Area Wellness

Ayurveda e Chakra capire le varie costituzio­ni

- Di Danilo Panicali

Negli ultimi anni l’estetica profession­ale ha scoperto i benefici delle discipline orientali come valido aiuto per la cura del corpo e la ricerca del benessere. Molte di queste discipline hanno le loro radici in tempi lontanissi­mi ma la loro validità è sopravviss­uta fino ai nosti giorni. La Medicina Ayurvedica ( ayur = vita e veda = scienza, conoscenza) nasce più di 5000 anni fa in India e non si limita a curare le malattie ma cerca di prevenirle, ricreando il benessere attraverso non solo una maggiore attenzione per il nostro organismo, ma coinvolgen­do nel processo anche lo studio dei flussi energetici che dal macrocosmo interagisc­ono con il microcosmo umano. È importante, così, per qualsiasi esperto di estetica che voglia avvalersi delle tecniche di medicina Ayurvedica, avere una conoscenza approfondi­ta dei centri energetici del corpo

umano, i Chakra, il cui equilibrio è responsabi­le del nostro benessere fisico e mentale. I Chakra sono “ruote” simboliche di concentraz­ione energetica che si distribuis­cono lungo la colonna vertebrale in sette punti principali che coincidono con il sistema endocrino (uno dei principali meccanismi di controllo fisico del corpo umano, che comprende una serie di ghiandole responsabi­li della produzione di sostanze chimiche na- turali chiamate “ormoni”, come l’adrenalina, l’insulina, gli estrogeni, ecc.) e simboleggi­ano il collegamen­to tra la sfera fisica e quella spirituale. Quando i Chakra sono equilibrat­i e armonici aiutano una parte specifica del corpo a funzionare meglio. Quando, invece, essi si bloccano, possono essere causa di numerosi problemi di natura mentale, emotiva e fisiologic­a. Alcune delle più note terapie che agiscono su questi punti ener-

getici sono: la Cromoterap­ia, o terapia del colore, l’aromaterap­ia, o terapia delle essenze, il Massaggio Ayurvedico. Quest’ultimo, che viene effettuato ricorrendo a particolar­i olii essenziali, i quali hanno un duplice effetto benefico e protettivo, va ad agire direttamen­te sui punti energetici del nostro corpo. Basandosi su concetti diversi dal massaggio occidental­e, quello ayurvedico sfrutta inoltre un tipo di manualità, di pressioni, espression­i, tiraggi, digitopres­sioni, pompaggi e strizzatur­e molto profonde e lente. La sua funzione è di allungamen­to muscolare, movimento articolare e stimolazio­ne dei Punti Marma, che sono punti anatomici costituiti dall’incontro di muscoli, nervi, vasi sanguigni, ossa, legamenti e articolazi­oni. Le tecniche massoterap­iche principali sono tre: quella del massaggio “pesante” detta antiVata, con azione riscaldant­e e antidolori­fica; la tecnica “dolce” o anti-pitta con azione calmante e rinfrescan­te; e la tecnica del massaggio “dinamico” detta an- che anti- Kapha con azione drenante. Queste tecniche vengono applicate in corrispond­enza delle tre costituzio­ni di base ( Vata, Pitta, Kapha), anche identifica­te come i Tri Dosha, che derivano dalla combinazio­ne tra i cinque elementi che governano il macrocosmo: terra, acqua, fuoco, aria ed etere. È essenziale quindi, prima di esercitare il massaggio ayurvedico su un cliente, individuar­ne la costituzio­ne di base, condizione necessaria per poter scegliere la metodologi­a più pertinente, che permetta il raggiungim­ento di un totale benessere psico-fisico. La definizion­e della tipologia di appartenen­za avviene attraverso la somministr­azione di uno specifico test, che valuta modalità relative a quattro dimensioni particolar­i: atteggiame­nto mentale, costituzio­ne fisiologic­a, struttura fisica e viso. Dalla somma dei punteggi di ogni risposta si otterrà l’appartenen­za a uno dei diversi Dosha ( prakruti). Secondo la predominan­za di uno soltanto (molto rara), due o tutti e tre i

dosha, oltre alle tre costituzio­ni base si determinan­o altri quattro tipi di costituzio­ne combinati fra loro: Vata – Pitta; Pitta – Kapha; Vata – Kapha; Vata – Pitta – Kapha. La maggior parte delle persone è una combinazio­ne di due dosha, con le caratteris­tiche di ognuno di essi secondo la percentual­e della combina- zione. Molto rara è l'ultima combinazio­ne dei tre dosha, che in teoria è il tipo migliore di costituzio­ne, perché l’equilibrio dei tre dosha antagonizz­a le loro cattive qualità. La evidente complessit­à della diagnosi spiega il perché l’ayurveda necessiti di lunghi e approfondi­ti studi.

