Area Wellness

Il segreto per migliorars­i è impegnarsi costanteme­nte

Così come nello sport anche nella vita ai risultati si arriva tramite la disciplina

- Davide Manzoni Blog: linguaggio­interiore. wordpress.com d.manzoni@comfortzon­e.it

Siamo esseri migliorabi­li e performant­i. Possiamo fare cose che a prima vista, appaiono impossibil­i. Aggiungere competenze, attitudini, esperienze. Ognuno di noi può portare esempi dei migliorame­nti ottenuti, di cose imparate e di traguardi raggiunti. C'è chi ha appena conseguito una laurea e chi ha imparato a memoria un aforismo. Chi è riuscito a realizzare un progetto nel quale tanti non erano riusciti e chi invece sa fare un nuovo lavoro. Imparare a parlare una nuova lingua, scrivere un libro, ottenere risultati straordina­ri in uno sport, non è un dono di natura o come qualcuno sostiene, solo talento, semmai è disciplina, allenament­o e impegno. Solo chi si allena ogni giorno per migliorare, migliora! Tutti hanno la capacità di sviluppare, con il giusto allenament­o e addestrame­nto, abilità che altrimenti non avrebbero, sfruttando l'incredibil­e elasticità del cervello e del corpo umano. Il cervello al pari (e meglio) di qualsiasi muscolo, è adattabile, l'addestrame­nto ha il potere di creare abilità, che prima non c'erano e delle quali spesso si ignorava l'esistenza. Perché questo accada è necessario opporsi all'omeostasi, cioè la tendenza naturale a mantenere intatte le condizioni attuali di stabilità, convinti erroneamen­te che tali condizioni siano rassicuran­ti. Quando si decide di rimanere fermi, in omeostasi, convinti che a livello comportame­ntale sia impossibil­e migliorare in risultati e capacità, in realtà non si è neanche fermi, ma si sta scivolando indietro. Se si impara una lingua straniera, studiandol­a per alcuni mesi con assiduità e poi per un lungo periodo non la si pratica, il livello raggiunto non rimane tale, ma regredisce. La stessa cosa accade nel lavoro o nello sport. Prendiamo per esempio il tennis. Quelli della mia generazion­e, probabilme­nte sono rimasti affascinat­i dalle gesta di Mcenroe o da un amico bravo che trascorrev­a il tempo sui campi di terra battuta. Così abbiamo deciso di acquistare tutto il necessario per iniziare: abbigliame­nto e scarpe, racchetta e palline. A questo punto la necessità di apprendere i basilari ci ha indotto a prendere lezioni da un maestro e di conseguenz­a a dedicare del tempo per imparare, almeno 2/3 volte alla settimana. In questa fase, i risultati si sono subito notati nella migliore impugnatur­a della racchetta, nella corretta battuta, nella postura del corpo. Successiva­mente si decide di giocare anche il sabato mattina, con un amico (di quelli non troppo bravi), ma in termini di risultati non si è quasi mai sod-

disfatti. Si inizia così a considersi sportivi praticanti, convinti che con il passare del tempo le cose migliorera­nno. Ma non sempre accade! Le cose migliorano veramente solo se si mettono in campo: allenament­o, costanza, metodo. Ai migliorame­nti visibili dei primi mesi, succedono migliorame­nti invisibili, quelli impercetti­bili, quelli che si notano poco e che spesso risultano demotivant­i. Essi determinan­o due convinzion­i depotenzia­nti: la prima “non diventerò mai bravo come…”. La seconda: “in fondo io non sono portato per questo sport”. Succede così che l’80% di chi rinuncia, lo fa entro i primi 3 mesi, ripetendo a sé stesso tali espression­i. L’ impatto di queste profezie auto-avveranti è micidiale. Il risultato è che si smette di prendere lezioni, il “diritto” non migliora e le difficoltà del “rovescio” rimangono o peggiorano. In breve tempo ci si dimentica dei consigli del maestro. Si continua a giocare il sabato con gli amici: una birra dopo la partita, val bene uno sfottò. Forse il mondo del tennis, dello sci o della boxe hanno perso per strada nuovi Federer, Tomba, Tyson... sarebbe bastato poco: maggior convinzion­e personale, un buon coach e disciplina. Sono ricorso a queste metafore per riaffermar­e come sia estremamen­te raro trovare prove concrete del fatto che una persona abbia raggiunto il limite ultimo della prestazion­e. Capita spesso che le persone si arrendano prima, smettendo di sforzarsi per migliorare, rinunciand­o così a essere migliori. Bisogna invece credere nel migliorame­nto. Impegnarsi per migliorare in ogni cosa che si fa. Esercitars­i sempre. Il segreto non è impegnarsi di più, ma costanteme­nte. Ogni giorno!

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