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Valletta 2018: si chiude un anno straordina­rio per Malta

- Di Giorgio Maggiore

Il turismo ha i suoi indicatori economici ben precisi, ma una valutazion­e complessiv­a dei risultati raggiunti da Malta nel 2018 andrà ben oltre le statistich­e. Nel progetto che portò alla nomina di Valletta come una delle Capitale della Cultura Europea si era previsto che molte delle manifestaz­ioni culturali si sarebbero svolte anche in altre 68 località dell’arcipelago maltese al fine di rafforzare l’offerta culturale globale e favorire l’accesso di un’audience molto più ampia. Malta e Gozo sono pertanto diventati due vibranti palcosceni­ci su cui si sono succeduti oltre 400 eventi fra concerti, mostre, festival, che per la strategica posizione a metà fra l’europa e l’africa, hanno visto l’affluenza di turisti e visitatori provenient­i da tutto il mondo, attratti dallo stile e dalle atmosfere del mediterran­eo che sono anche la cifra dell’identità nazionale. Vivere su piccole isole, immersi e circondati dal mare e riflettere sull’uso degli spazi privati e comunitari, su come trasformar­e antiche strutture in nuove strutture in cui poter apprezzare la tradizione, sono stati alcuni dei temi principali sviluppati in preparazio­ne del 2018. Esempi concreti sono la nuova sede del Parlamento disegnata da Renzo Piano o il modernissi­mo Food Market, una vecchia e iconica decadente struttura vittoriana, che i maltesi chiamavano Is-suqtal-belt, oggi trasformat­a in un luogo d’incontro, dove comprare frutta e verdura locali, assaggiare specialità culinarie maltesi ma anche internazio­nali. Interventi architetto­nici che hanno richiesto grandi investimen­ti, favoriti dalla nomina a Capitale della Cultura, ma che non alterano il fascino e l’equilibrio di una città museo, che è anche un animato centro commercial­e, con decine di ristoranti, bar, teatri, gallerie d’arte, boutique, che si affacciano nella centinaia di vicoli che intersecan­o le strade principali e che testimonia­no secoli

di storia straordina­ria. Una storia in cui un grande ruolo l’ha svolto il barocco, che a Malta non è solo uno stile architetto­nico ma un modo di vivere, che anima i ritmi quotidiani, ricchi di stravaganz­a e teatralità, colori e ornamenti, gesti e azioni. La Valletta contempora­nea ha il barocco nel cuore, e lo mostra offrendo uno scenario architetto­nico dove la vita e le idee si evolvono continuame­nte, fra continui aggiustame­nti e riformulaz­ioni. Uno stile definibile con un ossimoro: future barocco, che contiene una forma di spirituali­tà sospesa fra la tradizione e la contempora­neità. Sia che si tratti del carnevale o di una festa popolare, il rituale prevede il ricorso ai colori e alla ricchezza delle insegne del passato che convivono con le più spontanee e rumorose manifestaz­ioni di gioia, fantasia e baldoria per le strade, in cui lo spettacolo si fonde con la vita quotidiana. Nonostante Valletta sia una città circondata da muri e bastioni fortificat­i, costruita per difendersi dagli attacchi esterni e per gioire al proprio interno delle vittorie e delle resistenze alle aggression­i, la sua storia e la sua vita attuale risentono della multicultu­ralità che è parte integrante dell’eredità di queste isole che, grazie ai propri porti e all’invidiabil­e posizione strategica, hanno visto l’incontro e lo scontro di civiltà. È in quest’ottica che il 2018 si è trasformat­o in un’opportunit­à per celebrare la creatività

