Il sistema europeo dei visti per facilitare turismo e controlli
Lo spirito comunitario che anima la nuova normativa europea considera oggi i visti come un’opportunità per facilitare il trasferimento e il turismo tra i vari paesi. L’obiettivo fondamentale del sistema dei visti è infatti la libera circolazione delle persone, ma è anche tramite questo controllo che si riesce a bloccare coloro che potrebbero presentare un rischio o, con alta probabilità e gravità, una minaccia per l’ordine pubblico, per la sicurezza interna, per la salute o per le relazioni internazionali. È innegabile, che la politica di gestione delle frontiere abbia registrato considerevoli cambiamenti collegati proprio ai flussi senza precedenti di rifugiati e migranti irregolari. A tale proposito la nuova disciplina europea prevede un processo di maggiore collaborazione tra gli stati membri, ma le attività che sono poste in essere da parte dei paesi Schengen sono ancora molto differenti a causa di un autonomo tipo di recepimento da parte degli ordinamenti nazionali. La complessità dell’architettura del sistema dei visti, inoltre, dipende in primo luogo dalla varietà degli strumenti legislativi utilizzati e dalla pluralità di Autorità statuali competenti. Alla ricerca di un metodo di lavoro comunitario in materia di visti, l’unione Europea e molti altri Paesi stanno ricorrendo all’uso di nuove tecnologie, creando database e sistemi informatici centralizzati su larga scala (SIS, VIS, Eurodac, EES ed ETIAS) per la raccolta, il trattamento e la condivisione delle informazioni essenziali per la cooperazione in materia di sicurezza e per la gestione delle frontiere esterne e della migrazione. La condivisione dei data base, infatti, può rappresentare un maggior ostacolo sia a un’immigrazione non controllata che al terrorismo. Generalmente la gestione del processo è affidata in outsourcing attraverso gare ma manca ancora un modello unico e coerente che regoli il sistema di assegnazione degli appalti con criteri di assegnazione simili in tutta l’area Shengen. Alcuni paesi prevedono una gestione fortemente “centralizzata” attraverso gare uniche pubblicate da parte del Ministero degli Esteri con scelta di un unico (Spagna) o più fornitori (Grecia). La Francia ha un Sistema “misto”, con gare bandite a livello anche locale ma con una forte centralizzazione, la Germania si organizza per raggruppamenti di più paesi all’interno di un’area geografica e scelta di un unico fornitore, mentre per l’italia le singole ambasciate e consolati rappresentano differenti stazioni appaltanti, con un sistema quindi totalmente decentralizzato. Come superare questa pluralità e frammentazione dei modelli operativi?