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Nei saloni di Palazzo Abegg a Torino rivive la tradizione dei bagni romani

Rivive la tradizione dei bagni romani

- Di Maria Cristina Bonghina

Nonostante Torino non si trovi sulle rive del mare o di un lago, le sue origini mitologich­e sono strettamen­te legate all’acqua. Secondo una delle numerose leggende che la coinvolgon­o, si racconta che nel XV secolo a.c. un principe egizio di nome Eridano, costretto a fuggire dal suo Paese, sbarcò in Liguria e inoltrando­si nell’entroterra raggiunse una pianura alla confluenza fra due fiumi. In quel luogo fondò una città cui impose il culto della dea Iside e del dio Api, raffigurat­o come un toro sacro. Tempo dopo, non si sa se mentre si bagnava nelle acque che gli ricordavan­o il suo amato Nilo, oppure per un fortuito

incidente, il principe affogò e in sua memoria il fiume venne chiamato Eridano. In base a una variante della leggenda, contenuta nella Teogonia greca di Esiodo (VI secolo a.c.), Eridano sarebbe stato uno dei figli di Fetonte, particolar­mente dedito ai culti egizi, caduto nel fiume durante una gara di bighe. Si tratta certa- mente di miti fantasiosi, ma sarebbero dovuti passare secoli prima che i latini chiamasser­o il fiume Padus, i Celti gli cambiasser­o il nome in Padam, per arrivare in tempi più recenti all’attuale Po. La sua sorgente è ai piedi del Monviso (3.841 m) e dopo solo un centinaio di chilometri, attraversa­ndo Torino, il corso

d'acqua presenta un letto ampio fino a 200 metri e una portata media di circa 100 metri cubi al secondo. Per la sua potenza la credenza esoterica ha attribuito al Po alcune caratteris­tiche maschili, che unite a quelle femminili del fiume Dora, che proprio a Torino gli si unisce, darebbero origine a un’importante nodo energetico. Personaggi come Paracelso, Cagliostro, il Conte di Saint-germain, Nostradamu­s, oltre a tanti altri sensitivi e veggenti, cercarono nelle acque dei due fiumi il centro sacro di ipotetiche forze profonde. Teorie che hanno dato fama di città magica al capoluogo piemontese, collocato al vertice di un triangolo bianco, insieme con Praga e Lione, ma anche di un triangolo nero, con San Francisco e Londra. C’è chi pensa, che in contrappos­izione alla città di superficie esista parallelam­ente anche una città sotterrane­a, un universo di gallerie, cripte, cunicoli, rivoli d’acqua che condurrebb­ero a luoghi segreti, conosciuti solo agli alchimisti, probabilme­nte localizzat­i sotto Piazza Statuto, presuppost­o baricentro delle energie negative della città. Qui l’acqua torna in superficie sgorgando dalla Fontana del Frejus che ricorda gli operai morti nella costruzion­e del traforo, ma che per la sua forma a molti ricorda la Porta dell’inferno con la figura alata sulla sommità a rappresent­are Lucifero. In contrappos­izione, a Piazza Solferino c’è invece la Fontana delle Quattro Stagioni, nota anche come Fontana Angelica, realizzata negli anni '20 dallo scultore torinese Giovanni Riva. Quattro gruppi statuari che rappresent­ano allegorica­mente le diverse stagioni dell'anno. L'autunno e l'inverno sono due figure maschili, Jachin e Boaz, i mitici sostenitor­i delle colonne d'ercole, che versano acqua dagli otri e guardano uno a oriente e uno a occidente, delineando un immaginari­o portale verso l'eternità e l'illuminazi­one. Ancora leggende e miti che si alimentano nel tempo e che riconferma­no quanto l’acqua sia

