Valeas: un centro sportivo per allenare al meglio corpo e mente
Acosa serve un mito di fondazione per una città? Gli storici non hanno dubbi. Ricostruire il proprio passato attraverso la fantasia, intrecciando materiale mitologico, simboli o fatti realmente accaduti, serve soprattutto a costruire il senso d’appartenenza a una comunità, a definire un’identità, a rappresentare il senso di sé. Molti preferiscono rinunciare perciò alla verità storica delle proprie origini, inventando una tradizione o per l’appunto un mito di fon-
dazione, ma non sempre l’operazione riesce e ci si accorge che se ne può fare anche a meno, puntando a valorizzare invece solo la verità. È quello che è successo alla città di Pomezia che qualcuno voleva identificare come l’antica Suessa Pomezia, citata in numerosi scritti romani, ma la cui posizione precisa non è mai stata trovata. Meglio ricordare, allora, che l’origine della città è molto più recente. Venne infatti costruita negli anni Trenta in seguito alla bonifica dell'agro pontino. Nel 1928 il governo fascista di Mussolini emanò la legge per la bonifica integrale della pianura paludosa che si estendeva dal Mar Tirreno ai Colli Albani e, terminata l’opera, vennero emessi dei bandi per la costruzione sul territorio di varie città, fra cui Pomezia, che inizialmente doveva chiamarsi Ausonia. Ci vollero quattro anni per realizzare il progetto urbanistico degli architetti Petrucci, Tufaroli, Paolini e Silenzi, e Pomezia venne inaugurata il 29 ottobre 1939. I primi abitanti furono famiglie povere provenienti dal Veneto, Friuli, Emilia Romagna, cui furono assegnati piccoli poderi. Dopo la guerra, quello che era stato pro- gettato come un borgo agricolo, visse un notevole sviluppo industriale, incentivato dalla Cassa del Mezzogiorno. In particolare, negli anni ‘80 furono costruite molte industrie farmaceutiche che resero Pomezia una delle più importanti realtà economiche del Lazio. Lungo la strada
Pontina, che collega Roma a Latina, trovarono spazio gli stabilimenti delle più importanti multinazionali del farmaco e centinaia di piccole e medie imprese specializzate in cosmesi e benessere. Ciò fece presto guadagnare a Pomezia il titolo di “capitale della salute”, un riconoscimento che la contraddistingue più di qualsiasi mito di fondazione artificiosamente inventato. Con un occhio rivolto al passato di questo territorio e l’altro alla modernità di una diffusa realtà imprenditoriale, qui è nata l’idea di una struttura dedicata al benessere, al fitness e alla salute, tesa al perseguimento di valori fondamentali, alla base della cultura e del progresso dell’essere umano. Nella mente dei suoi proprietari, infatti, è dal benessere interiore che derivano il vigore, la bellezza e un buon stato di salute psicofisica, intesa come un diritto primario dell’individuo. Ma per stare bene c’è bisogno anche di rilassamento e quiete, soli con se stessi, o in condivisione con le persone che si amano, per conquistare l’equilibrio in armonia con chi ci circonda. Per il nome della struttura è stato scelto Valeas, l’antico saluto che i Romani si rivolgevano incontrandosi per strada oppure con cui Cicerone apriva le sue epistole. Vale, o Cura ut valeas, che significava: Cerca di star bene, abbi cura della tua salute. “Il verbo valeo – ci dice il proprietario Antonio Di Tullio – racchiude nel suo significato primario tutta la missione del nostro centro: impara a valere, a essere forte, a essere capace e sano, a godere di ottima salute. Negli ambienti di Valeas si allenano il corpo e la mente. Avere un corpo, riconoscerlo, accettarlo, inserirlo nello spazio mentale con tutti i suoi pregi e difetti è una strada che ogni soggetto, a partire dall’età infantile, deve desiderare di percorrere. L’alleanza tra la mente e il corpo, non è una cosa innata ma è necessario impegnarsi per costituirla”. È in linea con questi principi che la grande struttura, che copre oltre 5mila mq, è idealmente divisa in quattro spazi, per rigenerarsi; per allenare il proprio corpo; per migliorarsi e, infine, per rilassarsi. Valeas dista un paio di chilometri
