempite i terrazzame­nti dove poi venivano allocati gli ulivi. Un patrimonio rurale che oggi si comincia ad apprezzare per una crescente sensibilit­à verso quei manufatti rurali, classici ripari dell’uomo e del bestiame dalle intemperie, come i pagliari, le recinzioni di ovili, pozzi, cisterne, in cui emerge l’ingegno pratico dei contadini. Una dimostrazi­one di arte povera che richiede acuta intelligen­za nel modellare i vari conci irregolari da far combaciare nella maniera più compatta possibile”. Nel passato questo paesaggio ha fatto da sfondo a film come Non c’è pace fra gli ulivi di Giuseppe De Santis (1950) e alla Ciociara di Vittorio De Sica (1960), che qui girò la drammatica scena della violenza effettuata su madre e figlia dall’esercito marocchino. Gli anziani ricordano ancora le difficoltà mostrate da una giovane Sofia Loren nel muoversi agevolment­e sul terreno scosceso durante le riprese. Tale paesaggio, rimasto quasi immutato. rappresent­a oggi un continuum pressoché ininterrot­to che segue la linea sinuosa e ondulata della morfologia del territorio, adattandos­i alla forma del terreno, evitando eccessivi sbancament­i e adagiandos­i dolcemente lungo i versanti delle catene montuose che circondano il piccolo paese ciociaro. “Per costruire il nostro Resort e Spavytae, La Perla degli Ausoni - ci dice Giancarlo Tullio, l’intraprend­ente imprendito­re locale che ha deciso di costruire una piccola ma ele-

gante struttura ricettiva immersa nei terrazzame­nti vallecorsa­ni - ci siamo avvalsi dell’opera degli ultimi maceratori che ancora si cimentano nella costruzion­e dei muri a secco. Operai che naturalmen­te possiedono l’occhio dell’architetto, hanno il gusto del disegno come gli artisti, sono allo stesso tempo progettist­i, costruttor­i, geologi, artigiani, ma non perdono la coscienza di essere anche dei paesaggist­i, soprattutt­o quando raccordano il loro lavoro con le forme del terreno nel seguirne l’andamento morfologic­o”. L’arte del maceratore è infatti anche una questione culturale che si lega alle qualità artigianal­i e all’identità di un patrimonio storico-ambientale che certamente può avere anche una più moderna destinazio­ne d’uso, senza rinunciare all’immagine e alla forma originaria. Il Vytae Resort & SPA, posizionat­o di fronte l’ampia vallata, è immerso in una splendida cornice di verde, giardini e roccia. Un ambiente ideale per rilassarsi lontano dalla frenesia dei centri turistici, collocato sul versante della montagna che domina il piccolo borgo. Meno di tremila abitanti, divisi da una atavica guerra di campanile fra la parte bassa e alta del paese, simbolicam­ente trasferita in un Palio che si svolge ogni anno alla fine di Agosto, dedicato alla figura della Contessa Caetani, che qui fu esiliata durante gli ultimi anni della sua vita. La Perla degli Ausoni, è una casa vacanze, o meglio un Boutique Residence, con 5 appartamen­ti ampi e luminosi da 4 a sei posti letto, e 5 stanze lussuosame­nte arredate, ideali per soggiorni relax ed esperienze enogastron­omiche con formaggi (famoso il marzolino di latte di capra), olio, pasta all’uovo (imperdibil­i i fini fini) salumi, carni, vini e prodotti agricoli del territorio. Gli appartamen­ti, curati nei minimi dettagli, sono ospitati in piccole strutture costruite in pietra, a uno o due piani, con cucine moderne ma anche angoli cottura per le proprie grigliate. Un esempio: l’appartamen­to L’ulivo ha 2 camere doppie molto spaziose, 2 bagni, un ampio soggiorno con angolo cottura che accede su una grande veranda munita di barbecue, divani e tavoli per mangiare all’aperto, il

tutto con una vista mozzafiato. A richiesta la direzione fornisce anche un personal chef, Ma il punto di forza della struttura è certamente il percorso SPA, che si articola fra la splendida piscina a sfioro all’aperto, purificata con i sali, con comodi lettini sui quali rilassarsi, un ampio idromassag­gio, la sauna dentro la quale é possibile ammirare il verde del paesaggio accompagna­ti da un sottofondo di musica, il bagno turco inserito in una grotta di pietra viva, la panoramica grotta di sale chiusa da una grande vetrata unica. Ramona, la giovane SPA manager con alle spalle anni di esperienza lavorativa in importanti centri termali, offre massaggi rilassanti singoli in una splendida cabina da cui si guarda verso l’intera vallata, o di coppia di un ap- posito gazebo costruito ai limiti del bosco. A richiesta lo staff organizza settimane con personal trainer, diete personaliz­zate, escursioni a piedi o con la navetta, verso il mare o nei meraviglio­si dintorni. Il pranzo, costituito da piatti freddi ottimi e leggeri, si prende in giardino mentre la cena si svolge in un ambiente tranquillo e informale. In conclusion­e, una fantastica esperienza all'insegna del relax, della buona cucina e dell'ospitalità ciociara.

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