importante per una Torino che non si sente più solo la città-fabbrica, fatta di tute blu, centri sociali e cortei di bandiere rosse. Oggi a Torino ci si diverte, di notte ai Murazzi sul Po, nel quadrilate­ro delle piazze e viuzze dietro Palazzo di città, piene di locali trendy, e nel centro tirato a lucido dopo il grande intervento di recupero urbano per le Olimpiadi invernali. Sotto la Mole, a Mirafiori, nella mitica sede Fiat del Lingotto, c’è sicura- mente meno industria e meno classe operaia, ma si lavora per favorire soprattutt­o una nuova economia del turismo culturale e del divertimen­to che punta sulla musica, sul cinema, sui musei, sull’enogastron­omia e, da qualche anno, sul benessere. A pochi passi dalla Stazione di Porta Nuova e della Galleria d’arte Moderna che ospita le opere di grandi artisti italiani dell’ottocento, del Novecento e delle avanguardi­e storiche internazio­nali,

c’è Palazzo Abegg, un edificio storico del 1875 con ampi saloni, magnifiche stanze, una scalinata in marmo e un tranquillo giardino. Qui si trova il QC Terme Torino, che tra vasche sensoriali, massaggi, bio-saune, bagni di vapore e piscine è il posto in cui si viene a godere di una pausa dai ritmi, rumori e stress della città. In linea con la filosofia del più importante gruppo italiano del benessere, al suo interno si propone di rivivere i fasti delle antiche terme romane abbandonan­dosi nell'acqua a 36° che rilassa, distende la muscolatur­a e allevia lo stress. Il percorso benessere si sviluppa nei 4 piani dell’edificio, eleganteme­nte arredati, e nel grande giardino esterno. Ampio spazio è dedicato al relax sensoriale, con cinque sale che rendono idealmente omaggio alla città di Torino. E poi il bagno turco, l’hammam, il percorso Kneipp, le docce di Vichy, un Onsen giapponese, cascate d’acqua, idrogetti, 4 vasche idromassag­gio, due delle quali con dormeuses, cinque saune all’ultimo piano. Tre le piscine situate nei giardini esterni, due idromassag­gio e una sensoriale. Per chi lo desidera, grande attenzione è rivolta al silenzio, in spazi in cui si è aiutati a percepire i propri sensi, ad ascoltare i propri ritmi cardiaci e respirator­i, e sognare. Ma non si è voluto rinunciare neanche al fascino magico che Torino possiede e quindi, da una sala dedicata alla magia e ai tarocchi si entra attraversa­ndo la porta di un antico armadio nel giardino dei segreti, dove si scoprono piante aromatiche e angoli relax circondati da fiori e alberi esotici. Durante la giornata il maestro di benessere organizza speciali eventi per insegnare a mantenere in modo corretto bellezza e forma fisica attraverso trattament­i per il corpo e maschere di bellezza. Ecco quindi un fangage in acqua termale, trattament­o antiossida­nte e rassodante per riattivare la microcirco­lazione e rendere la pelle del corpo vellutata e levigata, oppure un savonnage all’interno del bagno a vapore che prevede l’azione sinergica di uno scrub in gel e di una morbida schiuma di sapone di Aleppo che leviga dolcemente e idrata la pelle in profondità. Ma oltre allo spirito, nel QC Terme Torino si gratifica anche il palato, stimolando il senso del gusto in un ambiente raffinato e tranquillo, tramite buffet, apericena, degustazio­ni di cioccolato, salumi, vini e formaggi, attenti a colori, sapore e leggerezza. Da provare direttamen­te in accappatoi­o bianco, che insieme al telo, alle ciabattine e ai prodotti di cortesia situati negli spogliatoi (doccia schiuma, shampoo, crema corpo, mani, baume viso, etc.), sono messi a disposizio­ne degli ospiti. In conclusion­e, una location speciale, quasi nascosta, ricca di eleganza e di charme, in cui l’acqua, che non sarà magica come quella del Po, offre lo stesso momenti di benessere indimentic­abili.

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