Bellezza ed eccellenza come motori dello sviluppo
Il Presidente dell’accademia di Belle Arti di Frosinone promuove il territorio
Ameno di un’ora di viaggio sull’autostrada verso Napoli si entra in un territorio i cui confini geografici non sono mai stati ufficializzati. Si tratta della Ciociaria, la parte più meridionale della regione Lazio, il cui nome deriva da un tipo di calzature tradizionali, le ciocie, una volta utilizzate dai contadini e dai briganti. Erroneamente, si tende a limitare questa zona, rinomata per tante attrattive storiche e naturalistiche, alla sola provincia di Frosinone ma in realtà una virtuale identità geografica la farebbe estendere anche verso i castelli romani e alcuni centri della provincia di Latina. Da anni ci si interroga su come stimolare il turismo attraverso strategie di marketing territoriale, creando una stretta sinergia e complementarità fra le bellezze artistiche di città come Anagni, Arpi- no, importanti Certose e Abbazie, la natura di diversi parchi nazionali, l’esplorazione delle grotte di Pastena e Collepardo, con le tradizioni e il folklore delle tante sagre che si svolgono durante l’anno, una enogastronomia locale semplice, basata sui prodotti coltivati localmente, come ortaggi, cereali, vigne e uliveti, e un artigianato artistico ancora molto vivace. “Senza cultura non c’è sviluppo. I punti da cui partire quindi – ci dice Ennio De Vellis, noto imprenditore locale che l’anno scorso è stato nominato dal Ministero dell’istruzione, Presidente dell’accademia di Belle Arti di Frosinone – sono principalmente la Bellezza e l’eccellenza, che devono diventare il fulcro su cui basare un marketing territoriale moderno e funzionale. Il turismo nazionale e internazionale va alla ricerca dei luoghi d’arte o degli eventi culturali. I dati un terzo dei turisti viaggia per desiderio
di vedere località ricche di patrimonio artistico e che l’arte è una fra le motivazioni principali di viaggio e, rispetto al passato, il turista oggi si muove spinto più dalla motivazione che dalla destinazione. Noi abbiamo la fortuna di vivere in un territorio che oltre a bellezze naturalistiche può offrire un vasto campionario di siti archeologici o artistici, che molti ci invidiano e pochi conoscono a fondo.” Che ruolo può svolgere l’accademia da lei presieduta? “Il nostro compito istituzionale è di lavorare con i giovani cui offriamo una formazione in cinque aree tradizionali - Pittura, Scultura, Decorazione, Scenografia e Grafica d’arte ma anche alcuni corsi sperimentali di Media Art, Fashion Design e Graphic Design, Illustrazione, Editoria d’arte e Eventi artistici e culturali. Recentemente abbiamo attivato anche un insegnamento sull’arte Sacra, e in questo la Ciociara ha molto da insegnare e tanti luoghi da visitare come Casamari, Trisulti, Montecassino. Vogliamo rappresentare un ponte con il mondo del lavoro ma anche gli organizzatori di attività e di eventi culturali che promuovano e contribuiscano allo sviluppo culturale e turistico di tutto il basso Lazio e non solo” Fondata nel 1973, l’accademia di Belle Arti di Frosinone ha sede nel suggestivo palazzo Pietro Tiravanti, dove si trova anche il prestigioso MACA (Museo di Arte Contemporanea dell’accademia), ed è un polo culturale in continua espansione, impegnato a sviluppare il potenziale creativo dei giovani allievi con corsi di livello universitario volti alla ricerca di espressioni artistiche contemporanee, in linea con gli strumenti usuali del sapere ma molto attenta anche alle nuove tecnologie. “La società di oggi – continua il Presidente De Vellis - richiede professionalità capaci di coniugare la tradizione con le tendenze più innovative al fine di cogliere opportunità e creare interessanti sbocchi lavorativi nei più differenti settori professionali e artistici. L’accademia si sta aprendo al resto del mondo: qual è la vostra strategia? Il nostro processo di internazionalizzazione inizia nel 2007, ll circuito Erasmus ha fatto arrivare nella nostra città studenti e docenti da paesi quali Belgio, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Spagna, Slovacchia, Turchia. Abbiamo anche molti cinesi, ma non ci basta, da alcuni mesi stiamo ospi- tando le visite di importanti ambasciatori, dal Sudafrica, dall’egitto, dal Pakistan, con cui abbiamo siglato accordi di cooperazione culturale, che speriamo potranno dar inizio a collaborazioni anche in settori produttivi a vantaggio di piccole e medie imprese, anche artigianali, del nostro territorio. Aiuteranno anche il turismo? Ne sono certo. Non si può ignorare l’esigenza della formazione di nuove figure in grado di proporre al mercato un’offerta culturale integrata, in cui l’arte sacra, ma anche il food design e i percorsi museali s’integrino nella cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità. La bellezza e la qualità come punti di partenza…
Indubbiamente. L’eccellenza dei prodotti tipici, la ricchezza e la bellezza dei luoghi, dell’artigianato artistico come volano per uno sviluppo turistico innovativo basato sulla valorizzazione e sulla fruizione sostenibile del territorio. Dostoevskij, diceva che solo la Bellezza salverà il mondo”.