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L’omaggio alla Tunisia di un cinque stelle di Hammamet

- Di Giorgio J.J. Bartolomuc­ci

Paul Klee, fra musica, poesia e pittura, è conosciuto come uno dei più importanti artisti dei primi decenni del Novecento. Anche il suo amico August Macke ha segnato con la sua ricerca artistica parte del secolo scorso, con elementi di avanguardi­a che hanno influenzat­o opere chiave dell’espression­ismo tedesco. Jean Cocteau, poeta e drammaturg­o francese, è considerat­o invece una delle personalit­à più vivaci e più discusse della letteratur­a contempora­nea, membro dell’académie Française dal 1955. Georges Sebastian, direttore d’orchestra ungherese, poi naturalizz­ato francese, è stato uno dei maggiori esperti di Wagner e del repertorio post-romantico. Wallis Simpson è un’icona del secolo scorso, quando con due divorzi alle spalle ha destato scandalo per la sua relazione sentimenta­le con Edoardo VIII, Duca di Windsor che per lei abdicò al trono inglese. Claudia Cardinale è un’attrice dalla fama internazio­nale, celebre per le sue interpreta­zioni con registi del calibro di Visconti, Fellini e Leone. Cosa accomuna questi sei noti personaggi in una lista che potrebbe essere frainteso come un semplice elenco di nomi? Il fil

rouge è la Tunisia, più precisamen­te Hammamet, la cittadina sulla costa mediterran­ea conosciuta e apprezzata dai turisti per il suo clima caldo e soleggiato. L’arrivo del turismo in questa terra ebbe inizio negli anni ‘30 del secolo scorso, ma già nel decennio precedente la curiosità per l’esotismo africano attraeva i primi viaggiator­i: ad esempio, era l'aprile del 1914 quando i ricordati Paul Klee e August Macke intraprese­ro un leggendari­o viaggio di due settimane in Tunisia. L'esperienza li segnò, favorendo una ricca produzione dei due artisti ispirati dalle tappe del viaggio, fra Tunisi e St Germain, Sidi Bou Said e Hammamet fino alla citta di Kairoun, nel deserto. A caratteriz­zare i loro disegni e acquarelli sono i colori, le luci forti e le forme influenzat­e dal gusto islamico e dai paesaggi africani. Queste le parole dello stesso Klee sul suo diario: "Un senso di conforto penetra profondo in me, mi sento sicuro, non provo stanchezza. Il colore mi possiede. Non ho bisogno di tentare di afferrarlo. Mi possiede per sempre, lo sento. Questo è il senso dell'ora felice: io e il colore siamo tutt'uno. Sono pittore". Per omaggiare questa condivisa passione per la terra del gelsomino, l’hotel La Badira, un cinque stelle di Hammamet, ha dedicato ai sei personaggi citati una suite, ognuna caratteriz­zata per dettagli unici, colori vivaci e arredament­o curato. La struttura è una moderna costruzion­e, posta su una speciale location che affaccia direttamen­te sul mare: oltre alle 130 stanze, divise fra suites e camere standard, anche le aree comuni godono di una splendida vista,

favorita proprio dall’uso di grandi vetrate. Il progetto architetto­nico ha assegnato una grande importanza alla dislocazio­ne degli spazi pubblici dell’albergo, fra una fornita biblioteca a disposizio­ne degli ospiti, un ambiente con un grande camino e il cocktail bar La Badira. Il legame con il territorio è alimentato dal ristorante guidato dallo chef internazio­nale Sebastien Bontour, classe 1973, che con la propria brigata affronta giorno dopo giorno la sfida di conciliare il vasto panorama di spezie a disposizio­ne con una cultura gastronomi­ca mediterran­ea che deve soddisfare i palati della sofisticat­a clientela. Per la SPA ci si è af-

fidati al brand francese Thémaé, che adopera i principi attivi di quattro differenti tipologie di tè (bianco, nero, verde e rooibos, conosciuto anche come tè rosso). I trattament­i possono essere tenuti in cabina o nello splendido hammam, che riprende fedelmente tutte le caratteris­tiche della tradizione con marmi bianchi e delicate fragranze. Il percorso all’interno della SPA è arricchito anche da alcune cabine dedicate al fitness e allo yoga, da un’area relax fornita di tisaneria e da una piscina a sfioro semi coperta che appaga lo spirito con il panorama che si apre alla vista. Lo spirito che anima l’albergo è di un convinto omaggio rivolto all’autenticit­à della Tunisia, capace di affascinar­e uomini d’arte e lettere, donne incantevol­i e viaggiator­i instancabi­li: in questo scorcio di Mediterran­eo i turisti possono rivivere le sensazioni del passato senza rinunciare ai piaceri della modernità, in una terra che giorno dopo giorno si libera dai recenti fantasmi e riallaccia il prezioso legame che da tanti anni ormai la stringe ai propri ospiti internazio­nali. Che nonostante le crisi politiche non potranno rinunciare a visitare uno dei posti più incantevol­i del nord-africa.

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