dal centro città, e si propone come un luogo dedicato allo sport e relax con più piscine esterne attrezzate con lettini e ombrelloni. Tre piani che ricordano realmente un tempio del benessere, a croce romana, con le due gallerie laterali coperte da soffitti a volta sorretti da forti travature in legno. L’atrio ospita la reception, l’angolo del bar e dei centrifugati e l’ingresso di una palestra fra le più attrezzate del centro Italia. “Ai nostri ospiti chiediamo cosa significa oggi avere un corpo. Guardandosi allo specchio che immagine si ha di se stessi? - ci racconta Di Tullio - Se non c’è rispondenza tra il corpo reale e quello immaginario si può arrivare a un rifiuto di tutto o parte del proprio corpo e a un vero disagio. Le conseguenze catastrofiche di tale rifiuto ed estraneità possono essere l’anoressia, la bulimia, il ricorso ai piercing e ai tatuaggi, che diventano le espressioni più evidenti e forse, anche, le più patologiche. Oggi, sembra che del corpo l’unica cosa da prendere in considerazione sia la sua estetica, ma la pratica costante dell’attività fisica migliora la qualità della nostra vita perché agisce in maniera benefica sia sul corpo che sulla mente”. L’intero programma divaleas si basa sulla convinzione che come per il corpo, anche la mente può essere tenuta in esercizio e una mente allenata influisce in modo considerevole sulle prestazioni del corpo, incidendo positivamente sulla qualità del movimento fisico. Stimolando costantemente la nostra mente, cioè, aiutiamo il corpo a muoversi meglio. E ciò è possibile allenandosi, divertendosi, su attrezzi innovativi che consentono l'interazione tra corpo e mente. “Nei nostri protocolli - continua Di Tullio - si prende in seria considerazione anche l’alimentazione perché la combinazione di inattività fisica e cattiva alimentazione, incrementa le probabilità di malattie, tipo: obesità, ipertensione e ipercolesterolemia, diabete e sindrome metabolica in generale. Alla base del benessere c’è un’alimentazione equilibrata e completa”. Attraverso questa filosofia, in pochissimo tempo, Valeas ha raggiunto un notevole numero di associati, di tutte le età e le condizioni fisiche: dai più giovani interessati a scolpire il proprio corpo, alle persone che hanno appena partorito, alle persone più anziane per le quali un naturale mo-
vimento non si ferma a stimolare il corpo, ma va oltre e arriva fino alla mente; così come la giusta alimentazione non rifornisce solo di energia, ma aumenta anche l’efficienza, la concentrazione, la creatività e la resistenza allo stress. “Avere un migliore migliore rapporto con se stessi e con gli altri, adottare migliore stile di vita - conclude Di Tullio - incide sul miglioramento dell’umore e aumenta la vitalità negli anni rivelandosi un investimento sul presente e soprattutto sul futuro”. Senza dimenticare che nel Club Valeas si può semplicemente trovare un momento per estraniarsi dallo stress quotidiano (a disposizione un baby parking) frequentando la SPA ultramoderna dove gratificarsi e rilassarsi nel comfort più totale, ricorrendo oltre che ai consueti trattamenti legati alla cura del corpo come la sauna o l’hammam, anche al relax della stanza del sale, alla cromo e aromaterapia, oppure immergendosi nella piscina idromassaggio con acqua salata. E per chi non vuole rinunciare alla propria immagine estetica, a disposizione un elegante Beauty Center che adotta i prodotti della [comfort zone] nelle diverse cabine di trattamento per il viso e per il corpo. Integrato con la SPA con cui condivide la tisaneria, si estende intorno a un incantevole giardino zen, a ricordare che corpo e mente sono inseparabili.