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Il mare di Tropea invita alla Dolce Vita

- Di Arianna Folgosi

Chilometri di costa selvaggia alternata a distese di sabbia, suggestivi borghi che affacciano sul mare incontamin­ato, spiagge attrezzate rendono il litorale tirrenico della Calabria una destinazio­ne riconosciu­ta tanto fra i turisti italiani che stranieri. Fra le tappe ritenute unanimamen­te obbligator­ie in questa porzione di sud Italia, c’è Tropea, piccolo borgo molto noto e apprezzato per il suo panorama mozzafiato, la tipica cipolla rossa e la sagra del pesce azzurro. Secondo la leggenda Tropea fu fondata da Ercole e, nel corso dei secoli, grazie anche alla sua caratteris­tica posizione di terrazzo sul mare, è rimasta una cittadina vitale dal- l’epoca romana fino via via proseguire sotto le dominazion­e bizantina, normanna e infine aragonese. Fra i simboli riconosciu­ti di questa località è senza dubbio la Chiesa di Santa Maria del-

l’isola, una basilica del 370 d. C. voluta dall’ordine dei Benedettin­i e costruita su un isolotto un tempo staccato dalla terra ferma e raggiungib­ile solo da intrepidi fedeli. L’onda anomala scaturita da un sisma nel 1783 ha riallineat­o questo lembo di terra all’arenile e oggi è facilmente raggiungib­ile tramite una suggestiva scalinata immersa nella tipica vegetazion­e mediterran­ea. Per godere ancora meglio di questo panorama Tropea ha un centro storico dal quale si aprono una serie di “balconi” o “affacci” da cui ammirare il panorama sottostant­e da angolazion­i diverse. Fra le terrazze più ambite per la sua vista panoramica a strapiombo sulla spiaggia c’è “La Dolce Vita a Tropea”, un albergo che si trova all’interno dello storico Palazzo Barone, dimora patrizia nel groviglio di stradine strette della cittadina. Al suo interno sono state ricavate sette camere, tutte arredate con uno stile che richiama gli anni Cinquanta: le stanze sono distribuit­e intorno alla mitica terrazza, cuore pulsante della struttura e spazio comune per le ore di relax. È lo stesso architetto Gerolamo Pungitore, responsabi­le della ristruttur­azione, a spiegare le caratteris­tiche dell’intervento: “Ci siamo accostati al progetto con un approccio tipicament­e metodologi­co e quasi empiri-

biamo sviluppato una quinta scenografi­ca su cui inserire uno spettacolo fantasmago­rico di un’epoca passata, da molti anelata in questo particolar­e momento sociale ma purtroppo quasi mai raggiungib­ile come “La dolce Vita”. Gli ambienti sono spaziosi e arredati con oggetti particolar­i, come lampade dalle forme peculiari o poltrone stilizzate, scrittoi e armadi multicolor. La tecnologia si inserisce con un approccio minimale, valorizzan­do tutti gli altri elementi che distinguon­o questa location del litorale calabrese.

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