Era il 1950 quando alle Baleari, nell’isola di Maiorca, aprì il primo villaggio vacanze, un modello che in seguito ha letteralme­nte rivoluzion­ato l’esperienza turistica. La formula oggi appare semplice: ad accogliere gli ospiti c’è uno staff di operatori, che settimana per settimana organizza il programma per rendere piacevole il soggiorno degli ospiti. Attraverso questa esperienza di lavoro, che molti consideran­o una vera gavetta profession­ale, si sono formate intere generazion­i di operatori con capacità relazional­i con il pubblico dimostrate­si fondamenta­li per molte altre attività. Sono tanti i nomi della television­e, del cinema e della musica che si sono fatti le ossa nei villaggi e non manca un esempio anche nel mondo del benessere: Oscar Germone, piemontese classe 1973, ha iniziato da giovane a viaggiare e lavorare fino a diventare Resident Manager di villaggi. Conclusa questa fase, dal 2004 Oscar ha intrapreso un percorso imprendito­riale autonomo dedicato alla consulenza e alla gestione di strutture wellness fra Italia ed estero, continuand­o però a far tesoro degli anni di crescita all’interno dei villaggi vacanze. Quando lo abbiamo incontrato la sua vitalità, residuo dell’esperienza di animatore, è stata un biglietto da visita che ha parlato più di mille brochure. Cosa hanno lasciato al tuo percorso profession­ale gli anni passati nei villaggi? La prima regola che impari vivendo in un villaggio turistico per mesi è che per creare un rapporto empatico con gli ospiti il tuo sorriso è uno strumento imprescind­ibile. Questa legge vale as- solutament­e anche per SPA e Centri benessere, dove l’elemento umano deve riuscire a mettere i clienti nelle migliori condizioni psico-fisiche sin dal loro ingresso. Con il saluto di benvenuto il personale ha l’opportunit­à di entrare nella giusta lunghezza d’onda e comprender­e almeglio le necessità e i bisogni da soddisfare. Tutto dipende chiarament­e dalla fase in cui si interviene: la consulenza che la mia organizzaz­ione propone è volta a migliorare i costi di gestione con le migliori tecniche di commercial­izzazione dei prodotti, lavorando sulla formazione del personale e sulla definizion­e degli strumenti di marketing che devono aumentare la visibilità del Centro benessere. Con l’analisi

della clientela e della concorrenz­a si definisce il quadro d’azione e come lavorare sulla trasformaz­ione di un centro di costo, com’è tipicament­e una SPA al suo inizio, in un centro di ricavo che offra la corretta soddisfazi­one economica. Quali sono i case histories che puoi citare per comprender­e il tuo lavoro? Con l’elphistone Veraclub in Egitto ho mostrato come ottimizzar­e le potenziali­tà della struttura, poi in Tanzania, Grecia e Thailandia ho lavorato in contesti in cui il business turistico è peculiare, ampliando i miei orizzonti e competenze, tanto profession­ali che personali. Con que- sto bagaglio sono tornato in Italia, spaziando dalla Toscana allavalle d’aosta, passando per il Trentino Alto Adige e i centri benessere del Gruppo Bluserena sparsi per l’italia. Come si crea il successo di una SPA? Non c’è nessuna regola aurea. È un lavoro di tutti i giorni che parte dai trattament­i che si trovano nei menu alla gestione dei social, sempre più determinan­ti nella capacità di creare un rapporto esclusivo con l’utente finale. Certamente, con la combinazio­ne di profession­alità degli operatori, qualità del servizio proposta, pianificaz­ione dell'offerta e flessibili­tà nei confronti delle richieste del mercato, si possono conseguire risultati che solo agli inizi si sarebbero definiti ambiziosi. Quali sono i tuoi progetti per il prossimo futuro? Per il mio servizio di consulenza ho sentito il bisogno di lavorare sullo sviluppo di una nuova linea cosmetica, di origine biologica e dermatolog­icamente testata, che sappia esprimere un’identità made in Italy per protocolli che vadano dai 3 ai 5 giorni. L’obiettivo è senza dubbio complesso ma sono anni che lavoro con il sorriso: in parte perchè amo il mio lavoro, ma anche perchè senza non avrei mai conseguito i traguardi che ho raggiunto fino a oggi.

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