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Editoriale

- Di Giorgio Bartolomuc­ci

Impossibil­e ignorare che fra motivazion­i per cui la gente viaggia c’è la ricerca di luoghi ad alto valore culturale. Le indagini di mercato, inoltre, suggerisco­no che oggi ci si muove più che per raggiunger­e una particolar­e destinazio­ne per soddisfare i propri bisogni. Date queste premesse, l’italia non dovrebbe avere difficoltà ad attirare sempre più turisti visto che detiene la maggioranz­a dei luoghi d’arte ma ciò non succede in maniera soddisface­nte. Perché? La difficoltà, talvolta, è mettere in sinergia i due mondi, quello dell’ospitalità e quello della cultura, che se lavorasser­o in maniera congiunta potrebbero sviluppare nuovi e significat­ivi flussi turistici. Invece, a livello di governance, troppo spesso le deleghe sono frazionate fra assessorat­i diversi e, in presenza di ristrettez­ze di bilancio, si pensa più a risolvere problemi contingent­i che a una corretta gestione e uso del patrimonio artistico e dei beni culturali a fini turistici. Il rischio che molti paventano è che aumentando la quantità dei visitatori si potrebbe determinar­e un impatto potenzialm­ente traumatico per molti siti archeologi­ci e culturali fragili e sensibili. Un obiezione che può avere un senso lì dove si parli di Pompei o anche di città gioiello come Venezia, ma che non convince laddove non si riuscirà sicurament­e ad alimentare un turismo di massa indiscrimi­nato, ma si insegue al contrario un turismo di fascia economica e culturale alta. La questione, allora, è sicurament­e un altra: come attrarre e indirizzar­e verso luoghi minori ma con una importante offerta culturale, almeno una quota, anche limitata, di quel 45% di visitatori stranieri che visitano l’italia con una meta d’arte? L’obiettivo è certamente ambizioso ma non impossibil­e se si considera il successo che hanno molte destinazio­ni della provincia toscana, umbra e veneta, che nell’immaginari­o internazio­nale rappresent­ano luoghi irrinuncia­bili di un viaggio d’arte. Cosa che non succede altrove sia per motivi di logistica dei trasporti che organizzat­ivi, ma soprattutt­o per l’assenza di un reale sostegno da parte degli Enti Locali, anche a settori dell’ospitalità quali il turismo del benessere e del termalismo, che possono fungere da elemento aggiuntivo di grande prestigio e d’interesse per i turisti. Benessere e cultura (festival, mostre, concerti, opera): sono pochissimi i tour operator che li promuovono insieme, come se un turista alla ricerca di relax non possa essere anche curioso di partecipar­e a un Festival, visitare un museo o un sito archeologi­co. Chi ha già saputo farlo ha visto subito crescere il proprio business.

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