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La Citta Proibita vista dal Mandarin Oriental Wangfujing, Beijing

Mandarin Oriental Wangfujing, Beijing

- Di Giovanni Diana

Al mondo sono poche le bellezze architetto­niche capaci di stimolare la fantasia e suggestion­are la mente come è in grado di fare la Città Proibita di Pechino. Situata nella centraliss­ima piazza Tiananmen, the forbidden city è stata per sette secoli (dal 1368 al 1911) la dimora degli imperatori, ospitandon­e ben 24 delle dinastie Ming e Qing. Nella antica Cina si pensava che il sovrano fosse il figlio del Cielo, perciò la sua residenza terrena fu costruita a immagine e somiglianz­a del Palazzo Viola, il luogo che secondo le credenze popolari era la casa del dio del Cielo. In virtù del suo alone divino, questa area di circa 150mila metri quadrati - per un totale di oltre 90 tra palazzi e cortili, 980 edifici e 8.728 stanze - è stata per secoli inaccessib­ile ai sudditi dell’impero. Da qui il nome di Città Proibita. Nel 1987 è stata riconosciu­ta DALL'UNESCO come Patrimonio Universale dell'umanità ed è stato riconosciu­to come uno dei cinque più importanti palazzi al mondo. Tuttavia oggi è possibile recarsi nella capitale cinese e sbirciare tranquilla­mente dentro le sue mitiche mura dalle vetrate di una stanza di albergo mentre si fa colazione. Basta scegliere di soggiornar­e nel Mandarin Oriental Wangfujing, Beijing insediatos­i nella scena dell’ospitalità di Pechino come straordina­ria e autentica perla del segmanto luxury. Situato ai piani superiori del WF Central, uno dei principali centri commercial­i della città, l’hotel offre 73 camere e suite tra le più grandi ed eleganti di tutta la capitale, quasi tutte con vista sulle meraviglie architetto­niche della città proibita e della metropoli moderna. Le stanze, difficilme­nte imitabili, sono state progettate con uno stile che combina un’estetica contempora­nea

con elementi dell’architettu­ra classica cinese. Il design turbinoso dei tappeti che ricoprono i pavimenti di tutto l’hotel è ispirato ai colori della tradiziona­le ceramica smaltata cinese conosciuta come Longquan Celadon. In poche parole, l’hotel si presenta come un gioiello incastonat­o nel cuore pulsante di Pechino. Nell’atrio dell’albergo si rimane a bocca aperta davanti alla straordina­ria bellezza della lampada con plafoniera decorata, realizzata da Frank Gehry, archi-star di fama internazio­nale. Si tratta di un pezzo unico al mondo, ornato da pesci di colore rosso, rosa e pesca che sembrano nuotare inseguendo­si l’un l’altro. Questa dinamica di circolarit­à è realizzata con centinaia di frammenti di formica, mentre l’effetto del movimento dei pesci è dato dall’uso di sottili luci a led. L’hotel ospita anche due ristoranti e un rooftop bar con accesso diretto a un ampio giardino terrazzato all’ultimo piano. Il Café Zi è un ambiente distensivo che offre tutti i giorni piatti della cucina asiatica, mentre il Mandarin Grill + Bar propone classici grill- style. L’MO Bar è invece una lounge sofisticat­a dove musica e cocktail innovativi sono i principali ingredient­i per serate di relax e divertimen­to. Il centro wellness “The SPA” propone diversi trattament­i benessere e di bellezza, così come una piscina interna di 25 metri con tetto panoramico e un centro fitness. Questa struttura pluri- premiata si aggiunge all’offerta del Mandarin Oriental Hotel Group che detiene e gestisce alcuni degli hotel, resort e residence più esclusivi al mondo. Dalle radici asiatiche il gruppo è cresciuto, diventando un marchio internazio­nale arrivando a gestire attualment­e 33 hotel e 6 residence in 23 paesi e regioni. Il suo celebre logo che rappresent­a un ventaglio è stato disegnato da Tim Yip, premio Oscar per la

direzione artistica dell’affascinan­te “La Tigre e il Dragone”. Un simbolo dal design semplice, visivament­e elegante e sobrio, ma in grado di racchiuder­e una profondità di significat­o che attinge alla cultura gruppo, il ventaglio assume una decorazion­e specifica per riflettere l’unicità e gli attributi esclusivi della cultura locale. Altre celebrità hanno contribuit­o a decorare il “ventaglio”: la fashion designer Vivienne Tam realizzand­o le uniformi indossate dal personale dell’mo Bar, ispirate all’art deco.

Anche il bar e i due ristoranti hanno il loro logo personale e distinto dagli altri, ideato dal designer Alan Chan di Hong Kong. Un altro unicum del Mandarin Oriental Wangfujing, Beijing è il letto di sabbia al quarzo presente nella SPA, utilizzato per il trattament­o Gems Healing Power, una combinazio­ne di energia mistica e pressione sprigionat­e dal morbido letto riscaldato e in grado di oscillare per stimolare un rilassamen­to fisico e mentale. Forse Pechino non è più quella di una volta, caos e inquinamen­to la rendono meno esotica, ma l’esperienza di un soggiorno nel Mandarin Oriental Wangfujing, Beijing resta affascinan­te.

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