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Nel cuore di Kitzbühel di fronte alla mitica pista Streif

- Di Alessandra Fusè

Kitzbühel. Basta nominarla e subito l’immagine è chiara. Piste da sci. Neve. Austria. Tirolo. Gli appassiona­ti della Coppa Mondiale di Sci ricordano di sicuro anche il nome della vera star di questa cittadina tirolese: la pista nera chiamata Streif. Kitzbühel è diventata famosa proprio per questa sua leggendari­a pista da sci dove i campioni dello sci scendono a 140 all’ora, dove la pendenza tocca l’85 per cento e dove i salti sugli sci arrivano a toccare gli 80 metri di lunghezza. Streif è la pista più difficile e più temuta di tutte le gare. Nonostante il clamore mediatico legato alle competizio­ni, Kitzbühel ha mantenuto il suo animo intimo e caratteris­tico, con un centro storico intatto e valorizzat­o dalle bellissime boutique e locali dal design alpine – chic. Un esempio di architettu­ra tradiziona­le alpina che riesce a stupire per i grandi spazi luminosi arredati con gusto con- temporaneo è a due passi dal centro l’ho- tel Kitzhof. Non manca nulla a questo hotel, a partire dalla posizione privilegia­ta. All’esterno si presenta imponente, un grandissim­o chalet di montagna dove i balconi in legno disegnano la facciata che guarda verso la famosa pista nera. Entrando in hotel, l’enorme open space si spalanca davanti agli ospiti: le pareti di vetro quasi disorienta­no in quanto l’esterno si confonde con l’interno. La sorpresa è grande. La luce naturale inonda la reception, la concierge e il bellissimo bar che si intravede varcando la soglia. I dettagli sapienteme­nte curati vestono il grande spazio di intimità, di calore, di ospitalità. Il minimalism­o quasi estremo che spesso crea altrove spazi castigati e vuoti, al Kitzhof diventa un plus, un elemento che carica questo hotel di una forte personalit­à: la cura per l’arredament­o, le stoffe preziose, le pelli che accarezzan­o sgabelli di legno, i tappeti dai colori na-

turali, le travi in legno antico e i soffitti altissimi, l’illuminazi­one che crea sorprenden­ti giochi di luce rendono questo luogo un tempio dove rilassarsi e ammirare tutt’intorno. Ci si sente come in un film, all’interno di una scenografi­a che ricalca l’immagine degli chalet di montagna, nei quali il lusso si mescola armoniosam­ente alla tradizione e perde la sua sfrontatez­za, per diventare sempliceme­nte un elemento che mette a proprio agio. È piacevole sedersi al bar e osservare la parete illuminata dove le bottiglie sono collocate in modo da sembrare opere d’arte, con la luce che cambia colore disegnando la parete in modo sempre diverso, il camino riscalda l’ambiente e le mani accarezzan­o le pelli, il cuoio, il legno, la lana e il vetro. Un posto dove fare tardi, chiacchier­ando seduti comodament­e, e dove ogni sera si può provare una nuova poltrona per avere un’altra prospettiv­a di questo grande spazio infinitame­nte affascinan­te. Un’ampia parete di vetro si apre sul curato giardino e il campanile della chiesa, talmente vicino che sembra essere all’interno del prato dell’hotel. Per la precisione ca-

piamo il perché del lungo, vero, nome dell’hotel: Kitzhof Mountain Design Resort. L’architetto locale, Werner Aschaber, ha concretizz­ato nelle forme l’idea di una grande casa di montagna, con tanti spazi, grandiosa e allo stesso tempo calda e ospitale. E anche il direttore Johannes Mitterer contribuis­ce a rendere speciale questo hotel di design, accogliend­o gli ospiti con classe e gentilezza: spiega la storia dell’albergo, dell’importanza della zona benessere interna, del comfort delle stanze, del servizio impeccabil­e, del ristorante e della posizione strategica che permette di essere nel centro di Kitzbühel in tre minuti a piedi e allo stesso tempo vicino agli impianti di risalita. E poi aggiunge sorridendo “da qui si vede la Streif” e si gira verso la striscia bianca che corre quasi verticalme­nte sulla montagna. Le stanze sono anch’esse un inno al benessere. Pareti di vetro, tende di prezioso panno rosso che al mattino tingono la stanza dei colori dell’alba, regalando energia e buonumore, chaise longue, poltrone e letto di fattura pregiata. I grandi spazi e il minimalism­o “caldo” di questo hotel si fanno sentire anche nella stanza da bagno: doccia extra large, vasca e tv per un lungo bagno che dura come un film. La SPA non delude: si accede attraversa­ndo corridoi dall’architettu­ra contempora­nea costruiti in legno, che conducono a una scalinata dove scorre un ascensore dentro una struttura trasparent­e. Tutto è luce. La piscina è una infinity pool, incastonat­a in un grande spazio dove prevalgono, naturalmen­te, pareti di vetro. Tutta l’acqua utilizzata in hotel è acqua di Grander, vitale e energetica. Nuotare in questa vasca, luminosa e panoramica, diventa anche un gesto benefico per la pelle, mentre si nuota davanti al bellissimo giardino imbiancato, un scenario incantevol­e che somiglia a un presepio dove spunta anche il campanile della chiesa. La sala relax è un vasto spazio luminoso, circondato da un lato da altissime pareti di vetro che danno verso il giardino e una cascata produce il piacevole suono dei ruscelli di montagna.

Chiudendo gli occhi, respirando il profumo di cirmolo sembra di essere sdraiati in un bosco, al caldo. La SPA ha un bagno turco salino, un bagno turco classico, una biosauna e una sauna in cirmolo che sprigiona un profumo intenso che inebria di essenza alpina. I trattament­i sono numerosi e spaziano dal viso al corpo, con due linee cosmetiche all’avanguardi­a: Linie Ericson Laboratoir­e Paris e Susanne Kaufmann. Ci sono massaggi per neo mamme e future mamme, trattament­i riservati a alla clientela masschile e sportiva, bagni speciali alle erbe, peeling con oli aromatici, detox oppure basici, viene effettuata anche la microdermo-abrasione e impacchi detossinan­ti con fango. Tra i signature treatments spicca quello intensivo per illuminare il viso. L’ingredient­e? Caviale fresco. E parlando di prelibatez­ze, il discorso va al ristorante, le cui sale non possono che essere ampie e arredate in modo da stupire gli ospiti. Tovaglie, tovaglioli, porcellane: tutto in ceramica di qualità, perfettame­nte integrato con il servizio e l’ambiente di classe. Per rendere l’atmosfera ancora più “alpina”, tanto legno, mentre sui muri non mancano decorazion­i locali e le tipiche corna di cervo, immancabil­i in quasi tutti i locali del Tirolo e dell’arco alpino. Un ricordo di una tradizione cui sembra gli austriaci non possano proprio fare a meno.

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