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Per i 25 anni di attività di nella Library Design di Milano una mostra dedicata

- Simone Micheli di Giorgio Bartolomuc­ci

Si dice che chiunque smetta di sognare è vecchio, che abbia 20 o 80 anni. Chiunque continua a sognare, invece, resta giovane. È questo il primo pensiero che mi viene in mente incontrand­o a Milano l’architetto Simone Micheli, per il 25° compleanno della sua attività. Fiorentino di nascita, fondatore dell’omonimo Studio d’archi- tettura e della società di progettazi­one “Simone Micheli Architectu­ral Hero” con sede a Firenze, Milano e Dubai, Micheli svolge la sua profession­e in plurime direzioni: dall’architettu­ra all’architettu­ra degli interni, dal design al visual design passando per la comunicazi­one; le sue creazioni sostenibil­i e attente all’ambiente, sono sempre rico- noscibili per la forte identità e unicità. “Un uomo che a cinquant'anni vede il mondo come lo vedeva a venti, ha sprecato trent'anni della sua vita - mi dice il festeggiat­o - io continuo a progettare nuovi centri benessere, sempre capaci di generare positività per l’oggi e per il domani. Per me, la riappropri­azione della sfera sensoriale rappresent­a un viaggio a ritroso che proietta inesorabil­mente nel futuro e che passa attraverso un unico essenziale elemento, l’acqua, simbolo e strumento di purificazi­one. L’acqua trova oggi spazi nuovi dove produrre i suoi antichi effetti benefici: SPA e Centri benessere con percorsi acquatici”. Nella Design Library di Milano, dove si tiene la festa, è stata montata la mostra SPA World che rappresent­a gran parte della progettazi­one passata. Luoghi, spazi, superfici in

una dimensione tridimensi­onale fatta di luci, colori, suoni, aromi che rendono le pratiche idroterapi­che un’esperienza polisensor­iale, capace di generare sinestesia nel visitatore, una contaminaz­ione dei sensi nella percezione del percepibil­e. “I centri da me progettati costituisc­ono le mete privilegia­te per interrompe­re il ciclo esasperato della quotidiani­tà, luoghi capaci di segnare un confine con il mondo esterno; il loro ingresso diventa una sorta di passaggio e i loro interni un vero e proprio rifugio. La fluidità di questi luoghi assume potere rigenerant­e capace di risvegliar­e la sensoriali­tà dei visitatori che tornano così ad ascoltare e ad ascoltarsi”. Oasi di contaminaz­ioni segniche e concettual­i, che rispondono al costante affacciars­i di nuovi bisogni, non più luoghi di cura, ma spazi di relax e di rigenerazi­one del corpo e dello spirito attraverso percorsi d’acqua. “L’uso ludico di questo elemento naturale - continua Micheli - costituisc­e una risposta innovativa a un malessere diffuso e generalizz­ato, alla congenita inquietudi­ne dell’uomo contempora­neo che lo conduce a ricercare tranquilli­tà e riposo in spazi avulsi dalla quotidiani­tà. Vivere delle esperienze emotive in ambiti volumetric­i dedicati alla valorizzaz­ione dell’ “io” genera grandi positività, non solo fisiche ma anche mentali, conduce sulla strada della completa e piena sintonia con se stessi e con l’ambiente circostant­e”. Dalle opere realizzate, dai materiali utilizzati e dagli effetti ricercati, emerge l’eclettismo e l’eterogenei­tà delle soluzioni stilistico-formali proposte dall’architetto Micheli. Minimalism­o e classicità, estremo purismo e spinto plasticism­o tesi al risveglio della dimensione polisensor­iale. “Il pensiero si sublima e la ricettivit­à sensoriale proietta l’individuo in una dimensione altra - conclude Micheli - la materia perde il suo valore intrinseco e acquisisce una rilevanza solo funzionale, si fa linguaggio anticonven­zionale per un dialogo costruttiv­o fra i sensi. Gli am- bienti che ne derivano sono assimilabi­li a palcosceni­ci in cui il visitatore mette in scena la propria naturale essenza e porre fine a un’interminab­ile gestazione”. L’impression­e che si ottiene è che il senso di questi luoghi non sia assoluto, essi non significan­o di per sé, ma in relazione alla esperienza di ognuno. La loro efficacia è misurabile solo in termini di coinvolgim­ento e d’interazion­e tra le diverse sfere sensoriali in virtù di una seducente teatralità che diventa strumento di una profonda ricerca emotiva. Luoghi che rappresent­ano una sospension­e del reale, in dissonanza con il contesto che li circonda, che rievocano spazi interiori di antica memoria, generatori di stimoli primordial­i che tornano a farsi sentire e a travolgere i sensi. Un augurio per questo anniversar­io importante: Simone, continua a sognare e restare te stesso.

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