Ermitage Bel Air: un Medical Hotel per scelta
un Medical Hotel per scelta
Abano Terme è tra le città termali più conosciute al mondo. Insieme a Montegrotto Terme, siede sul maggior bacino termale d’europa, con acque e fanghi dal potere terapeutico unico. Fino agli anni Ottanta del secolo scorso, gli alberghi delle due cittadine, poste ai piedi dei Colli Euganei, erano sempre pieni, con una presenza di stranieri, in particolare tedeschi, molto numerosa. Il turismo era la maggiore industria e fonte di guadagno per il territorio. Poi è arrivata la crisi e gli hotel hanno cominciato a svuotarsi. Con la chiusura del riconoscimento delle terme da parte del Servizio nazionale germanico, il 75% di turismo tedesco ha preferito le terme aperte nei Paesi dell’est. Sono seguiti licenziamenti, cassa integrazione, alberghi chiusi o andati all’asta, numerose attività commerciali che hanno abbassato le serrande. I numeri forniti dalle Associazioni di categoria appaiono drammatici: gli hotel che offrivano trattamenti termali quarant’anni fa erano 110; davano occupazione a 6.500 persone, con 16.000 posti letto. Oggi le strutture sono meno di 90, danno lavoro a circa 5000 persone mentre i posti letto sono aumentati a circa 17.000. In molti si sono cimentati nella ricerca delle cause e delle politiche territoriali - spesso antiche se non sbagliate -che hanno portato al calo delle
presenze e alla drammatica stagnazione economica del comprensorio. Tanto si è scritto nel tempo sul fatto che per superare la crisi del termalismo bisognava coniugare l’elemento della salute con quello del divertimento, rifacendosi al concetto romano di otium, o più in generale a coccole e relax. Ma anche che bisognava cambiare mentalità, adottando idee innovative per rilanciare Abano e Montegrotto nel panorama del turismo mondiale, con proposte che andassero oltre le cure termali, i fanghi benessere, le acque calde. Si sono anche attivate campagne di comunicazione e iniziative locali che hanno prospettato agli ospiti un’atmosfera diversa, luoghi da visitare non solo per curarsi ma anche da sognare, da amare, ricordare e pubblicizzare fra i propri amici. Molti operatori si sono adeguati e ci hanno provato, ma i risultati non sono stati sempre sufficienti a ripagare gli sforzi e gli investimenti. C’è invece chi, come una mosca bianca, ha deciso di andare controcorrente e di puntare sulla riaffermazione della propria identità originaria di albergo termale a vocazione sanitaria, caratterizzandosi per un’offerta di qualità ad alta specializzazione. Parliamo dell’ermitage Bel Air Medical Hotel, una delle più antiche residenze alberghiere che ospita un autentico Stabilimento Termale dotato di 3 sorgenti naturali di acqua ipertermale salso-bromo-iodica. “Abbiamo voluto inserire un moderno Centro medico di Riabilitazione e Medicina Fisica - ci dice l’ingegner Marco Maggia, uno dei proprietari dell’hotel - che oggi è perfettamente integrato con le terme, il benessere e l’ospitalità alberghiera. La nostra proposta si rivolge alla presa in carico dei principali fattori che compromettono la capacità di movimento e la qualità della vita: dolore, invecchiamento, traumi e cattivi stili di vita. La nostra è un’offerta di servizi completa, all’interno di un’elegante e confortevole residenza alberghiera, in cui ogni persona, senza limiti di età e senza barriere, può sentirsi accolta nel pieno rispetto dei suoi bisogni”. Nel 2018 l’ermitage Bel Air Medical Hotel è stato premiato come miglior albergo italiano nel turismo accessibile per la categoria Mobility & Senior Citizen. “Abbiamo deciso di intraprendere un nostro percorso etico di innovazione, con un approccio originale in cui l’accessibilità e il superamento delle barriere architettoniche - aggiunge Marco Maggia - e l’hotel , le terme e le no