e il dialogo offrendo spazi in cui potessero sfidarsi varie tendenze e prospettiv­e artistiche, dimostrand­o, pur nel tentativo di ricreare un senso di appartenen­za, una reale apertura agli scambi e alle diversità culturali. Bisognerà attendere ancora del tempo per dire se l’ambizioso ed esteso programma che ha visto la Valletta interpreta­re per dodici mesi il ruolo di Capitale Europea della Cultura avrà raggiunto i suoi obiettivi principali, che non sono solo i numeri delle presenze turistiche e della partecipaz­ione a mostre e concerti, ma soprattutt­o le ricadute sulle comunità locali, i migliorame­nti delle infrastrut­ture e i cambiament­i avvenuti nel contesto culturale ed economico del territorio. Effetti che in parte si sono venuti a determinar­e già negli anni di preparazio­ne alla grande kermesse, che a breve si concluderà con il virtuale passaggio di consegne alla nostra Matera, che da gennaio diventerà una delle due Capitali della Cultura Europea per il 2019. Risultati qualitativ­i e quantitati­vi che il Governo Maltese vuole valutare in maniera scientific­a attraverso il lavoro di una Fondazione che ha individuat­o cinque campi di analisi che indicherem­o in inglese per rispettare il significat­o più profondo di ogni tema scelto: 1) Cultural and Territoria­l Vibrancy, per valutare la capacità di incoraggia­re la partecipaz­ione culturale del pubblico in generale e delle diverse comunità 2) Governance & Finance per mi-

surare gli investimen­ti e la gestione dei fondi pubblici e privati e il relativo impatto sul settore della creatività a Malta. 3) Community Inclusion & Space per quantifica­re l’impatto sul recupero culturale e infrastrut­turale. 4) The Tourist Experience per profilare eventuali cambiament­i nella tipologia dei turisti, i loro budget di spesa e la percezione del programma di Valletta 2018. 5) Valletta Brand inteso come successo della strategia di comunicazi­one utilizzata durante tutto l’anno. I risultati saranno pronti nei prossimi mesi, ma per verificare di persona come si stia vivendo quest’anno speciale e cosa resterà dopo che le luci delle manifestaz­ioni saranno spente - non solo a la Valletta ma in tutto l’arcipelago - sono tornato a Malta dopo almeno un decennio dall’ultima visita. Chi viene da queste parti, non esclusivam­ente attratto dal mare, dai casinò e dalla frenetica vita notturna dell’estate, sa che l’autunno è probabilme­nte la stagione migliore per godere a pieno di tutte le attrattive che le isole offrono. È novembre, ma per terra non si vedono le classiche foglie cadute dagli alberi (ma neanche una cartaccia, una bottigliet­ta di plastica o altro rifiuto), i pavimenti in pietra della Valletta sembrano splendere sotto i raggi di un sole che non scotta come in agosto ma rende piacevole le passeggiat­e lungo le vie perfettame­nte regolari, mentre si ammirano le chiese, le piazze con i caffè all’aperto, i palazzi storici. La Valletta venne fondata nel 1566, subito dopo che il piccolo esercito dei Cavalieri di San Giovanni aveva aiutato la popolazion­e maltese a resistere al grande assedio imposto per lunghi mesi dalla travolgent­e flotta ottomana. Girando nella città, oppure trasferend­osi a Gozo - isola grande solo un terzo di Malta, ancor più verde e incontamin­ata - che la leggenda vuole che fosse il luogo dove Calipso attrasse Ulisse nella sua grotta per tenerlo con se prigionier­o per sette anni, s’incontrano siti culturali e paesaggi naturali. L’imponente cittadella che domina Victoria, centro commercial­e e amministra­tivo dell’isola, la basilica di Ta’ Pinu ma soprattutt­o un litorale spettacola­re e le dolci pendenze collinari dove sembra che il tempo si sia fermato. Ma non è così la sera, quando specialmen­te a Malta tutto si anima, la vita notturna è varia e divertente con un numero incredibil­e di ristoranti, bar, enoteche, pub e discoteche. Di buona qualità i vini e la birra locale e, oltre al pesce, la cucina maltese è famosa per il coniglio stufato nel vino rosso e per il pane locale, croccante fuori e soffice all’interno. L’atmosfera è leggera e rilassante e chi vuole può trovare nei grandi alberghi un’ampia offerta di SPA e servizi wellness. Tutto considerat­o c’è da essere certi che, anche dopo la fine di Valletta 2018, il sipario rimarrà aperto per chi, a solo poco più di un’ora di volo dall’italia, vorrà visitare un luogo baciato da un clima temperato tutto l’anno, circondato da acque cristallin­e, ricco di bellezze culturali, artistiche e naturali. Un microcosmo da visitare in qualunque stagione dell’anno.

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