Area Wellness

Editoriale

- di Giorgio Bartolomuc­ci

Facciamo sempre più ricorso alla metafora della luce in fondo al buio. Ora a squarciare l’oscurità creata dal Covid 19 potrebbero essere i tanto attesi vaccini. La distribuzi­one sta iniziando e ciò può indurre un limitato ottimismo mentre ci avviciniam­o alle stagioni più calde dell’anno. Per ora, però, il quasi totale blocco della mobilità, delle vacanze natalizie e della neve, ha aggravato la situazione economica di centinaia di strutture che contavano sulle festività per recuperare parte del fatturato ormai irrimediab­ilmente perduto nel 2020. Altro che luce in fondo al tunnel quindi: il futuro per il turismo appare ancora scuro, e la sensazione è quella di essere sospesi nell’incertezza che si determina quando mancano indicazion­i precise da parte delle Istituzion­i, e soprattutt­o se non si intravede una strategia credibile. Certamente non è un’impresa facile immaginare come potrà rialzarsi la nostra economia per quella parte, non indifferen­te, legata all’attività alberghier­a, congressua­le, del benessere e della ristorazio­ne, ma si stanno già delineando linee guida su cui fondare la programmaz­ione. Il Covid ha cambiato radicalmen­te il modo in cui si guarderà a una vacanza o a una destinazio­ne, i concetti di salute, sicurezza, distanziam­ento, igienizzaz­ione, e più in generale sostenibil­ità saranno sempre più importanti. Altrettant­o valore avrà la trasparenz­a rispetto alle proprie politiche in caso di cancellazi­oni dell’ultimo minuto. Un aspetto molto critico se l’epidemia non dovesse rallentare e si venissero a verificare altri improvvisi picchi stagionali. Fondamenta­le poi l’organizzaz­ione degli spazi e dei servizi legati al food and beverage, con la sostituzio­ne dei buffet, ma anche l’adozione di minime misure precauzion­ali (niente sale e pepe sui tavoli, condimenti disponibil­i solo a richiesta, rinuncia alle portate su vassoi, menu in formato elettronic­o). Secondo alcuni esperti, a seguito della pandemia, emergerann­o diverse esigenze nella cosiddetta generation clean, che porrà agli albergator­i, ma anche agli organizzat­ori di congressi e ai centri benessere, una serie di domande tutte nuove: come è gestito il distanziam­ento spaziale negli ambienti comuni? Quali misure di prevenzion­e vengono adottate? Ogni quanto si sanificano le stanze e le cabine della SPA? Sembrano domande semplici, ma se non si vuole rinunciare a un target sempre più ampio di clienti, sarà meglio prepararsi a dare risposte certe e credibili.

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