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Qhapaq Ñan: il grande cammino delle Ande degli Incas

- di Paolo Ordine

Negli ultimi decenni grande suc- cesso hanno trovato in un pubblico sempre più ampio i cosiddetti Cammini. C’è chi la definisce una moda, chi la ritiene una intelligen­te strategia di marketing che propone un turismo lento in grado di esaltare i territori, anche quelli meno conosciuti e poco turistici. Sono decine di migliaia, infatti, le persone che ogni anno percorrono, muniti di scarpe comode e molta determinaz­ione, il Cammino di Santiago o la Via Francigena, affrontand­o difficoltà e intemperie, solitudine e scomodità, pur di raggiunger­e destinazio­ni, ricche di storia, cultura e spirituali­tà. Sulla scia di questi fenomeni ed esempi di successo, le autorità locali e il mondo del turismo sono sempre più alla ricerca di proposte suggestive e che possano interessar­e un pubblico più ampio. A breve, sentiremo parlare quindi del Qhapaq Ñan, il Grande Cammino delle Ande, il sistema viario creato dagli Incas sulla base di infrastrut­ture preincaich­e, le cui ramificazi­oni arrivano a toccare ben sei Paesi dell’america Latina: Argentina, Bolivia, Cie, Colombia, Ecuador e Perù, per un totale di circa 30mila chilometri. Certamente non si potranno coprire tutti a piede, ma le varie nazioni stanno già immaginand­o percorsi più brevi che attraverse­ranno alcune delle zone geografich­e più estreme al mondo: dai 6mila metri dei picchi delle Ande, passando per aridi deserti e foreste pluviali, fino ad arrivare alla costa. “Per i popoli andini, passati e presenti - ci dice Rosa Jijón, responsabi­le culturale dell’istituto Italo Latino Americano di Roma e fra i promotori di una mostra che si aprirà nel 2020 - il Qhapaq Ñan non è solo un percorso ma rappresent­a anche una connession­e spirituale con l’universo, il grande cammino condivide la stessa natura divina della Pachamama, la Sacra Madre Terra”. Della mostra

hanno parlato durante la decima edizione del Festival della Diplomazia, antropolog­i ed esperti provenient­i da vari paesi, raccontand­o come gli Incas non usassero carri e cavalli fino all’arrivo dei conquistat­ori spagnoli nel XVI secolo. I sentieri, quindi, venivano utilizzati per il trasporto con i lama e altri animali da soma. “L’impero Incas - continua la dott.ssa Jijón - intorno al 1532, epoca del proprio crollo, era il più grande stato mai esistito nelle Americhe precolombi­ane e non avrebbe mai potuto raggiunger­e tale dimensione senza una rete di strade che rendeva possibile il trasporto, la comunicazi­one e l’amministra­zione a livello centralizz­ato”. Numerose strade scorrevano come arterie verso il cuore dell’impero, la capitale Cusco che era posta in una posizione strategica raggiungib­ile attraverso una rete di comunicazi­oni che costituiva la base della grandezza degli Incas. La rete viaria del Qhapaq Ñan, dichiarata Patrimonio mondiale dell’unesco nel 2014, era il risultato di un progetto politico che collegava città e centri di produzione e culto e ciò rende interessan­te l’analogia con l’impero Romano. La rete è articolata in base a quattro percorsi principali che hanno tutti origine dalla piazza centrale di Cusco e che nei secoli hanno visto carovane, messaggeri, viaggiator­i, eserciti e intere popolazion­i percorrerl­a a piedi. Varie comunità locali sono rimaste a svolgere il ruolo di guardiani e custodi delle tradizioni culturali immaterial­i connesse con il Cammino, lingue comprese. Lungo il percorso sono stati individuat­i 273 siti archeologi­ci significat­ivi per la comprensio­ne dello sviluppo della civiltà Incas e ancor oggi sono in corso studi e ricerche nei più svariati ambiti: archeologi­co, ingegneris­tico, storico, antropolog­ico e sociale. Senza dimenticar­e il suo immenso valore ambientale, che può aiutare a promuovere lo sviluppo di un turismo sostenibil­e e responsabi­le. La mostra che l’istituto Italo Latino Americano intende realizzare in Italia a primavera 2020, con la collaboraz­ione delle Ambasciate dei sei Paesi coinvolti, sarà articolata in varie sezioni tematiche: da pezzi di archeologi­a dell’area andina a fotografie e documenti storici, passando per installazi­oni di arte contempora­nea ispirate alla cosmogonia e all’artigianat­o delle comunità locali. Un buon modo per prepararsi all’avventura prima di allacciare le scarpe più comode e volare sulle Ande sulle tracce degli Incas.

 ??  ?? La mostra Qhapaq Ñan progettata dall’istituto Italo Latino Americano a Roma per la primavera 2020 è stata presentata a ottobre durante la X edizione del Festival della Diplomazia
La mostra Qhapaq Ñan progettata dall’istituto Italo Latino Americano a Roma per la primavera 2020 è stata presentata a ottobre durante la X edizione del Festival della Diplomazia
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