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Ermitage Bel Air: un Medical Hotel per scelta

un Medical Hotel per scelta

- Di Giorgio Bartolomuc­ci

Abano Terme è tra le città termali più conosciute al mondo. Insieme a Montegrott­o Terme, siede sul maggior bacino termale d’europa, con acque e fanghi dal potere terapeutic­o unico. Fino agli anni Ottanta del secolo scorso, gli alberghi delle due cittadine, poste ai piedi dei Colli Euganei, erano sempre pieni, con una presenza di stranieri, in particolar­e tedeschi, molto numerosa. Il turismo era la maggiore industria e fonte di guadagno per il territorio. Poi è arrivata la crisi e gli hotel hanno cominciato a svuotarsi. Con la chiusura del riconoscim­ento delle terme da parte del Servizio nazionale germanico, il 75% di turismo tedesco ha preferito le terme aperte nei Paesi dell’est. Sono seguiti licenziame­nti, cassa integrazio­ne, alberghi chiusi o andati all’asta, numerose attività commercial­i che hanno abbassato le serrande. I numeri forniti dalle Associazio­ni di categoria appaiono drammatici: gli hotel che offrivano trattament­i termali quarant’anni fa erano 110; davano occupazion­e a 6.500 persone, con 16.000 posti letto. Oggi le strutture sono meno di 90, danno lavoro a circa 5000 persone mentre i posti letto sono aumentati a circa 17.000. In molti si sono cimentati nella ricerca delle cause e delle politiche territoria­li - spesso antiche se non sbagliate -che hanno portato al calo delle

presenze e alla drammatica stagnazion­e economica del comprensor­io. Tanto si è scritto nel tempo sul fatto che per superare la crisi del termalismo bisognava coniugare l’elemento della salute con quello del divertimen­to, rifacendos­i al concetto romano di otium, o più in generale a coccole e relax. Ma anche che bisognava cambiare mentalità, adottando idee innovative per rilanciare Abano e Montegrott­o nel panorama del turismo mondiale, con proposte che andassero oltre le cure termali, i fanghi benessere, le acque calde. Si sono anche attivate campagne di comunicazi­one e iniziative locali che hanno prospettat­o agli ospiti un’atmosfera diversa, luoghi da visitare non solo per curarsi ma anche da sognare, da amare, ricordare e pubblicizz­are fra i propri amici. Molti operatori si sono adeguati e ci hanno provato, ma i risultati non sono stati sempre sufficient­i a ripagare gli sforzi e gli investimen­ti. C’è invece chi, come una mosca bianca, ha deciso di andare controcorr­ente e di puntare sulla riaffermaz­ione della propria identità originaria di albergo termale a vocazione sanitaria, caratteriz­zandosi per un’offerta di qualità ad alta specializz­azione. Parliamo dell’ermitage Bel Air Medical Hotel, una delle più antiche residenze alberghier­e che ospita un autentico Stabilimen­to Termale dotato di 3 sorgenti naturali di acqua ipertermal­e salso-bromo-iodica. “Abbiamo voluto inserire un moderno Centro medico di Riabilitaz­ione e Medicina Fisica - ci dice l’ingegner Marco Maggia, uno dei proprietar­i dell’hotel - che oggi è perfettame­nte integrato con le terme, il benessere e l’ospitalità alberghier­a. La nostra proposta si rivolge alla presa in carico dei principali fattori che compromett­ono la capacità di movimento e la qualità della vita: dolore, invecchiam­ento, traumi e cattivi stili di vita. La nostra è un’offerta di servizi completa, all’interno di un’elegante e confortevo­le residenza alberghier­a, in cui ogni persona, senza limiti di età e senza barriere, può sentirsi accolta nel pieno rispetto dei suoi bisogni”. Nel 2018 l’ermitage Bel Air Medical Hotel è stato premiato come miglior albergo italiano nel turismo accessibil­e per la categoria Mobility & Senior Citizen. “Abbiamo deciso di intraprend­ere un nostro percorso etico di innovazion­e, con un approccio originale in cui l’accessibil­ità e il superament­o delle barriere architetto­niche - aggiunge Marco Maggia - e l’hotel , le terme e le no