stre piscine sono luoghi di cura e socializzazione dedicati a tutti, sia per il benessere dell’ospite sano quanto per le necessità degli ospiti, temporaneamente o cronicamente, disabili”. La riconferma di un’identità termale si riscontra nell’attenzione con cui le acque salso bromo iodiche, antiche e purissime, provenienti dalle Piccole Dolomiti, che sgorgano a una temperatura di circa 80° dalle tre sorgenti dell’ermitage, e i fanghi qui maturati, con i loro principi attivi antalgici e antinfiammatori, vengono utilizzati per curare e prevenire in modo naturale il dolore e l’invecchiamento osteo-articolare. “Siamo inseriti nel territorio dove ai tempi dei Romani è nata la terapia con le argille biotermali - prosegue Maggia - ma i nostri programmi di riabilitazione fisica sono stati arricchiti da programmi integrati con terapie fisiche, idrochinesi in acqua termale, riabilitazione post-operatoria ortopedica, in particolare dopo una protesi d’anca, ma anche riabilitazione neurologica per soggetti che hanno subito un ictus, oppure malati di Parkinson o Sclerosi Multipla. I nostri specialisti, inoltre, sono in grado di prendere in carico anche soggetti con Linfedema e deficit Linfatico, oppure a rischio di patologie cardio-vascolari connesse con l’invecchiamento, sovrappeso e cattivi stili di vita. In tutti i casi la nostra proposta include particolari regimi alimentari, esercizio fisico, terme e medicina fisica”. Quello della ristorazione è un aspetto cui la proprietà tiene molto e
gli chef del ristorante, di altissima qualità, collaborano con i nutrizionisti del Centro di riabilitazione scegliendo e valorizzando i migliori prodotti del territorio per una cucina che coniuga salute e piacere. “Un’alimentazione sana e consapevole - ci spiega l’ingegner Maggia - va considerata come una medicina, sia che si mangi solo per il gusto e senza alcuna restrizione calorica, sia che la si voglia adattare alle più recenti linee guida in materia di medicina preventiva. Non bisogna poi dimenticare che anche chi ha deciso nella propria vita di seguire diete particolari, per esempio un’alimentazione vegetariana, oltre a soddisfare le proprie necessità fisiologiche non deve rinunciare al gusto che può derivare da sapori e ingredienti antichi, quali ortaggi, legumi e cereali spesso dimenticati. In ogni caso proviamo sempre ad adattare il regime calorico individuale alle necessità fisiologiche sia che si tratti di persone anziane, obese, affetti da problemi ortopedici, neurologici o linfatici”. Alla luce di queste premesse e considerazioni, si può ancora considerare l’ermitage Bel Air come un albergo benessere, dedicato anche a chi non ha esigenze sanitarie ma è esclusivamente alla ricerca del piacere dell’ozio e della tranquillità? Possono convivere i principi di una medicina termale e riabilitativa come quelli di un moderno centro disegnato per favorire il recupero dell’equilibrio psico-fisico ma anche per migliorare alcuni piccoli inestetismi del corpo e del viso, capace di offrire bellezza e relax grazie a trattamenti SPA, olistici e di cosmesi? “Il nostro pubblico è trasversale - continua Maggia - perché il calore naturale delle acque termali, i piacevoli momenti di relax nel silenzio dei nostri giardini, i mutevoli colori delle colline circostanti, l’attenzione al gusto e alla genuinità della nostra cucina fanno di noi un luogo di piacere. Coccolati da mani sapienti, immersi nell’acqua calda o nei vapori termali, c’è sempre la certezza di godere di trattamenti naturali e della professionalità degli operatori esperti in varie tecniche di massaggio”. Nell’ermitage Bel Air, la complessa convivenza fra un pubblico di persone sane che sfruttano i servizi wellness e pazienti bisognosi di cure e riabilitazione fisica sembra quindi possibile, e certo rende più gradevole il soggiorno degli accompagnatori. I numeri delle presenze alberghiere sembrano dare ragione alla Proprietà che prosegue la propria storia di successo nel mondo dell’ospitalità alberghiera veneta, resistendo alla crisi che invece ha messo in ginocchio il territorio.