Poche energie, dolori articolari o scottature: i rischi della vacanza invernale
La settimana bianca e alcuni potenziali problemi per cute e articolazioni
La neve fa pensare immediatamente al freddo. Chi si avvicina per la prima volta allo sci si preoccupa quasi esclusivamente di acquistare indumenti e scarpe che garantiscano conforto e soprattutto calore. Eppure, strano a dirsi, oltre che agli effetti provocati dalle basse temperature, bisognerebbe prepararsi ad affrontare una più ampia serie di problemi che possono insorgere nell’arco di quella settimana bianca in cui, anche il più pigro e sedentario degli italiani, decide di trasformarsi immediatamente in un atleta. Dopo una faticosa giornata sciistica, se non si è proprio allenati al meglio, occorre rimediare alla stanchezza e qualche dolore articolare. Partendo dall’alimentazione che in alta montagna deve basarsi su una ricca colazione, uno spuntino di mezzogiorno e una cena leggera. Bene quindi miele, succhi di frutta e alimenti ricchi di carboidrati quali pane, pasta, riso, patate, polenta poco condita. Coloro che svolgono prevalentemente sci di fondo, invece, dovrebbero aumentare le quantità di cibi ricchi di grassi perché questo sport, a differenza dello sci alpino, richiede una energia non di pronto impiego ma che si consuma con lentezza. Durante la giornata è quasi obbligatorio bere molto, un paio di litri di liquidi, perchè c’è una forte dispersione d’acqua per via respiratoria, sudorazione ed acclimatazione, evitando però bevande ghiacciate, zuccherine, gassate, e soprattutto l’abuso di grappini e superalcolici. Passando ai dolori articolari, va ricordato che lo sci mette in azione una serie di muscoli che normalmente sono poco utilizzati e sottopone le articolazioni a pressioni e a sforzi che possono provocare, alla fine di una giornata passata sulle piste, dolenzie e crampi. Un leggero pre-allenamento qualche giorno prima della partenza, soprattutto per rafforzare le gambe con semplici esercizi di stretching e cyclette rende più forti e meno soggetti alla fatica. In ogni caso, oltre a portare in valigia una buona crema antidolorifica, si può ricorrere a sessioni di massaggi defaticanti che molti hotel offrono nele proprie SPA e certamente i benefici si vedranno anche in termini di prestazioni. Nel caso di stanchezza degli occhi, con conseguenti arrossamenti, gonfiori, fastidi alla vista o addirittura congiuntiviti, il primo rimedio sono un paio di occhiali da sole con un ottimo filtro: in commercio esistono occhiali arricchiti da melanina, il pigmento naturale che fa parte della dotazione genetica dell’uomo. Le lenti da sole alla melanina proteggono gli occhi da patologie quali la cataratta. La funzione della melanina sulla pelle
è molto più conosciuta: una cute ricca di melanina, meglio un fototipo più scuro, tende ad abbronzarsi prima, a non scottarsi e a essere meno soggetta ad alcune malattie dermatologiche. Una buona protezione ritarda l’insorgere della rugosità nell’area del viso dove la pelle è più delicata. C’è anche da dire che qualsiasi tipo di lente dovrebbe far filtrare la luce in un modo selettivo lasciando passare solo i raggi a bassa energia e bloccando quelli ad alta energia, che sono poi i più dannosi per l’occhio e non facilitano la visione. Vivere una vacanza all’aria aperta in alta montagna garantisce aria pura, divertimento, attività fisica, ma si rivela importante ricordare, poi, che il freddo e i cambi di temperatura inducono nella complicata struttura biologica, che è rappresentata dalla nostra pelle, una serie di meccanismi fisiologici che permettono di mantenere la temperatura corporea su livelli stabili. All’aperto, la vasocostrizione che si evidenzia con il pallore cutaneo riduce la perdita di calore, mentre la vasodilatazione, causa del conseguente rossore davanti un camino acceso in un rifugio, ne favorisce invece la dispersione. Questo tipo di regolamentazione viene meno quando le temperature sono estreme e, in montagna d’inverno, si assiste a disturbi che possono essere lievi ma molto fastidiosi come i geloni, che rischiano di divenire anche molto più gravi. Inoltre è importante non farsi ingannare dal fascino dell’abbronzatura dei maestri di sci: più le pelli sono delicate e chiare più soffrono. Una crema protettiva con SPF 30 o più, è fondamentale per evitare tutti quei danni immediati come eritema e secchezza cutanea, o a lungo termine, fra rughe, cheratosi attinica o cancro della pelle che, si sa, sono imputabili al sole. I filtri solari vanno applicati sulla pelle almeno mezz’ora prima di uscire e sempre, anche se il cielo è coperto, perchè le radiazioni colpiscono anche attraverso nubi e foschia. La sera è sempre consigliabile una buona crema idratante. Atrimenti, alla fine della vacanza si finisce per scoprire che alcuni degli effetti del freddo e del sole li si scopriranno in città. I capelli appariranno più spenti ed opachi, le unghie tendono a spezzarsi, le labbra saranno secche, screpolate e facilmente soggette a spaccarsi. Qualche piccolo accorgimento per evitare questi problemi c’è: ricorrere a uno shampoo poco aggressivo e a un balsamo che può ridare corpo e morbidezza ad una chioma che, fra l’altro, è stata costretta per tutto il giorno sotto un cappello che non la fa respirare. Le unghie, che col freddo crescono più lentamente, vanno tenute corte, evitando di toccare la neve a mani nude o di lasciarle bagnate. Uno smalto, preferibilmente chiaro o trasparente, le proteggerà più a lungo. Per le labbra vale un discorso a parte. La mancanza di una protezione esterna a livello dell’epidermide le rende molto più sensibili ad eventuali stress come quelli prodotti dal freddo, dal sole o dal vento. In più, senza accorgersene, il primo tentativo di dare sollievo alla loro secchezza lo compiamo incosciamente attraverso la lingua, ma in tal modo si aumenta la disidratazione. Un rossetto a base di burro di cacao, oli vegetali o c’era d’api, applicato più volte durante la giornata, crea una barriera di protezione che le mantiene idratate e allevia eventuali disagi.