Il segreto per migliorarsi è impegnarsi costantemente
Così come nello sport anche nella vita ai risultati si arriva tramite la disciplina
Siamo esseri migliorabili e performanti. Possiamo fare cose che a prima vista, appaiono impossibili. Aggiungere competenze, attitudini, esperienze. Ognuno di noi può portare esempi dei miglioramenti ottenuti, di cose imparate e di traguardi raggiunti. C'è chi ha appena conseguito una laurea e chi ha imparato a memoria un aforismo. Chi è riuscito a realizzare un progetto nel quale tanti non erano riusciti e chi invece sa fare un nuovo lavoro. Imparare a parlare una nuova lingua, scrivere un libro, ottenere risultati straordinari in uno sport, non è un dono di natura o come qualcuno sostiene, solo talento, semmai è disciplina, allenamento e impegno. Solo chi si allena ogni giorno per migliorare, migliora! Tutti hanno la capacità di sviluppare, con il giusto allenamento e addestramento, abilità che altrimenti non avrebbero, sfruttando l'incredibile elasticità del cervello e del corpo umano. Il cervello al pari (e meglio) di qualsiasi muscolo, è adattabile, l'addestramento ha il potere di creare abilità, che prima non c'erano e delle quali spesso si ignorava l'esistenza. Perché questo accada è necessario opporsi all'omeostasi, cioè la tendenza naturale a mantenere intatte le condizioni attuali di stabilità, convinti erroneamente che tali condizioni siano rassicuranti. Quando si decide di rimanere fermi, in omeostasi, convinti che a livello comportamentale sia impossibile migliorare in risultati e capacità, in realtà non si è neanche fermi, ma si sta scivolando indietro. Se si impara una lingua straniera, studiandola per alcuni mesi con assiduità e poi per un lungo periodo non la si pratica, il livello raggiunto non rimane tale, ma regredisce. La stessa cosa accade nel lavoro o nello sport. Prendiamo per esempio il tennis. Quelli della mia generazione, probabilmente sono rimasti affascinati dalle gesta di Mcenroe o da un amico bravo che trascorreva il tempo sui campi di terra battuta. Così abbiamo deciso di acquistare tutto il necessario per iniziare: abbigliamento e scarpe, racchetta e palline. A questo punto la necessità di apprendere i basilari ci ha indotto a prendere lezioni da un maestro e di conseguenza a dedicare del tempo per imparare, almeno 2/3 volte alla settimana. In questa fase, i risultati si sono subito notati nella migliore impugnatura della racchetta, nella corretta battuta, nella postura del corpo. Successivamente si decide di giocare anche il sabato mattina, con un amico (di quelli non troppo bravi), ma in termini di risultati non si è quasi mai sod-
disfatti. Si inizia così a considersi sportivi praticanti, convinti che con il passare del tempo le cose miglioreranno. Ma non sempre accade! Le cose migliorano veramente solo se si mettono in campo: allenamento, costanza, metodo. Ai miglioramenti visibili dei primi mesi, succedono miglioramenti invisibili, quelli impercettibili, quelli che si notano poco e che spesso risultano demotivanti. Essi determinano due convinzioni depotenzianti: la prima “non diventerò mai bravo come…”. La seconda: “in fondo io non sono portato per questo sport”. Succede così che l’80% di chi rinuncia, lo fa entro i primi 3 mesi, ripetendo a sé stesso tali espressioni. L’ impatto di queste profezie auto-avveranti è micidiale. Il risultato è che si smette di prendere lezioni, il “diritto” non migliora e le difficoltà del “rovescio” rimangono o peggiorano. In breve tempo ci si dimentica dei consigli del maestro. Si continua a giocare il sabato con gli amici: una birra dopo la partita, val bene uno sfottò. Forse il mondo del tennis, dello sci o della boxe hanno perso per strada nuovi Federer, Tomba, Tyson... sarebbe bastato poco: maggior convinzione personale, un buon coach e disciplina. Sono ricorso a queste metafore per riaffermare come sia estremamente raro trovare prove concrete del fatto che una persona abbia raggiunto il limite ultimo della prestazione. Capita spesso che le persone si arrendano prima, smettendo di sforzarsi per migliorare, rinunciando così a essere migliori. Bisogna invece credere nel miglioramento. Impegnarsi per migliorare in ogni cosa che si fa. Esercitarsi sempre. Il segreto non è impegnarsi di più, ma costantemente. Ogni giorno!