Editoriale
Facciamo sempre più ricorso alla metafora della luce in fondo al buio. Ora a squarciare l’oscurità creata dal Covid 19 potrebbero essere i tanto attesi vaccini. La distribuzione sta iniziando e ciò può indurre un limitato ottimismo mentre ci avviciniamo alle stagioni più calde dell’anno. Per ora, però, il quasi totale blocco della mobilità, delle vacanze natalizie e della neve, ha aggravato la situazione economica di centinaia di strutture che contavano sulle festività per recuperare parte del fatturato ormai irrimediabilmente perduto nel 2020. Altro che luce in fondo al tunnel quindi: il futuro per il turismo appare ancora scuro, e la sensazione è quella di essere sospesi nell’incertezza che si determina quando mancano indicazioni precise da parte delle Istituzioni, e soprattutto se non si intravede una strategia credibile. Certamente non è un’impresa facile immaginare come potrà rialzarsi la nostra economia per quella parte, non indifferente, legata all’attività alberghiera, congressuale, del benessere e della ristorazione, ma si stanno già delineando linee guida su cui fondare la programmazione. Il Covid ha cambiato radicalmente il modo in cui si guarderà a una vacanza o a una destinazione, i concetti di salute, sicurezza, distanziamento, igienizzazione, e più in generale sostenibilità saranno sempre più importanti. Altrettanto valore avrà la trasparenza rispetto alle proprie politiche in caso di cancellazioni dell’ultimo minuto. Un aspetto molto critico se l’epidemia non dovesse rallentare e si venissero a verificare altri improvvisi picchi stagionali. Fondamentale poi l’organizzazione degli spazi e dei servizi legati al food and beverage, con la sostituzione dei buffet, ma anche l’adozione di minime misure precauzionali (niente sale e pepe sui tavoli, condimenti disponibili solo a richiesta, rinuncia alle portate su vassoi, menu in formato elettronico). Secondo alcuni esperti, a seguito della pandemia, emergeranno diverse esigenze nella cosiddetta generation clean, che porrà agli albergatori, ma anche agli organizzatori di congressi e ai centri benessere, una serie di domande tutte nuove: come è gestito il distanziamento spaziale negli ambienti comuni? Quali misure di prevenzione vengono adottate? Ogni quanto si sanificano le stanze e le cabine della SPA? Sembrano domande semplici, ma se non si vuole rinunciare a un target sempre più ampio di clienti, sarà meglio prepararsi a dare risposte certe e credibili.