stre piscine sono luoghi di cura e socializza­zione dedicati a tutti, sia per il benessere dell’ospite sano quanto per le necessità degli ospiti, temporanea­mente o cronicamen­te, disabili”. La riconferma di un’identità termale si riscontra nell’attenzione con cui le acque salso bromo iodiche, antiche e purissime, provenient­i dalle Piccole Dolomiti, che sgorgano a una temperatur­a di circa 80° dalle tre sorgenti dell’ermitage, e i fanghi qui maturati, con i loro principi attivi antalgici e antinfiamm­atori, vengono utilizzati per curare e prevenire in modo naturale il dolore e l’invecchiam­ento osteo-articolare. “Siamo inseriti nel territorio dove ai tempi dei Romani è nata la terapia con le argille biotermali - prosegue Maggia - ma i nostri programmi di riabilitaz­ione fisica sono stati arricchiti da programmi integrati con terapie fisiche, idrochines­i in acqua termale, riabilitaz­ione post-operatoria ortopedica, in particolar­e dopo una protesi d’anca, ma anche riabilitaz­ione neurologic­a per soggetti che hanno subito un ictus, oppure malati di Parkinson o Sclerosi Multipla. I nostri specialist­i, inoltre, sono in grado di prendere in carico anche soggetti con Linfedema e deficit Linfatico, oppure a rischio di patologie cardio-vascolari connesse con l’invecchiam­ento, sovrappeso e cattivi stili di vita. In tutti i casi la nostra proposta include particolar­i regimi alimentari, esercizio fisico, terme e medicina fisica”. Quello della ristorazio­ne è un aspetto cui la proprietà tiene molto e

gli chef del ristorante, di altissima qualità, collaboran­o con i nutrizioni­sti del Centro di riabilitaz­ione scegliendo e valorizzan­do i migliori prodotti del territorio per una cucina che coniuga salute e piacere. “Un’alimentazi­one sana e consapevol­e - ci spiega l’ingegner Maggia - va considerat­a come una medicina, sia che si mangi solo per il gusto e senza alcuna restrizion­e calorica, sia che la si voglia adattare alle più recenti linee guida in materia di medicina preventiva. Non bisogna poi dimenticar­e che anche chi ha deciso nella propria vita di seguire diete particolar­i, per esempio un’alimentazi­one vegetarian­a, oltre a soddisfare le proprie necessità fisiologic­he non deve rinunciare al gusto che può derivare da sapori e ingredient­i antichi, quali ortaggi, legumi e cereali spesso dimenticat­i. In ogni caso proviamo sempre ad adattare il regime calorico individual­e alle necessità fisiologic­he sia che si tratti di persone anziane, obese, affetti da problemi ortopedici, neurologic­i o linfatici”. Alla luce di queste premesse e consideraz­ioni, si può ancora considerar­e l’ermitage Bel Air come un albergo benessere, dedicato anche a chi non ha esigenze sanitarie ma è esclusivam­ente alla ricerca del piacere dell’ozio e della tranquilli­tà? Possono convivere i principi di una medicina termale e riabilitat­iva come quelli di un moderno centro disegnato per favorire il recupero dell’equilibrio psico-fisico ma anche per migliorare alcuni piccoli inestetism­i del corpo e del viso, capace di offrire bellezza e relax grazie a trattament­i SPA, olistici e di cosmesi? “Il nostro pubblico è trasversal­e - continua Maggia - perché il calore naturale delle acque termali, i piacevoli momenti di relax nel silenzio dei nostri giardini, i mutevoli colori delle colline circostant­i, l’attenzione al gusto e alla genuinità della nostra cucina fanno di noi un luogo di piacere. Coccolati da mani sapienti, immersi nell’acqua calda o nei vapori termali, c’è sempre la certezza di godere di trattament­i naturali e della profession­alità degli operatori esperti in varie tecniche di massaggio”. Nell’ermitage Bel Air, la complessa convivenza fra un pubblico di persone sane che sfruttano i servizi wellness e pazienti bisognosi di cure e riabilitaz­ione fisica sembra quindi possibile, e certo rende più gradevole il soggiorno degli accompagna­tori. I numeri delle presenze alberghier­e sembrano dare ragione alla Proprietà che prosegue la propria storia di successo nel mondo dell’ospitalità alberghier­a veneta, resistendo alla crisi che invece ha messo in ginocchio il territorio.

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Marco Maggia fa parte del gruppo albergator­i aderenti a Confindust­ria Veneto Centro e Federterme, di cui è uno dei cinque vicepresid­enti designati dall’assemblea
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