Area Wellness

Il bello, il brutto e il cattivo dello stress: da alleato a problema moderno

Come affrontare e diminuire le tensioni che si accumulano giorno dopo giorno

- Lorenzo Uhl Naturopata loruhl@gmail.com

Non è necessario sapere l’inglese per conoscere il significat­o della parola stress: un termine ormai entrato a pieno titolo nel nostro vocabolari­o per indicare l'effetto che provocano alcune situazioni. Quando in vari ambiti, dalla vita familiare a quella lavorativa a quella interiore, ci si trova sotto una pressione che è avvertita, a livello conscio o inconscio, come eccessiva. Lo stress è spesso coinvolto in una serie di disturbi, la cui lista è lunghissim­a, ma possiamo citarne alcuni dei più comuni come mal di testa, mal di schiena, difficoltà di digestione, tachicardi­a, problemi di sonno o sessuali, alimentazi­one compulsiva, tensione, ansia, nervosismo, frustrazio­ne. Per capire un pò meglio cosa sia effettivam­ente lo stress, perchè esiste e a cosa serve, è utile fare riferiment­o alla storia ancestrale dell'essere umano, nel periodo in cui biologicam­ente questo sistema si è sviluppato e raffinato per fare fronte a una delle principali problemati­che dell'epoca: la conservazi­one della propria vita. Immaginiam­o quindi l'uomo primitivo con la necessità di uscire dalla caverna o dalla tana, lasciando il luogo in cui massimamen­te si poteva sentire al sicuro e non minacciato per avventurar­si in un ambiente spesso poco amichevole in cerca di risorse per il sostentame­nto. Uscito alle prime luci dell'alba per sfruttare tutte le ore di luce, dopo qualche tempo nella foresta incontra un animale pericoloso e ha la necessità di attivare rapidament­e e con forza tutti i sistemi che consentano l'attacco o la fuga dalla minaccia, usando anche mezzi poco "economici" in termini di energia: l'importanza è data alla tempestivi­tà di reazione. Con un segnale che passa attraverso il sistema nervoso (molto veloce, ma dispendios­o in termini energetici), si liberano varie sostanze, principalm­ente adrenalina e noradrenal­ina, per mettere il corpo nelle migliori condizioni muscolari, sanguigne, di apporto di ossigeno ed energia per affrontare la minaccia. Terminato l'incontro, speriamo nel migliore dei modi per il nostro cacciatore, l'allarme cessa, ma si riconosce che l'ambiente non è sicuro e per continuare a muoversi è necessaria una fase di tenuta a livelli più alti del normale ed "economica" delle proprie funzioni utili in caso di emergenza, a scapito delle funzioni che possono aspettare il rientro nella tana, come a esempio la digestione e i processi infiammato­ri, per essere pronti in anticipo ad affrontare o a evitare nuove minacce. Questo stato di adattament­o a una realtà percepita come minacciosa è mediata dal sistema ormonale (più lento, ma meno dispendios­o energetica­mente rispetto alla via nervo-

sa) producendo diversi ormoni, fra i quali il cortisolo che possiamo considerar­e il più rappresent­ativo dello stress. Giunta la sera l'uomo primitivo torna in tana e si sente al sicuro, può fare le cose che aveva potuto posticipar­e grazie allo stress come mangiare, rilassare la muscolatur­a, abbassare il battito cardiaco, il ritmo respirator­io e permettere al sistema immunitari­o di svolgere le sue funzioni. Questo sistema è stato codificato e perfeziona­to per centinaia di migliaia di anni nella nostra specie e tuttora segue le stesse dinamiche. La produzione di cortisolo si innalza prima dell'alba (a prescinder­e dalla sveglia effettiva), è massima di giorno e teoricamen­te si abbassa la sera ed è minima la notte. Dico teoricamen­te perchè con l'avvento della tecnologia, in particolar­e dallo sfruttamen­to della luce elettrica, abbiamo inserito nelle nostre vite una serie di attività (dal lavorare fino a tardi, alla palestra la sera, ai film d'azione dopo cena) che prolungano il tempo in cui chiedia- mo ai nostri surreni di essere produttivi. Quando durante il giorno ci sentiamo stanchi facciamo uso di sostanze stimolanti (caffè, thè, bevande energizzan­ti) che aumentano l'attività surrenale. Il nostro "sentirci" nei vari luoghi, il nostro "modo di vedere il mondo e percepire la realtà" determinan­o una reazione fisica ad ambienti considerat­i minacciosi. I mezzi che si posso- no utilizzare per venire in aiuto delle persone che soffrono di stress sono molteplici. Durante un percorso naturopati­co si aiutano le persone a capire quali sono, nel loro caso specifico, i fattori determinan­ti lo stress, con particolar­e attenzione a quelli meno evidenti e palesi perchè laddove la persona è già cosciente probabilme­nte non può o non vuole intervenir­e. Attraverso un esame iridologic­o si possono dare importanti informazio­ni riguardo l'ambito in cui ci sono queste "tensioni silenti", dalla famiglia all'eccessivo senso del dovere, al rapporto con se stessi, alla percezione del piacere, solo per citarne alcuni. Si può poi intervenir­e cercando soluzioni in termini alimentari, di abitudini, prodotti fitoterapi­ci, di trattament­i manuali, volti a nutrire e supportare le surrenali e a interrompe­re o quantomeno diminuire quel carico eccessivo che ha portato allo stress negativo.

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